Dopo il terzo stupro in 10 giorni, per sensibilizzare le autorità e chiedere maggiori garanzie contro la violenza sulle donne, il Pd organizza una fiaccolata sulle scale del Campidoglio mercoledì 2 marzo a partire dalle ore 19.00
Se le cose non cambieranno e in poco tempo, allora negli aeroporti e nelle stazioni di Roma ci dovrà essere un bel cartello che avvisa “care straniere, mi raccomando non andate in giro con sconosciuti, non camminate la sera da sole, non date confidenza a nessuno altrimenti rischiate grosso. E la stessa cosa vale anche per le ragazze italiane”. Sembra solo una provocazione paradossale ma il fatto che la Capitale d’Italia, fino a pochi anni fa una tra le città più sicure d’Europa, sia diventata improvvisamente luogo di stupri lascia davvero stupefatti. Di chi è la colpa?
La terza violenza sessuale su una giovane donna avvenuta nel giro di soli 10 giorni pone un allarme a cui il sindaco Alemanno deve rispondere, assumendo in prima persona tutte le responsabilità. Per la sua credibilità, soprattutto se si ricorda che gran parte della sua campagna elettorale “Roma cambia” è stata giocata proprio sul problema della sicurezza nella città. E se oggi Roma è cambiata si può dire con certezza che è cambiata in peggio.
“Si è verificata ieri sera a Roma la terza violenza sessuale nell’arco degli ultimi dieci giorni. L’emergenza è ormai sotto gli occhi di tutti i cittadini. Non abbiamo nessuna intenzione di strumentalizzare ma neanche di rimanere in silenzio, chiediamo perciò all’amministrazione capitolina di rendere conto di quanto fatto.” Questo è il commento di Roberta Agostini, portavoce della Conferenza nazionale delle donne del Pd.
“Ciò che se ne ricava è un giudizio totalmente negativo nei confronti della giunta Alemanno sia sul versante dell’ordine pubblico, sia su quello altrettanto importante della prevenzione. Comitati di cittadini e associazioni avevano denunciato da tempo il degrado in cui versava l’ex ambasciata somala ma non è stato preso alcun provvedimento. Non possiamo, infine, non denunciare – prosegue la Agostini – il silenzio assordante del Governo nazionale su questi temi e sottolineare la mancata approvazione di un piano anti-violenza. L’Italia non si è dotata di una strategia complessiva che disponga di risorse certe e che sia volta a sviluppare quelle politiche di prevenzione e di accoglienza sostenendo le numerose attività delle associazioni delle donne e dei centri anti-violenza che, in molte parti del paese, sono lasciate sole a combattere contro un fenomeno sempre più grave. Invitiamo perciò i cittadini – conclude la Agostini – a partecipare numerosi alla fiaccolata organizzata dal Pd sulle scale del Campidoglio mercoledì 2 marzo alle 19.”
“Ora basta! In pochi giorni a Roma un nuovo gravissimo episodio di violenza su una giovane donna. Ancora una volta la capitale si rivela una città percorsa da una inaccettabile ostilità alla libertà e dignità femminile. E l’8 marzo ci mobiliteremo anche per questo.” Lo afferma Rosi Bindi, presidente dell’Assemblea Nazionale del Pd. “La sicurezza – continua la Bindi – è stata la parola d’ordine usata con cinismo dalla destra per conquistare il governo della città ma ora Roma non è una città per donne. E la questione non riguarda più solo i romani: la qualità della vita della capitale d’Italia riguarda tutti noi e investe anche l’immagine del paese all’estero. Il sindaco Alemanno ha fallito su tutta la linea: hanno lavorato solo per se stessi, abbandonando le famiglie e i cittadini ai loro problemi e dimenticando – conclude la Bindi – i bisogni veri della capitale.
“C’è ormai una questione ‘sicurezza per le donne’ nella Capitale. Credo che questo sia il fallimento più cocente, ai danni purtroppo delle donne, tra i molti del sindaco Alemanno. Se non ricordo male quello della sicurezza contro la violenza sulle donne è stato proprio un suo cavallo di battaglia alle ultime elezioni per la guida della Capitale”. Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. “Purtroppo non passa ormai giorno – sottolinea Finocchiaro – che non si verifichi una violenza sessuale contro una donna a Roma. E non si parla più solo delle periferie, ma anche del centro storico, non solo di donne italiane ma anche di turiste straniere. E’ chiaro ai nostri occhi che più sicurezza non può far rima con tagli di risorse e mezzi alle forze dell’ordine e alle strutture e misure per la prevenzione. Di più, credo purtroppo che questo sia anche l’esito del clima più generale di scarso rispetto per la dignità e il corpo delle donne che si respira nel Paese. Di certo, si tratta di un grande fallimento del sindaco Alemanno. Per questo fanno bene le donne del Pd romano ad organizzare una fiaccolata il 2 marzo sulle scale del Campidoglio, perché Roma torni ad essere sicura anche per le sue cittadine”.
Per Jean-Leonard Touadi, deputato Pd “mentre il sindaco si trastulla con gli Stati generali la situazione della città peggiora in maniera impressionante: stanotte c’è stato il terzo stupro in dieci giorni. Alemanno lo commenta cercando di scaricare le responsabilità per la sicurezza nella città e dicendo che stavolta si tratta di uno stupro diverso dagli altri. E’ evidente che simili dichiarazioni non stanno in piedi: il caso di stanotte segnala semmai che una situazione difficile come quella dell’ex ambasciata somala abbandonata e occupata sia stata trascurata. Io stesso mi ero recato in due occasioni all’ex ambasciata dove vivono in condizioni incredibili soprattutto dei rifugiati in uno stato di abbandono e degrado. Avevo chiesto alle autorità nazionali e locali di intervenire perché la situazione non poteva che peggiorare: permettere che in città crescano dei “non luoghi” come questo produce una situazione in cui la violenza finisce per manifestarsi. Nessuno ha fatto nulla. La verità è che per questa destra la sicurezza è solo materia di propaganda elettorale: serie politiche per rendere più sicura la vita dei romani non sono state perseguite. I risultati che le statistiche sulla criminalità mettono in luce sono legati a quel patto per la città che fu stretto dalla vecchia amministrazione. A quello non è seguito nulla di concreto e l’azione amministrativa non c’è stata. Alemanno passa il suo tempo a celebrare il glorioso futuro della capitale ma nel frattempo costruisce un presente di cattiva amministrazione, assunzioni per gli amici e meno sicurezza per tutti”.
“Nessuna deportazione di gruppo ma una ricerca e una dura condanna delle responsabilità individuali”. Così Marco Pacciotti, coordinatore Forum immigrazione e Amedeo Piva, vice segretario Pd Roma, sulla proposta di Alemanno di espellere i 70 somali rifugiati nello stabile di via dei Villini. “Le affermazioni di Alemanno sono irresponsabili. Va accertata la responsabilità di chi ha commesso il reato, un atto abominevole che va perseguito come previsto dalle nostre leggi con la detenzione ma, di certo, non con una espulsione di gruppo. Queste persone che avevano preso rifugio nella ex sede dell’ambasciata somala, sono dei profughi e come tali sono sotto protezione dello Stato italiano. La scelta di chiudere la sede dell’ex ambasciata somala è giusta, visto le condizioni di degrado in cui versa. È, tuttavia, altrettanto giusto che chi gode della protezione dello Stato italiano possa usufruire delle garanzie e dei sostegni previsti dagli accordi internazionali e dal Trattato di Dublino”.
Dello stesso parere anche Khalid Chaouki, responsabile Seconde Generazioni del PD: “la risposta di Alemanno è vergognosa e richiama alle peggiori reazioni e punizioni collettive degne di regimi e governi per nulla democratici. Alemanno non può confondere quello che alcuni soggetti somali avrebbero commesso con la collettività dei rifugiati somali. Ci saremmo aspettati maggiore cautela e attesa degli accertamenti in corso da parte delle autorità competenti”.
da www.partitodemocratico.it