Come i candidati del Pd stanno combattendo al Nord la battaglia delle amministrative. Il fronte comincia a incrinarsi. In molte realtà del nord, Pdl e Lega sono apparsi ai ferri corti non solo nella scelta dei candidati, ma perfino negli ultimi giorni di campagna elettorale. E il Pd prova ad approfittarne, denunciando le contraddizioni interne allo schieramento avversario e proponendosi come perno di un’alternativa che comincia a crescere, grazie a esperienze civiche locali e al dialogo con elettori e forze politiche moderate, che potrebbe far vedere i propri frutti soprattutto nei ballottaggi.
Se a Vercelli «Calderoli nel suo comizio di qualche giorno fa non ha nemmeno nominato il candidato alla presidenza del Pdl», come racconta Luigi Bobba, su cui i dem puntano per conquistare l’amministrazione provinciale, a Pavia «un consigliere regionale della Lega si è azzuffato con un candidato sindaco uscito dal partito – spiega l’aspirante presidente della provincia per il Pd, Daniele Bosone – è un fuoriuscito del Pdl si presenta con una propria lista, proprio a causa dei contrasti con il Carroccio».
Segnali che magari non decideranno l’esito del voto lunedì, ma che potrebbero risultare determinanti già nei ballottaggi, quando ci potrebbe essere un disimpegno “incrociato” tra elettori leghisti che non andranno a votare per candidati del Pdl e viceversa.
Per questo, i dem, dallo stesso segretario Bersani in giù, hanno mirato la loro campagna al nord soprattutto sull’elettorato del Carroccio.
Anche dove il partito del Senatùr è più radicato: «Qui la Lega si è radicata negli ultimi venti anni in tutti i ceti, da quelli popolari a quelli più alti – spiega Andrea Ballarè, candidato a sindaco per il Pd a Novara, la città del governatore Cota – non è la Lega “bergamasca”, ma mostra il suo volto buono. Eppure anche qui i problemi stanno emergendo: Cota e l’ex sindaco Giordano sono in rotta tra loro, con effetti evidenti in campagna elettorale (Bossi è dovuto intervenire personalmente per richiamare tutti al massimo impegno), e i rapporti con il Pdl e dentro il Pdl sono pessimi ». In una realtà come Novara, la politicizzazione del voto imposta negli ultimi giorni da Berlusconi attecchisce poco, «ma noi – prosegue Ballarè – stiamo cercando di far capire agli elettori che i leghisti di qua sono gli stessi di quelli romani, che stanno imponendo forti tagli ai nostri comuni». A Vercelli, Bobba ha sintetizzato il concetto nello slogan «le bugie hanno le gambe verdi».
Dal campo dem, però, non viene solo la denuncia. Il distacco del Terzo polo dal centrodestra ha ampliato il novero dei possibili interlocutori, ma ha dato soprattutto ad alcuni candidati del Pd la possibilità di “sganciarsi” da alleanze obbligate, rafforzando un profilo e un progetto autonomo.
Frigato propone in questo senso Rovigo come possibile «laboratorio estendibile a tutto il nord: abbiamo presentato un programma valido e ambizioso, convintamente riformista.
Così siamo in grado di parlare agli elettori moderati, dai quali stiamo già ricevendo un buon riscontro. Al secondo turno, poi, siamo pronti a dialogare con chiunque, da Sel all’Udc, ma a partire dal nostro progetto». In provincia di Pavia, al Pd si affianca una lista civica «che dà l’idea del nostro come di un partito aperto – spiega Bosone – la nostra prospettiva dev’essere questa. Solo da qui possiamo partire per rivolgerci sia alla nostra sinistra che agli elettori moderati, che sentono sempre più il bisogno di un nuovo progetto sociale. Sulle alleanze, poi, non ragioniamo su schemi precostituiti: non è obbligatorio scegliere tra Sel e Idv, da una parte, e l’Udc, dall’altra».
da Europa Quotidiano 13.05.11