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Milleproroghe, salta il voto delle commissioni. Il governo non rischia e porta il testo in Aula

La maggioranza, facendo auto-ostruzionismo, si era iscritta in massa a parlare. Martedì il passaggio alla Camera, inevitabile la fiducia per blindare il testo del decreto

ROMA – Salta il voto delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera sul Milleproroghe e la conta ci sarà direttamente in Aula martedì prossimo. Il governo si salva così da sicure sconfitte nelle votazioni sugli emendamenti e nel voto finale. Alla luce dell’auto-ostruzionismo della maggioranza – i deputati di Pdl e Lega si erano iscritti in massa a parlare -, l’ufficio di presidenza delle Commissioni ha preso atto che non c’erano le condizioni per procedere alle votazioni e spedito il testo direttamente al giudizio dell’Aula. L’operazione è stata fatta proprio per evitare bocciature nei due organismi dove l’opposizione aveva i numeri teorici per prevalere: 25 contro i 24 della maggioranza alla commissione Bilancio; 24 a 24 nella Affari costituzionali (Karl Zeller, Svp, non era presente).

Martedì, a riferire in aula al posto dei relatori saranno i presidenti delle due commissioni, Giancarlo Giorgetti (Bilancio) e Donato Bruno (Affari costituzionali), mentre si dà per scontato il fatto che il governo metta la fiducia per blindare il testo contro ogni proposta di modifica.

Dal canto suo, l’opposizione ha scelto di non protrarre la discussione all’infinito. Decisione non condivisa dall’Idv. “Bisognava andare avanti a oltranza anche in notturna”, ha spiegato Antonio Borghesi dell’Idv. “Questo decreto è il punto più basso del degrado istituzionale del nostro Paese”, ha aggiunto, “visto che ci sono norme, quelle inserite in Senato dal governo dopo l’esame delle commissioni, che così non saranno vagliate da nessun ramo del Parlamento”.

Per il Pd invece è stata una vittoria. “Si è preso atto che nelle due Commissioni il governo non ha una maggioranza”, ha sottolineato il vicepresidente del gruppo Michele Ventura, “è un fatto da rimarcare che non si sia votato il mandato al relatore, non è una cosa che si vede di frequente. Così come non si era mai vista una maggioranza che si iscrive a parlare in massa”.

Di tutt’altro avviso il Pdl. “Oggi c’è stato solo un incaglio di carattere tecnico”, ha spiegato Massimo Corsaro vicepresidente dei deputati del Popolo della libertà, “l’ufficio di presidenza della Camera dovrebbe prendere atto che la formazione delle due commissioni non rappresenta più l’attuale maggioranza. E in Aula si dimostrerà che la maggioranza parlamentare esiste”.

Per Fli è l’ennesimo boicottaggio del dialogo da parte della maggiornaza. “Una maggioranza senza maggioranza nella congiunta bilancio-affari costituzionali decreta la fine del dibattito democratico e costituzionale su un provvedimento atteso e importante”, ha detto Aldo Di Biagio, deputato di Futuro e Libertà. “In commissione erano in minoranza, hanno preferito fare ostruzionismo e non votare il mandato al relatore respingendo di fatto tutti gli emendamenti per l’aula”, ha aggiunto il deputato.

Martedì in aula i rappresentanti delle opposizioni si iscriveranno in massa a parlare. “Ci iscriviamo tutti a parlare, faremo le barricate”, hanno detto in conferenza stampa Nino Lo Presti (Fli), Pier Paolo Baretta (Pd), Antonio Borghesi (Iidv) e Mauro Tassone (Udc).

da www.repubblica.it

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