A testa bassa verso le amministrative di maggio, ma senza sottovalutare l`importanza dei referendum di giugno. Pier Luigi Bersani ha avviato in questo fine settimana la campagna elettorale per le prossime chiamate alle urne. Già dalle prime tappe in Lombardia (venerdì) ed Emilia Romagna (sabato), si intuisce che il leader del Pd intende giocare la partita su un doppio binario. Anche quando andrà a sostenere un candidato sindaco (lunedì a Napoli al fianco di Mario Morcone) punterà il dito sul fallimento della destra alla prova del governo. E anche la campagna d`affissione che partirà a breve avrà come slogan comune in tutt`Italia «un voto per la tua città e per il Paese». Ma Bersani intende approfittare di questo tour elettorale anche per tenere alta l`attenzione sui referendum contro il nucleare, la privatizzazione dell`acqua, il legittimo impedimento. La vera sfida al voto di metà giugno, che non solo arriva in giornate già vacanziere ma viene anche dopo le due tornate elettorali di metà maggio e di fine maggio (per i comuni che vanno al ballottaggio), sarà raggiungere il quorum. E c`è in particolare un referendum su cui Bersani teme che il governo stia giocando sporco per rendere più complicato far registrare il 50 per cento più uno degli elettori: quello sul nucleare.
IL BLUFF DELLA MORATORIA. Non a caso ieri, partecipando a Bologna a un convegno sull`economia sostenibile, il leader del Pd ha puntato i riflettori sul rischio di credere alla «moratoria» annunciata dal governo sull`atomo all`indomani della tragedia alla centrale di Fukushima. «Penso che abbiano ancora in testa l`idea di far passare la nottata dell`emozione, e poi provare ancora a fare un allungo». Se nell`opinione pubblica farà breccia l`idea che il governo abbia realmente accantonato le velleità atomiche, l`affluenza alle urne a metà giugno sarà sicuramente bassa. Ma se il quorum non verrà raggiunto, il governo avrà poi mano libera per rilanciare il piano nucleare senza più ostacoli. Ecco perché bisogna mantenere viva l`attenzione sul tema. «È una vergogna aver raccontato che con il nucleare si risparmia», dice Bersani lamentando anche la mancanza da parte del governo di una strategia complessiva sul piano energetico. «Ci hanno raccontato un sacco di balle e adesso fanno questa moratoria. Ma noi abbiamo bisogno di sapere dove vanno le politiche energetiche, perché ora non si capisce più niente». Il Pd, assicura alla platea raccolta nel Palazzo comunale di Piazza Maggiore, «è un partito momentaneamente all`opposizione e sufficiente grande per contenere la sintesi tra economia e ambiente, votato oggettivamente ad essere il grande partito ambientalista dei tempi moderni». Ma Bersani sa anche bene che non è indifferente l`esito di amministrative e referendum se si vuole provare ad accorciare i tempi di permanenza all`opposizione e limitare i danni provocati da questo governo.
L’Unità 10.04.11