Ha ragione Romano Prodi: la volgarità è il tratto dominante della politica sotto Berlusconi. Volgarità nel linguaggio da barzellettiere. Volgarità nelle battute su uomini di Stato che, come Obama, lo sovrastano. Volgarità nell’approccio con ogni tipo di donna: dal premier scandinavo che, dice lui, fu “costretto”a corteggiare, all’ultima escort reclutata per i suoi festini da gente volgare come lui. Volgarità nelle definizioni riservate alle opposizioni e alle “toghe rosse”. Volgarità nelle conferenze stampa, non importa se internazionali. Volgarità nelle vanterie “machiste”come se fosse bello, giovane, alto, biondo e con gli occhi azzurri.
Una volgarità che deborda, dilaga, contagia il Paese. La musa ispiratrice della linea “dura” è quella Daniela Santanchè la quale, allorché militava nella Destra, disse con inusitata finezza: «Silvio è pazzo di me perché non gliel’ho data, lui le donne le concepisce soltanto in posizione orizzontale». Mussolini era consigliato dalla Sarfatti.n Lui dalla Santanchè. È la stessa che, tornata alla sua corte, ha perorato un condono ad hoc per quella Campania che, con Calabria e Sicilia, è la regione più devastata dagli abusi. A cominciare dalle zone di camorra, dove “Ambiente Italia” (Raitre) scoperse un’intera città del tutto abusiva: Casalnuovo di Napoli, 800 fabbricati fuorilegge. A danno degli onesti: costruttori, proprietari, cittadini, sindaci. Tutti gabbati. Un aperitivo ndel prossimo condono? Tutto è possibile con il Cav. Lui, fra l’altro, minaccia di non pagare più il canone Rai finché ci saranno “Ballarò”, Annozero” e simili, vuole cioè evadere una imposta (sul possesso della tv). Lo hanno preceduto in massa i residenti di Casal di Principe o o di Castelvolturno dove il 90 % non paga da anni un euro di canone. Una congrega di gentiluomini. Volgarità e ridicolaggini di ogni genere, che ci fanno arrossire all’estero. Attacco sistematico ai tutori della legge. Nessuna considerazione per le leggi. Anzi, incitamento a fare come si vuole. Pure la grande festa per lo scudetto del Milan si trasformerà, inevitabilmente, in un maxi-spot elettorale. Per lui e per Mestizia Moratti. Mentre si sta per andare al voto. Conflitto di interessi? Non lo sfiora l’idea. A lui stanno a cuore soltanto gli interessi personali, famigliari, aziendali. La Rai, dopo la cura-Masi, registra debiti per 320 milioni e perdite di esercizio per 180? Peggio per
gli italiani. E pensare che nell’ultimo periodo (1996-2002) in cui la Rai fu gestita da un CdA in maggioranza di “comunisti”, presieduto prima da Enzo Siciliano e poi da Roberto Zaccaria, fu sempre in attivo, con un picco di 143 miliardi di lire. Quindi, pure incapaci. E a questi, o milanesi, vorreste ridare fiducia? Mandateli a casa, loro e Bossi, e Milano tornerà a contare e con essa l’Italia.
L’Unità 15.05.11
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