Naufragio nelle acque tunisine. In salvo altri 203, arrivati a Lampedusa
L’incidente alle 4 del mattino in una zona turistica a 20 chilometri da Tunisi. In nove sono riusciti a mettersi in salvo
ROMA — Erano partiti da poco. Forse uno scoglio, forse un movimento troppo brusco, forse il semplice fatto che il peschereccio su cui erano saliti per raggiungere l’Italia era a dir poco sgangherato. Il naufragio si è consumato alle 4 del mattino di ieri davanti alla spiaggia di Marsa, una zona turistica a 20 chilometri da Tunisi. Si sono salvati in nove, quattro sono stati soccorsi dai pescatori altri cinque hanno nuotato fino a riva per un’ora buona. I dispersi sono 26, e la polizia tunisina dice che le speranze di ritrovarli vivi sono davvero poche. Hanno rischiato di fare la stessa fine anche i 203 immigrati che ieri sono arrivati a Lampedusa. Il loro barcone, anche questo sgangherato, stava affondando a 21 miglia dall’isola. Ma l’arrivo di una motovedetta della Guardia costiera, dopo l’avvistamento da parte di un aereo, ha evitato il peggio. Gli immigrati, tra cui 20 bambini, sono stati portati sull’isola e da lì nel centro di prima accoglienza. Ieri mattina ne erano arrivati altri 19, trovati sull’isola dopo che erano riusciti a sbarcare, domenica, 32: il segno che la tregua degli sbarchi a Lampedusa è durata una settimana appena. E infatti la situazione nel centro di prima accoglienza è tornata a farsi pesante: 1.583 persone contro una capienza di 1.200 che già è piuttosto generosa perché prevede il pernottamento all’aperto per molti. Rimpatri e trasferimenti arriveranno ad alleggerire una situazione che però, senza novità vere, tornerà a farsi difficile con i prossimi sbarchi. E infatti al ministero dell’Interno dicono che si stanno stringendo i tempi sugli accordi con i Paesi del Mediterraneo. Prima di tutto quello con la Libia sui pattugliamenti misti delle coste. Una delegazione del Viminale è in queste ore a Tripoli per definire con i libici i dettagli tecnici. Dopo la ratifica dell’accordo da parte del parlamento libico, prevista entro questo mese, le prime pattuglie miste dovrebbero essere operative nelle prossime settimane, in modo da fermare alla fonte almeno una parte del flusso. Si cerca di accelerare — spiegano al Viminale — anche sugli accordi di riammissione con Tunisia, Marocco, Algeria e Nigeria. Ci sono già, ma prevedono il rimpatrio degli extracomunitari uno alla volta, procedura costosa e di fatto non sempre applicata. Saranno rivisti seguendo il modello dell’accordo già operativo con l’Egitto che prevede i rimpatri di gruppo, più efficaci ed economicamente sostenibili. Secondo le stime della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) il numero dei clandestini nel nostro Paese è raddoppiato rispetto all’anno scorso, passando da 350 mila a 650 mila. Considerando anche quelli in regola gli immigrati nel nostro Paese sono arrivati a 4 milioni e 300 mila con un aumento in un anno del 9 per cento. Le stime dicono che nel 2030 arriveremo a 8 milioni. Lorenzo Salvia, Corriere della Sera del 20.1.2009
Pubblicato il 20 Gennaio 2009