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"L´ultima beffa a scuola ora l´inglese lo insegna la maestra di matematica", di Corrado Zunino

L´ultima beffa a scuola ora l´inglese lo insegna la maestra di matematica. La riforma Gelmini taglia 11mila docenti . In poche lezioni i docenti “generalisti” dovranno imparare la lingua. Critica anche la Cisl: “La qualità dell´offerta formativa si sta facendo scadente”. L´inglese maccheronico avanza nelle scuole elementari italiane. L´ultima perla della riforma Gelmini, sottaciuta nei suoi effetti evidenti in questi giorni, è stata la cancellazione degli 11.200 maestri d´inglese – solo d´inglese – dalle primarie del paese. Dovranno riconvertirsi rapidamente, a partire dalla prima tranche (4.500 insegnanti), e diventare “generalisti”, educare all´italiano, alla geometria, ai primi rudimenti di scienze. In questa scuola elementare, la scuola elementare che il mondo ci copiava e alla terza stagione di tagli imbarca acqua come una bagnarola, i maestri generalisti (di “area letteraria” e di “area matematica”) dovranno invece imparare l´inglese, se già non lo sanno, e portarlo a un tale livello da poterlo insegnare ai nostri ragazzi tra i sei e i dieci anni.
L´infanzia, lo dice diversa letteratura scientifica, è l´età migliore per apprendere una lingua straniera e la conoscenza dell´inglese a livelli eccellenti è condizione indispensabile per trovare un lavoro di qualità nel mercato senza trincee. Di più, la prima delle tre “i” berlusconiane – l´inglese, appunto, che apriva le campagne elettorali dei Novanta basate poi su Internet e impresa – sotto il governo scolastico gelminiano è diventato un dialetto insegnato con la precarietà delle cose poco importanti.
Per fare lezioni d´inglese alle elementari basterà un corso triennale di 340 ore, cento ore l´anno di cui quaranta offerte su Internet. Con i rudimenti delle prime quaranta ore assorbiti la scorsa estate con un tutor, duemila maestre generaliste (le insegnanti donne sono maggioranza alle elementari) già balbettano in classe il loro “I´m the teacher” agli scolari di prima e seconda. «Nel corso delle tre ore serali ridiamo per non disperarci, gli strafalcioni sono esilaranti», racconta Maria Antonia, maestra italianista di Tempio Pausania. «Io non ho mai sfiorato un libro scritto in inglese, solo studi francesi, e oggi la mia pronuncia è uno strazio. A 44 anni sono dovuta partire dall´alfabeto, x, y, w, e dopo quattordici lezioni siamo alla descrizione di una persona, i sostantivi del vestire, gli aggettivi adatti. Ma che potremo insegnare ai nostri scolari? I miei figli sono iscritti alle elementari e le assicuro che sono loro, che hanno appreso la lingua da maestre specialiste, ad aiutarmi a fare i compiti a casa. I test su Internet sono finti: in molti chiedono a parenti e amici le risposte, poi le inviano in piattaforma. Tanto chi sarà bocciato alle prove di fine corso dovrà insegnare lo stesso l´inglese in classe».
Maestri di 50 anni buttati nella mischia, maestre costrette a recuperare baby sitter per la sera e comprarsi il computer. Sui test d´inglese è stata dura anche la Cisl scuola, spesso vicina al ministro Gelmini: «La qualità dell´offerta formativa si sta facendo scadente». A Caserta diversi docenti si sono rifiutati di continuare i corsi, a Pavia non si sa quando partiranno. Marianna Pirinu, insegnante d´inglese in Gallura, da 13 anni: «Ho una certificazione internazionale con test corretti a Cambridge, cinque anni con insegnante madrelingua e devo essere messa da parte perché il ministero ha deciso che chiunque può insegnare l´inglese».

La Repubblica 31.03.11

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