Ghizzoni e De Biasi: “presenteremo interrogazione parlamentare”
“Abbiamo molte perplessità in merito all’intenzione annunciata dal ministro Bondi di commissariare la soprintendenza di Roma per risolvere le problematiche dell’intera area archeologica romana e di Ostia Antica”. Lo dichiarano la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni e la segretaria di presidenza della Camera, Emilia De Biasi in merito alla decisione del ministro per i Beni culturali di proporre la nomina di Guido Bertolaso e Marco Corsini, rispettivamente come commissario
straordinario e vicecommissario per le aree archeologiche di Roma e di Ostia Antica.
“Non condividiamo – sottolineano – la scelta di ricorrere a organismi differenti da quelli istituzionalmente preposti alla tutela del patrimonio culturale e l’intenzione di agire in deroga alla legislazione vigente”. “Sia la Costituzione che il Codice dei Beni Culturali – specificano – attribuiscono le funzioni di tutela in capo allo Stato, rappresentato al più alto livello dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presente sul territorio tramite le Soprintendenze di settore. Le problematiche relative alla Area archeologica di Roma, cui allude il ministro, sono il frutto di scelte che hanno portato negli ultimi anni alla cronica carenza di personale scientifico qualificato e di risorse, a fronte di un territorio urbano con la più alta densità archeologica al mondo. A tal proposito il ricorso a
strumenti straordinari contrasta in maniera eclatante con la scelta di non bandire alcun posto per archeologo nel territorio regionale in occasione del recente concorso nazionale e con la drastica riduzione di fondi attribuiti al Mibac per il prossimo triennio”.
“Come già denunciato da alcune associazioni, tra le quali dall’Associazione Nazionale Archeologi (Ana), Italia Nostra e PatrimonioSOS in questo modo il Governo esautora il corpo degli Archeologi, degli Architetti e di tutto il personale tecnico-amministrativo della Soprintendenza Archeologica di Roma della pienezza del proprio ruolo istituzionale. In questo modo si determina
uno svuotamento di funzioni, in evidente e gravissimo contrasto con ogni criterio di economicità e di controllo della Pubblica Amministrazione, e un pregiudizio per la produttività dell’Ente pubblico tanto proclamata dal Governo e in particolare dal Ministro Brunetta”.
“Sulle ragioni del commissariamento – conclude – presenteremo una interrogazione parlamentare”
Roma, 3 febbraio 2009