Cominciamo dal messaggio lanciato al premier da Napolitano? Di Berlusconi che rilancia la legge sulle intercetta zioni e la riforma della giustizia? O magari da Fli che perde un altro pezzo? Ma no, risponde Dario Franceschini, «partiamo da Sanremo».
Sta scherzando?
«Può sembrare una battuta ma non lo è. Il capogruppo del Pd alla Camera si prepara a un`altra settimana snervante, con un Parlamento «ridotto alla paralisi» e una maggioranza che «porterà in Aula tutte le porcherie che ha in cantiere, anche a costo di devastare tutto, solo per salvare Berlusconi».
Un quadro a tinte fosche, nel quale però Franceschini individua un barlume di luce. Che viene da Sanremo? Sorride, e inizia a spiegare:
«Negli ultimi mesi ho visto un`assuefazione preoccupante nel Paese. La capacità di reagire e indignarsi è apparsa affievolita, anche se confrontata con quella a cui abbiamo assistito tra il 2001 e il 2006 di fronte a vicende anche di minore gravità. Ecco, nelle ultime settimane, prima con l`iniziativa al Palasharp, poi con le grandi manifestazioni in tutta Italia a difesa della dignità della donna, abbiamo visto qualcos`altro. E poi negli ultimi giorni, a Sanremo, luogo nazionalpopolare per eccellenza, ci sono stati due episodi: 20 milioni di italiani che sono rimasti incollati davanti al televisore per ascoltare Benigni parlare di valori, unità nazionale, sacrificio per un`ideale, e poi la vittoria, grazie al televoto, di una canzone come quella di Vecchioni, tutta di valori. Può sembrare una sciocchezza? Forse per qualche addetto ai lavori, ma l`Italia è anche altro».
Però, anche se sta venendo alla luce questo «serbatoio forte di valori e di voglia di reagire», Franceschini non è tranquillo.
«Adesso inizia la parte più difficile, perché più Berlusconi vede vicino il suo definitivo tramonto, più reagisce in modo sconsiderato. Non si può classificare nella categoria degli uomini politici normali, che accettano di perdere per evitare di travolgere il Paese, la paralisi del sistema e lo sfracellarsi della propria coalizione. Berlusconi trascina tutto in un buco nero, solo per tentare di salvare se stesso». Ecco perché per il capogruppo del Pd alla Camera è «difficile prevedere» cosa potrà succedere nelle prossime settimane. Certo, aggiunge, «le parole del Capo dello Stato – pur come sempre in istituzionalmente corretto – sono una sorta di richiamo nei confronti del premier». Basterà per dissuadere il premier e i suoi dal procedere su legge bavaglio, immunità parlamentare e quant`altro? Franceschini si dice certo che «porteranno in Parlamento tutte le porcherie che hanno in cantiere, anche a costo di devastare tutto solo per salvare Berlusconi», ma si dice altrettanto convinto che
«non riusciranno nell`intento». E se in qualche retroscena giornalistico si parla addirittura della tentazione che ci sarebbe nel Pd (soprattutto tra gli ex-Ppi) di aprire un confronto proprio sul ritorno all`immunità parlamentare, Franceschini esclude seccamente l`ipotesi di un`apertura:
«Non è né sarà mai la linea del Pd. Non si può tornare indietro. Sarebbe folle prevedere l`immunità per 945 parlamentari per garantirla a Berlusconi. E poi se è sbagliata per Berlusconi è sbagliata anche per tutti gli altri deputati e senatori». Circa le difficoltà che sta attraversando Fini, dice che non c`è da sorprendersi:
«Sta combattendo a mani nude contro i carri armati». Anche con lui, per Franceschini, il Pd dovrà lavorare nel «dopo-Berlusconi». La road-map che delinea passa per un`opposizione che non deve trascurare l`importanza della mobilitazione nella società», per la fine di una maggioranza che nonostante la compravendita «c`è solo nelle grandi occasioni – voti di fiducia o su Berlusconi – perché in aula a votare arriva tutto il governo, ma per il resto condanna il Parlamento alla paralisi», e poi per la necessità di aprire una «fase ricostruttiva»:
«Un`ampia coalizione non è solo legata all`esigenza di battere Berlusconi. E che dopo di lui il Paese sarà pieno di macerie di tutti i tipi: economico, istituzionale, ma soprattutto morale. In questi anni c`è stato un rovesciamento della gerarchia dei valori, dall`unità nazionale in giù».
Ricostruire con un uomo di destra, come Fini, e uno contrario al bipolarismo, come Casini?
«Sì, perché ricostruire è un`operazione che non può fare una parte sola, si fa insieme agli avversari (naturalmente non quelli che hanno creato questa situazione) se vogliamo che dia frutti duraturi». Poi, dice, si può tornare alla «normale fisiologia democratica».
E il tema di chi dovrebbe guidare questo ampio arco di forze?
«Va in coda l’ Immunità parlamentare «É folle prevedere un ritorno della norma Il Pd è e sarà contrario» Ampia coalizione «Servirà a ricostruire sulle macerie prodotte da questo esecutivo».
Segnali da Sanremo «Hanno vinto Benigni e una canzone che parla di valori»
La compravendita «Non basta a governare infatti il Parlamento è in piena paralisi»
L’Unità 21.02.11