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Governo in perenne conflitto con la Costituzione

Bersani: “Invece di modificare l’articolo 41 il Pd propone 41 norme di liberalizzazione e già da domani 30 saranno in rete, aperte al contributo dei cittadini.Berlusconi sgombri il campo, e poi l’agenda riguardi l’Italia”. In perenne conflitto con la Costituzione, il governo si riunisce domani con l’obiettivo di mettere a punto delle misure idonee a dare (l’espressione è del premier Berlusconi) “una scossa all’economia” del Paese: per l’esecutivo, il punto di partenza è la modifica dell’articolo 41 della Carta.

Da Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, arriva l’appello al governo “perché rifletta prima del Consiglio dei Ministri di domani. Lo invito a non mettere mano all’articolo 41 della Costituzione, perché la modifica sarebbe assolutamente pleonastica dal punto di vista pratico. Da ministro – ha ricordato Bersani – feci tutto nel rispetto della Costituzione, mentre mettere mano ad un articolo della prima parte della Costituzione non è un bel segnale in un momento in cui bisogna che la Costituzione resti una base della convivenza”.

In relazione al possibile varo di norme sulle liberalizzazioni e sugli incentivi, essi “non sarebbero un’iniziativa governativa ma adempimenti tardivi – ha messo in evidenza il leader del Pd – visto che da un anno aspettiamo la legge annuale sulla concorrenza. Buttiamoci al concreto: invece di modificare l’articolo 41 il Pd propone 41 norme di liberalizzazione e già da domani 30 saranno in rete, aperte al contributo dei cittadini. La scossa all’economia – ha concluso Bersani – non può venire da rinvii ma, punto uno, Berlusconi sgombri il campo, e poi l’agenda riguardi l’Italia. Se fosse così noi ci saremmo”.

Processo breve: Bersani lo ha definito “uno schiaffo al diritto di giustizia dei cittadini, è una legge ad personam, un avvitamento dell’Italia ai problemi del premier, è l’occupazione del Parlamento. Se ne deve andare Berlusconi in breve, altro che processo breve”.

In una nota, Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, ha sottolineato che “Tremonti e Romani hanno presentato come una grande svolta il ricorso a meccanismi di incentivazione automatica. In realtà, si tratta del credito d’imposta agli investimenti nel Mezzogiorno e del credito d’imposta per ricerca ed innovazione, decapitati con la tagliola del click day nell’estate del 2008. La vera svolta, ma regressiva ed inaccettabile – ha concluso Fassina – vi sarebbe se le risorse per gli incentivi fossero sottratte agli investimenti delle regioni del Mezzogiorno. Saremmo di fronte, ancora una volta, al gioco delle tre carte a cui ci ha abituato il ministro Tremonti”.

Per Pietro Ichino, senatore del Partito Democratico ed economista, “il governo, presentando la riforma dell’articolo 41 come necessaria per l’opera di liberalizzazione e semplificazione del nostro ordinamento, vuole accreditare l’idea non vera che lacci e lacciuoli siano oggi imposti dalla Costituzione”. Secondo l’esponente del Pd, è in corso da parte dell’esecutivo il tentativo “di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da tutti gli che vanno in direzione esattamente contraria alla liberalizzazione dell’economia: per esempio, la legge sull’ordinamento forense, di stampo schiettamente corporativo, che è stata fatta scrivere direttamente dal Consiglio nazionale forense e intorno alla quale – ha concluso Ichino – proprio in questi giorni la maggioranza sta facendo quadrato alla Camera”.

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