Il segretario del Pd Bersani: «Per favore, ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento». Vendola «Sgombri il campo, stiamo marcendo». Di Pietro: «Si assuma le proprie responsabilità».
L’Italia non può restare prigioniera di un «premier in fuga da se stesso e dal Paese». È l’allarme lanciato dal segretario del Pd Pierluigi Bersani. Vergogna e preoccupazione per un premier che trascina l’Italia nel fango…
Un premier «in fuga da se stesso e dal Paese». Un Paese che non può restare prigioniero delle nuove vicende giudiziarie che hanno investito Silvio Berlusconi. A lanciare l’allarme è Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd chiede «rispetto per le indagini» e che «per favore, ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento dell’Italia sui problemi di Berlusconi. Abbiamo un premier in fuga dal Paese e da se stesso. Dal Paese perché il governo cosa sta facendo? E da se stesso perché costretto ad aggirare cose vere o presunte. Non possiamo permettercelo». Sulla stessa lunghezza d’onda si muove Massimo D’Alema: «La notizia non è nuova nel senso che chiunque sia in grado di vedere le cose così come sono e di giudicarle non sarà rimasto sorpreso. Certamente l’immagine del Paese all’estero è quella che può essere con un presidente del Consiglio in questa situazione», rimarca il presidente del Copasir, a margine del convegno con i democratici di tutto il mondo organizzato alla Camera, a proposito degli ultimi sviluppi del caso Ruby.
SDEGNO GENERALE
«Mi vergogno di avere un premier che si è comportato così», incalza dice il vicesegretario del Pd Enrico Letta parlando al Tg 3. «Il primo ad essere imbarazzato è stato il ministro dell’Interno, per il modo in cui il capo del Governo si è comportato nei confronti della questura di Milano.
Io credo aggiunge Letta che in qualsiasi Paese occidentale, il presidente del Consiglio, colto sul fatto, se ne sarebbe andato». Ma non sarà così con il Cavaliere. Piuttosto che farsi da parte, Berlusconi è pronto a giocare la partita finale con la «magistratura comunista», lacerando ancor più il Paese. «L’Italia vive in questo periodo un momento drammatico di cui la vicenda Fiat rappresenta il fenomeno più evidente. È davvero stucchevole vedere e sentire gli attacchi del Pdl alla magistratura, colpevole solo di svolgere il proprio dovere, rispetto a una vicenda squallida che non fa che danneggiare il nostro Paese», rimarca Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. «Mi auguro che ci sia sacrosanto rispetto per le indagini.
Non possiamo permetterci di gingillarci di nuovo, e per mesi, con le questioni che riguardano Silvio Berlusconi e i suoi discutibili comportamenti. L’Italia chiude Finocchiaro ha bisogno di un governo che si occupi dei problemi concreti dei cittadini, cioè del lavoro, della crisi economica, del futuro dei giovani».
OMBRE SUL FUTURO
«La politica deve occuparsi dei problemi del Paese. Quando a una persona capitano dei guai giudiziari se ne occupano gli avvocati nelle sedi opportune. Non bisogna farli diventare dei problemi nazionali», avverte Piero Fassino. Le preoccupazioni del dirigenti Pd vengono rafforzate dalle dichiarazioni di guerra del Cavaliere. «È una vergogna avere un
presidente del Consiglio indagato anche per concussione e prostituzione minorile, un premier che si è messo in una condizione di tale gravità da gettare discredito sul Paese e sulle cittadine e sui cittadini italiani», sottolinea la senatrice Democratica Vittoria Franco.
Indignazione. E preoccupazione.
È il comune sentire dell’opposizione. «Come si fa a tenere in piedi questo governo, con che faccia? Con che lessico, con che dignità? Con che rapporto con il resto del mondo, con che rapporto con il Vaticano? Con che rapporto con la propria gente? Ma come si fa?», rimarca Nichi Vendola. «La vita privata del premier insiste il leader di Sinistra Ecologia e Libertà impedisce a noi di poter vivere la politica come una contesa anche civile e culturale sul futuro del Paese. Credo debba sgomberare il campo, il Paese sta marcendo grazie a Berlusconi». Duro è anche il commento di Antonio Di Pietro: «Ogni volta che deve assumersi le responsabilità dei suoi comportamenti il caimano si difende strillando di essere perseguitato, e i suoi parlamentari fanno a gara per urlarlo ancora più forte di lui», denuncia il presidente dell’Italia dei Valori.
da www.unita.it