Se il 2008 è stato un anno nero per l’Italia – il Pil si è contratto dello 0,6% – il 2009 si annuncia come un anno drammatico. Il nostro paese subirà una profonda recessione. Il prodotto interno lordo si contrarrà del 2%. In termini di produzione si tornerà ai livelli del 2005, in termini di occupazione anche più indietro. Dopo i dati di Banca d’Italia, l’allarme questa volta è lanciato dall’Unione europea. Che prevede una leggera ripresa nel 2010, con un +0,3%, ma si lascia aperta la porta a una possibile revisione delle stime.
Italia
La Commissione rileva come l’Italia «si sia mossa verso la recessione nel 2008 man mano che la domanda interna vacillava». Le esportazioni nette hanno contribuito positivamente alla crescita reale solo perché la riduzione delle importazioni è stata più elevata di quella delle esportazioni. Una significativa contrazione della crescita nel quarto trimestre avrà un effetto di trascinamento quest’anno, quando il Pil reale si contrarrà del 2%, mentre «migliorerà lentamente nel corso dell’anno». Il pacchetto di misure anticrisi, che ammonta a 0,4% del pil nel 2009, e sarà compensato principalmente da misure addizionali una tantum, «darà qualche sostegno alle famiglie e alle imprese più colpite dalla crisi». Anche grazie alla bassa inflazione, il consumo privato riprenderà lentamente, il sostegno del governo alle banche dovrebbe facilitare le condizioni di credito, gli investimenti pubblici accelereranno. L’Italia comunque non sarà sola. Tra i principali Paesi della zona euro, la Germania chiuderà il 2009 a quota -2,3%, la Francia -1,8% e la Spagna a -2%.
Disoccupazione e Deficit
La recessione porterà anche a un drastico taglio degli occupati. Secondo Bruxelles, nel 2009 il tasso di disoccupazione nell’area euro, è destinato a passare dal 7,5% dell’anno scorso al 9,3%, per poi toccare il 10,2% nel 2010. Il dato sfonderebbe così la soglia del 10% per la prima volta dal 1998.
Si modificheranno anche i deficit pubblici dei paesi dell’Eurozona (4,0% del Pil) e della Ue nel suo complesso (4,4%). Secondo le stime, fra i membri dell’euro il deficit più alto rispetto al Pil è quello dell’Irlanda (11,0%), che già nel 2008 era a 6,3%. Ma le previsioni sul deficit (vale a dire la spesa pubblica non coperta dalle entrate) sono molto oltre la barra del 3% anche per la Spagna (6,2%), la Francia (5,4%), e il Portogallo (4,6%). Sforamento, ma più lieve, anche per l’Italia (3,8%) e la Grecia (3,7%), mentre restano vicini ai limiti di Maastricht la Germania (2,9%) e il Belgio (3%).
L’Unità, 19 gennaio 2009
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