Il governo alle prese con il rebus della scelta dei vertici delle aziende pubbliche. Ma quali posti nel governo in vista di un imminente rimpasto! La Lega bada al sodo e ha intenzione di occupare il maggior numero di poltrone disponibili nelle aziende pubbliche.
Un’occasione che il Carroccio attende da tempo e che non vuole lasciarsi sfuggire. È per questo che ai suoi il senatur ha impartito ordini precisi: l’occupazione delle società a partecipazione pubblica viene prima di tutto e sopra a tutti. Il che tradotto in lumbard significa che ciascuno può essere sacrificato in vista di quella che appare fin d’ora un’invasione dei gangli vitali del sistema in un momento in cui la fibrillazione e a tratti l’isterismo di molti esponenti di governo fanno addensare molte nubi sulla durata dell’esecutivo.
Archiviato il federalismo con il via libera definitivo del consiglio dei ministri al quinto decreto sulla fiscalità di regioni e province, il Carroccio punta a vincere una partita che invano prova a giocare da almeno un decennio. Quella delle nomine appunto il cui nodo, stando a quello che ha detto ieri il leader della Lega Umberto Bossi, dovrebbe essere sciolto al massimo entro oggi. «Tra oggi e domani – ha assicurato il senatur – ci sarà la quadra sulle nomine nelle aziende pubbliche».
Un accordo di massima è già stato raggiunto al termine di un incontro avvenuto in settimana tra il premier, Gianni Letta e Giulio Tremonti, ma per completare il puzzle occorre ancora inserire qualche tassello. La partita è comunque agli sgoccioli visto che lunedì scade il termine per la presentazione delle liste dei candidati per Eni, Enel e Finmeccanica, mentre per Terna c’è più tempo a disposizione visto che la scadenza è fissata al prossimo 16 aprile. In realtà Bossi attende il rientro del fido Tremonti dalla Cina dove il ministro ha partecipato al G20 finanziario, organizzato dalla presidenza francese. Il rientro del ministro coinciderà con l’ufficializzazione delle liste. Se per Scaroni, Conti e Cattaneo non ci dovrebbero essere problemi sulle riconferme, la partita che si sta giocando in queste ore intorno a Finmeccanica è centrale per capire cosa si sta muovendo nell’universo leghista. Infatti, se Pier Francesco Guarguaglini resiste alla presidenza di piazza Monte Grappa, perderebbe il ruolo di amministratore delegato tenuto in questi anni. Ruolo che sarebbe sdoppiato visto che Guarguaglini, che punta a mantenere la maggior parte delle deleghe, sarebbe affiancato da almeno due manager. La scelta in questo caso dovrebbe ricadere su Giuseppe Orsi, ceo di Agusta Westland e sponsorizzato dalla Lega, e da Alessandro Pansa, condirettore generale sostenuto dal direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli.
Nelle ultime ore si starebbe intensificando il pressing leghista anche sulle presidenze di Enel e Eni: per la prima il nome leghista è quello di Gianfranco Tosi che potrebbe sostituire Piero Gnudi, mentre per la seconda il Carroccio sarebbe lo sponsor di Massimo Ponzellini che potrebbe insediarsi alla presidenza dell’Eni al posto di Roberto Poli. Come si ricorderà il banchiere è dato da tempo vicino al senatur tanto da essere stato invitato alla “Cena degli Ossi” d’inizio anno con commensali del calibro di Bossi, Tremonti e Calderoli.
Se dunque nella spartizione politica delle nomine societarie, da cui evidentemente appare avulso il merito, la Lega la farebbe da padrone, oggi i riflettori sono puntati su un altro giro di nomine: quelle inerenti gli avvicendamenti indicati dal direttore generale della Rai Mauro Masi. Il dossier è arrivato ieri sul tavolo del consiglio di amministrazione che, tuttavia, lo affronterà solo questa mattina: Susanna Petruni dovrebbe andare a dirigere il Tg2, mentre è polemica sull’arrivo da Sky di Franco Ferraro come vicedirettore del Tg1. Una nomina esterna che fa discutere tanto che l’Usigrai si è detto al riguardo pronto allo sciopero.
da Europa Quotidiano 01.04.11