«Tre proposte a precarietà zero»: l`iniziativa del Pd che ha lanciato, tra le altre cose, lo Statuto del lavoro autonomo. Un progetto di legge che si accompagna alle idee su precariato, partite Iva e stage, dei Democratici. 1979 lo Statuto dei Lavoratori. 2011 uno Statuto del lavoro autonomo. È quanto vorrebbe la proposta di legge presentata da Cesare Damiano e lanciata ieri nell`ambito della giornata «Tre proposte a precarietà zero» (www.precarietazero.it), organizzata dai giovani Democratici e dal dipartimento Lavoro del Pd.
Un`iniziativa caduta non a caso un mese dopo la manifestazione Al nostro tempo è adesso, la vita non aspetta», con cui associazioni di giovani e meno giovani precari sono scese in piazza per prendersi la ribalta. Anche ieri si è parlato di loro, o almeno lo ha fatto il Pd: a Roma con Pier Luigi Bersani e con il responsabile Lavoro, Stefano Fassina; a Torino con Piero Fassino, candidato sindaco; a Napoli con un sit-in di protesta e di proposta davanti all assessorato regionale per le Politiche sociali e giovanili; infine a Milano, dove Cesare Damiano ha presentato la proposta di legge sullo Statuto del lavoro autonomo.
Un progetto già approdato in Senato con Tiziano Treu e rivisto e ampliato alla Camera dall`ex ministro del Lavoro. L`idea è quella di mettere in campo una serie di tutele a favore non solo del cosiddetto popolo delle finte partite iva, alta sfaccettatura del precariato, ma anche di quei giovani professionisti «poco o per nulla tutelati». Si parla di cose concrete: maternità o congedo parentale, fondi per l`aggiornamento professionale, riconoscimento e certificazione delle associazioni di rappresentanza e – tra le altre cose – esenzione da Irap e Irpef nei primi tre anni di attività. Idee accolte e raccolte insieme al mondo delle associazioni, come «Lavoro e Welfare» o «Venti maggio Flessibilità sicura».
Insieme a Damiano e agli esponenti locali del Pd ieri a Milano anche Salvo Barrano, uno dei portavoce del mondo del precariato, la Cgil con il segretario milanese Onorio Rosati e il mondo dell`associazionismo professionale, con il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Flessibilità sì, ma flessibilità buona», ha esordito Damiano prima di spiegare i punti principali dello Statuto, per il quale le previsioni di copertura finanziaria si aggirano sul miliardo e mezzo di euro. Ma se Milano è la capitale delle partite iva – vere o false – qui come nel resto del Paese imperversano le forme più disparate di precariato. Così nelle proposte del Pd c`è anche l`idea di inserire tutele e diritti di cittadinanza per chi lavora a tempo – maternità, infortuni, malattia – di far costare di più i contratti a scadenza e di eliminare gli abusi. Che spesso si verificano in quella fase embroniale dell`inserimento lavorativo che è lo stage. E anche per quello che un tempo era il tirocinio formativo i Democratici hanno pensato a alcune soluzioni: una borsa di studio di almeno 400 euro per lo stagista, compensi e tutele sociali per i praticanti. «Vogliamo che il lavoro, che è il problema degli italiani, diventi un grande obiettivo nazionale, dentro il quale collocare il tema delle giovani generazioni», ha detto ieri Bersani, che ha annunciato per il 17 e 18 giugno a Genova la «Conferenza nazionale sul lavoro» del Partito Democratico.
L’Unità 10.05.11