Vittoria del Pd, in Emilia il bersaniano Merola. In Campania Cozzolino. Sotto il Vesuvio 44 mila votanti, superati i dati del 2005. Le accuse di brogli, Veltroni: “Il partito è unito e sta discutendo come tutti i grandi partiti democratici”. Il popolo Pd si riprende le primarie. Proprio quando Bersani e molti big democratici discutono di congelarle, aggiustarle, fare un tagliando, è boom di elettori a Bologna e a Napoli dove si sceglie il candidato sindaco del centrosinistra. Chi temeva il flop, è stato costretto a ricredersi.
A Napoli un record: 44.751 presenze ai gazebo, più che alle primarie di Prodi. Un ottimo risultato, che ad un certo punto ha visto Andrea Cozzolino, il “delfino” dell´ex governatore Antonio Bassolino, proclamarsi vincitore con il 37 per cento su Umberto Ranieri battuto solo per mille voti di scarto. Terzo sarebbe arrivato l´ex magistrato Libero Mancuso, candidato di Sinistra, Ecologia e Libertà. Quarto l´assessore comunale democratico Nicola Oddati. Un risultato però “sporcato” dalle polemiche reciproche sui brogli. I quattro candidati hanno tutti parlato di gravi anomalie e due consiglieri regionali dicono di avere visto in alcuni quartieri cittadini che «personaggi estranei al Pd hanno condizionato il risultato portando a votare persone in cambio di soldi». Ranieri ha chiesto di verificare il voto in alcuni sezioni e di annullare eventualmente i risultati. Richiesta di verifiche sono arrivate anche da Mancuso. Ma Cozzolino nella notte aveva già dato il via ai festeggiamenti.
Se nel capoluogo partenopeo l´ex magistrato Mancuso non è riuscito nel sorpasso del Pd (come Giuliano Pisapia a Milano), è la sfida di Bologna che ha visto i Democratici inseguiti dal candidato vendoliano. Amelia Frascaroli, cattolica, volontaria Caritas, pedagogista. I votanti sono stati 28.336, anche qui un boom, e i risultati finali vedono vincitore Virginio Merola con il 58,3 per cento. La Frascaroli ha invece ottenuto il 36 per cento. Ex assessore della giunta Cofferati, Merola era il candidato su cui puntava il Pd appoggiato anche da Maurizio Cevenini, che si è ritirato per motivi di salute. Dopo il Cinzia-gate che costrinse Flavio Delbono alle dimissioni, i Democratici bolognesi sono stati in grande fibrillazione nella città commissariata. È stato chiesto persino all´ex premier Romano Prodi di candidarsi a primo cittadino per far risalire l´appeal di un centrosinistra sotto botta. In molti pronosticavano un flop. Invece a votare sono andati in più di ventottomila per tre candidati: oltre a Merola e Frascaroli, in gara c´era anche Benedetto Zacchiroli.
E quindi, all´indomani del “Lingotto 2”- la convention di Veltroni – le primarie tornano al centro del dibattito del Pd. L´ex segretario ribadisce ieri alcune questioni. Prima fra tutte la potenzialità di un Pd che sappia attrarre: «Può contare su un elettorato del 42% . Non c´è un partito che abbia un tale potenziale», dichiara al Tg3, ricordando i sondaggi che danno attualmente il Pd al 24%. A proposito della pacificazione del partito nel momento dell´emergenza democratica e del vergognoso pantano berlusconiano, rincara: «Il Pd è unito e, come tutti i grandi partiti democratici discute: i partiti che non discutono finiscono come il Pdl. Senza un grande partito democratico forte, senza un Pd che costituisca il perno di un´alternativa al berlusconismo, non si potrà aprire un altro ciclo e bisogna oggi progettare il post berlusconismo». Ribadisce la necessità di un nuovo governo con tutte le forze post dimissioni di Berlusconi. Rosy Bindi commenta: «Non corriamo il rischio di una scissione».
La Repubblica 24.01.11