Oltre 7 ore di musica. Cantanti, attori e personaggi dello spettacolo hanno intrattenuto oltre 500mila persone che hanno invaso piazza San Giovanni in una splendida giornata. Giornata di sole, di note e di riflessioni sul lavoro e sui 150 anni della nostra storia. Rock e musica sinfonica in un’amalgama armoniosa. Sul palco anche Gherardo Colombo , ex magistrato, ora impegnato nelle scuole di tutta Italia per parlare agli studenti di legalità. “Se tutti i cittadini si impadronissero della Costituzione le cose cambierebbero…”
Un giudizio a caldo sul concerto del Primo Maggio dopo aver sentito le prime esibizioni sul palco
Una piazza bella, gremita, una splendida atmosfera, tanti giovani, tanta partecipazione, emotiva non solo fisica!
Ha deciso di salire sul palco di piazza San Giovanni. Cosa l’ha spinta?
Mi ha spinto la consapevolezza che il lavoro è fondamentale per la realizzazione della democrazia.
Si può dire che il Concertone è un omaggio al primo articolo della Costituzione?
Al primo, al terzo, al quarto, a tutti quegli articoli che tutelano il lavoro come diritto inalienabile dei cittadini.
Quanto siamo lontani dalla piena applicazione di questo diritto?
Molto, per varie ragioni. Anche perchè gli stessi cittadini raramente capiscono qual è l’importanza di osservare le regole che arrivano dalla Costituzione nel suo complesso. Esiste ad esempio una relazione ineludibile tra la difficoltà di trovare lavoro e il non adempimento di alcuni obblighi come quello previsto dall’art.53 della Costituzione di pagare le tasse. Meno soldi ci sono meno possibilità esistono di creare nuovi posti di lavoro; a prescindere poi da altri aspetti che riguardano l’effettiva destinazione del denaro… Credo, in sostanza, che siamo molto indietro, e non sempre, nei fatti, il lavoro è concepito come un diritto.
Gli infortuni sul lavoro, di cui spesso deteniamo il triste primato ne sono un esempio?
Purtroppo sì. I decessi sono diminuiti magari anche in relazione al calo di posti di lavoro, ma la situazione resta grave. Il punto è che troppo spesso si guarda di più al risultato del lavoro piuttosto che alla persona che lavora.
“La Repubblica è fondata sul lavoro”, “il lavoro è un diritto”, i “cittadini sono uguali di fronte alla legge”… Sono tutti principi universalmente accettati eppure c’è chi vorrebbe che la Costituzione fosse modificata, per non dire stravolta
Il pensiero non è unico, e magari non tutti si riconoscono in questa Costituzione. Voglio però restare all’analisi sul ruolo dei cittadini: penso che se tutti la conoscessero, se vedessero cosa ci garantisce, se capissero come le regole che la compongono possono dare a tutti analoghe possibilità, allora le cose che potrebbero cambiare…
Ci sono cittadini più di altri che le regole dovrebbero rispettarle e dare il buon esempio
Purtroppo tanti in questo paese hanno un rapporto difficile con le regole…
Siamo a un mese e mezzo dal referendum del 12 e del 13 giugno. Il referendum è un diritto. Centinaia di migliaia di cittadini hanno raccolto firme per quesiti importanti come l’acqua o il nucleare. Eppure sembra che si stia facendo di tutto per boicottarlo. Media compresi (a parte le solite rare eccezioni)
Il referendum è un momento essenziale per la democrazia. Se c’è un buio totale ciascuno di noi deve trovare la possibilità di aprire le finestre e far filtrare la luce. Anche da questo punto di vista bisogna sfruttare gli strumenti che garantisce la Costituzione. Il problema è che poche persone vogliono impegnarsi fino in fondo. Troppo pochi sono ancora quelli che capiscono quanto sia importante l’impegno individuale, di quanto ogni singola persona possa contribuire a cambiare le cose.
da articolo21.org