L’on. Manuela Ghizzoni replica alle parole del dirigente scolastico provinciale Malaguti. Ecco la sua dichiarazione. «La decisione di cancellare il tempo prolungato, conseguenza dei tagli agli organici della scuola, rappresenta un errore politico e culturale frutto della miopia del Ministro Gelmini. Tutti gli indicatori suggeriscono di andare in direzione opposta, incrementando invece questo tipo di esperienza che rappresenta un supporto prezioso in grado di sostenere studenti nei processi di apprendimento e in una fascia d’età difficile e delicata.
Abbiamo chiesto con un’interrogazione parlamentare quali iniziative intenda assumere il Ministro al fine di garantire quei modelli educativi che fanno della scuola pubblica modenese un modello di alta qualità, ma purtroppo le dichiarazioni del dirigente provinciale Malaguti confermano la volontà di scaricare sul mondo della scuola e sui giovani gli effetti delle scelte scellerate assunte dal Governo.
Per la scuola media modenese, rispetto all’organico di fatto dell’anno scolastico 2010/2011, gli alunni crescono complessivamente di 421 unità, di cui 275 solo nelle classi prime, ma i posti assegnati in organico di diritto sono, rispetto all’organico di fatto dell’anno scorso, 42 in meno, una delle riduzioni più pesanti a livello regionale. Tale riduzione preoccupa anche per il sovraffollamento delle aule, in contrasto con quanto disposto dagli standard previsti dalla normativa vigente. Peraltro, i 200 posti di docenza in più attribuiti la scorsa settimana all’Emilia Romagna – a compensazione degli 881 già tagliati – non sono affatto aggiuntivi ma rappresentano semplicemente uno spostamento dall’organico di fatto a quello di diritto.
Come ha dimostrato un recente studio della Fondazione Agnelli cresce il fenomeno dei ritardi scolastici e l’età critica è proprio quella delle medie, durante la quale i giovani maturano disagio e disinteresse per la scuola, prodromo di successivi abbandoni. Ancora ieri i dati dell’Istat ci consegnano una realtà drammatica nella quale oltre 2 milioni di giovani non studiano, non lavorano e non sono nella formazione. E’ un’immagine sconfortante dell’Italia reale, un Paese che ipoteca il futuro di intere generazioni nel quale un quarto di giovani tra i 15 e i 24 anni non studiano e non lavorano.
Il tempo prolungato rappresenta un’esperienza in grado di supportare gli studenti più deboli, mentre per gli altri costituisce uno spazio di approfondimento e sperimentazione. Purtroppo il Governo non mostra alcun ripensamento sui tagli e per il prossimo anno scolastico si accinge ad attuare la terza tranche di riduzioni di organico incidendo negativamente sulla qualità del sistema».
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da La Gazzetta di Modena di oggi 24.05.11
“Tempo prolungato, il no di Malaguti”, di Marco Amendola
Petizione da 600 firme ma il provveditore dice: Costretti dal ministero. Più di seicento le firme raccolte e oltre centocinquanta i genitori che si sono riuniti per protestare ieri contro il taglio del prolungamento d’orario alle scuole medie Ferraris di via Divisione Acqui. Nell’istituto scolastico sono cinque le classi coinvolte, due prime e tre seconde, che non potranno proseguire questa esperienza fino alla fine del percorso scolastico già iniziato. Resteranno fuori anche gli studenti che invece lo hanno già richiesto ad inizio anno.
I tagli del governo alla spesa pubblica hanno colpito diversi settori, istruzione inclusa, e adesso l’esperienza dell’orario prolungato è stata messa in bilico dalla riforma scolastica.
Le parole di Alberto Turci, presidente del comitato: «Il prossimo anno ci verranno tolte queste ore pomeridiane in cui i ragazzi hanno la possibilità di approfondire materie come Italiano e Matematica e agli studenti è stata tolta questa opportunità. Noi abbiamo raccolto più di seicento firme di protesta e preparato una mozione per esprimere il nostro totale dissenso».
La situazione poi è paradossale. «All’inizio dell’anno ci è stato chiesto se volevamo il prolungamento due pomeriggi alla settimana, mentre adesso ci troviamo nella situazione contraria e dal prossimo anno non ci sarà più».
Più dure la parole di Grazia Martinelli, responsabile del piano dell’offerta formativa alle scuole Ferraris-Marconi, che vede questa situazione difficile soprattutto per gli studenti: «La scuola italiana sta perdendo molto in questi anni. Le stesse ore dedicate all’insegnamento sono calate, e adesso sono soltanto trenta. Soprattutto c’è stato un calo deciso delle ore dedicate a Italiano e Informatica».
Il prolungamento d’orario serve anche per la formazione, e rappresenta un momento molto importante. «Non facendo più queste ore perdiamo la possibilità di fare approfondimenti e la possibilità di fermarci a ragionare sulle materie e sulle discipline stesse. Il tempo prolungato non è un parcheggio ma un progetto educativo che ha una sua storia e una sua valenza didattica. Fare più ore a scuola significa imparare di più», conclude.
In questo modo si interrompe un’esperienza che ha radici profonde nel nostro territorio, nata alla fine degli anni Settanta e largamente diffusa in tutta la provincia modenese, anche per aiutare e istruire studenti con difficoltà nell’apprendimento, e in una fascia d’età difficile e delicata: «La scuola deve essere al centro di ogni governo e ricevere maggiori finanziamenti per attività e insegnamenti». Il comitato genitori e insegnanti, indignati ma soprattutto delusi, chiedono che questa scelta venga ripensata, ma le speranze vengono gelate dal provveditore Malaguti: «Ad oggi nella bozza dell’organico per i prossimi anni abbiamo tolto il prolungamento in tutta la provincia e questa è un’indicazione che ci viene dal ministero, cioè quella di azzerare questa esperienza sperimentale».
Il prolungamento forse non sarà tolto dappertutto: «Per le situazioni specifiche e più bisognose questo intervento sarà mantenuto in montagna e nei piccoli paesi». Ma in provveditorato stanno aspettando la fine dell’anno scolastico per preparare il piano d’organico e dal Ministero qualche posto in più per soddisfare questa esigenza molto sentita. Ma non sarà facile.