Le opposizioni insorgono contro il libera del decreto del governo sul fisco municipale. C’è malumore anche al Colle, che, secondo quanto si apprende, non è affatto scontato che firmi il provvedimento varato ieri sera in fretta e furia dal governo sul nuovo fisco dei comuni, dopo il mancato disco verde in commissione bicamerale. «Siamo in una situazione senza precedenti» ha detto il leader di Fli e presidente della Camera, Gianfranco Fini. Soprattutto, ha osservato Fini, sul fisco municipale c’è stata una bocciatura in commissione che non è solo politica ma di merito. «Forze politiche di opposizione che sempre avevano sostenuto la trasformazione in senso federale dello Stato si sono trovate nella condizione obbligata di esprimere un diniego» spiega Fini.
Bersani: inaudito schiaffo al parlamento
«Uno schiaffo al Parlamento l’ok del decreto governativo sul federalismo municipale», ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Che ha rincarato la dose: «una lesione senza precedenti alle prerogative delle commissioni parlamentari fissate per legge. Un vero atto di arroganza». «Il governo Berlusconi-Bossi, dopo tanta propaganda – ha detto Bersani – finisce per approvare con un colpo di mano il federalismo delle tasse». Sulla stessa lunghezza d’onda il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro: «Il governo così fa un ennesimo golpe e un forzatura illegittima», sostiene l’ex magistrato, che invoca la piazza e il voto. «Ancora una volta il governo si dimostra arrogante nei confronti delle istituzioni» ha commentato Renzo Lusetti, deputato dell’Udc, che parla della mossa in consiglio dei ministri come di un «atto di forza senza precedenti». Anche Pierluigi Castagnetti (Pd) definisce il decreto del governo «un atto politico scandaloso. Non si è mai visto – aggiunge – un Consiglio dei ministri convocato d’urgenza per esprimersi contro una scelta del Parlamento».
Terzo Polo: il governo doveva tornare al testo originario
La commissione bicamerale sul federalismo «ha sostanzialmente respinto il parere governativo, chi conosce il regolamento sa che un pareggio significa respinto e non c’é un parere alternativo. Siamo in una situazione senza precedenti», ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini. Dal Terzo Polo si sostiene che l’unico modo che il governo poteva avere per varare comunque il decreto, sarebbe stato quello di emanare il testo originario del 4 agosto: «ogni soluzione diversa si tradurrebbe in un rischio per la tenuta del sistema della finanza locale. Sarebbe saggio per il governo non assumersi questi rischi» ha detto Linda Lanzillotta, esponente dell’ Api nella Bicameralina, sostenuta anche da Rosy Bindi secondo la quale «la Corte costituzionale può ritenere il provvedimento incostituzionale. Rispettare le procedure non è un dettaglio».
Il Qurinale attende il decreto, firma non scontata
Per il presidente emerito della Corte Costituzionale, Piero Alberto Capotosti, «lo schiaffo» al parlamento alza di nuovo il livello dello scontro mentre non è da escludere la possibilità che il capo dello Stato possa «formalmente rifiutare di firmare» il provvedimento.
Baldassari (ago delle bilancia in Bicameralina): questo decreto aumenta le tasse
Quanto alla bocciatura in Commissione, determinante ai fini del risultato finale è stato il voto di Mario Baldassarri, senatore finiano che fino all’ultimo si era lasciato mano libera per decidere se sostenere o meno il provvedimento. «Non sono io l’ago della bilancia ma il provvedimento stesso. Da federalista convinto dico che questo testo produce una minore autonomia, una maggiore dipendenza dai trasferimenti e l’inevitabile risultato di aumentare la pressione fiscale». Per questo, «e con profondo rammarico», alla fine anche Baldassari ha votato «No».
Il Sole 24 Ore 04.02.11