La proposta Pd. Conto Inps per i nuovi nati, una «dote personale» pubblico-privata per aiutare i giovani. Dote di cittadinanza. È un conto per ciascun nuovo nato che viene aperto automaticamente presso l’Inps e finanziato con fondi pubblici e privati. Si chiama «Dote personale di cittadinanza» e rappresenta il cuore del ddl che il Pd presenterà domani al Senato e che ha come prima firmataria Anna Finocchiaro. Un contributo per aprire un’impresa o pagarsi gli studi: il meccanismo consente di maturare 27mila euro in 18 anni. L’investimento per Lo Stato 7-8 miliardi da coprire con rimodulazione della spesa e lotta all’evasione. Un conto individuale per ciascun nuovo nato aperto automaticamente presso i’Inps e finanziato con fondi pubblici e privati. Obiettivo? Aiutare il “futuro” ragazzo ad avviare un’impresa o pagarsi gli studi. Si chiama «Dote personale di cittadinanza» e rappresenta il cuore del disegno di legge «Piano nazionale per l’autonomia e la libertà delle nuove generazioni», targato Pd che sarà presentato domani al Senato. Sul conto sarà appostata anno per anno, fino alla maggiore età del titolare, una quota di contributo pubblico pari a un massimo di 1.500 euro per gli appartenenti alle famiglie più povere (con indice Isee non superiore ai 10mila euro)e di importo decrescente per famiglie con redditi via via crescenti: mille euro, con Isee compreso tra 10mila e 20mila euro, e una frazione di mille euro per nuclei con redditi proporzionalmente maggiori, entro un valore Isee pari a 40mila euro. In più, ma su base volontaria, nel conto potrà confluire anche una quota di risparmio familiare entro il medesimo limite di 1.500 euro l’anno. La dote, che lascia in piedi il regime degli assegni familiari, consente di maturare ai 18 anni un “gruzzoletto” di circa 27mila euro, con un costo per l’Erario stimato a regime tra i sette e gli otto miliardi (mezzo punto di Pil). Con un doppio vantaggio pure per le famiglie che investiranno nel conto soldi privati: beneficeranno di un tasso agevolato di rivalutazione assimilato a quello dei titoli di debito pubblico a medio-lungo termine e potranno escludere tali somme dalla base imponibile Irpef. Inoltre questo meccanismo – se effettivamente attrattivo per il risparmio privato – potrebbe garantire un flusso di risorse utile a co-finanziare gli investimenti pubblici. «Si tratta di un intervento strategico per il Paese», ha commentato il presidente dei senatori Pd e prima firmataria del provvedimento, Anna Finocchiaro. «Abbiamo voluto porre l’attenzione su una questione cruciale: il futuro delle nuove generazioni. Un tema che deve essere aperto e affrontato seriamente, senza retorica». Il ddl, 24 articoli e firmato da tutti i senatori del Pd, ha un costo di circa 10 miliardi da coprire, spiega la relazione tecnica, «con una riqualificazione e riduzione della spesa pubblica e con gli introiti della lotta all’evasione». Altro punto qualificante del piano è la previsione dell’istituzione presso Cassa depositi e prestiti e sotto la vigilanza del Tesoro di un fondo di garanzia per l’autonomia dei giovani con una dotazione annua iniziale di 300 milioni. Il fondo, rotativo, servirà a sostenere l’accesso al credito (anche micro) di giovani tra i 18 e i 35 anni attraverso il rilascio di garanzie dirette e fideiussorie. Potranno beneficiarne anche i lavoratori a progetto. Sul fronte invece della casa è previsto un rafforzamento del regime di agevolazioni fiscali per i ragazzi che stipulano un contratto di locazione. Si punta a un innalzamento a 600 euro (dagli attuali 495,80) della detrazione Irpef ammessa per i canoni locativi, all’estensione da tre a cinque anni del periodo di applicazione del regime fiscale agevolato e a portare a 25mila euro la soglia di reddito per accedere al regime fiscale di favore (oggi pari a 15.493,71).
Novità pure sul fronte della cedolare secca (in vigore dallo scorso 7 aprile), con la previsione dell’introduzione di un ulteriore regime opzionale di tassazione forfettaria dei redditi da locazione, con aliquote del 18% e del 20%, per i canoni, rispettivamente, concordati e liberi, riservato agli affitti dei giovani tra i 19 e i 35 anni con redditi annui fino a 25mila euro. Il ddl affronta infine i temi del lavoro e del diritto allo studio. Sotto il primo aspetto si prevede tra l’altro una de-fiscalizzazione per tre anni delle nuove attività di lavoro autonomo avviate dagli under 35 e un credito d’imposta di 333 euro per ciascun nuovo lavoratore assunto e per ciascun mese, per la durata di tre anni dall’assunzione. Disco verde poi a un programma nazionale per il diritto allo studio universitario, con la soppressione del «Fondo per il merito» previsto dalla riforma Gelmini (e svincolato dal reddito delle famiglie) e l’arrivo di un bando nazionale di 10mila borse di studio l’anno fino al 2013, da assegnare con priorità ai giovani appartenenti alle famiglie meno abbienti. Quali le finalità? «Rendere gli atenei accessibili a tutti e aumentare il numero di laureati», ha sintetizzato la senatrice Pd, Mariangela Bastico.
Il Sole 24 Ore 14.04.11