100.000 persone a Bari con Libera contro le mafie
“La legalità non si predica, si pratica” è questo uno dei tanti slogan che campeggiavano sugli striscioni della manifestazione per la ‘XIII Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie’, organizzata da Libera a Bari.
Il successo della manifestazione è stato stupendo, circa 100.000 i partecipanti provenienti da tutta Italia. La manifestazione ha riscosso una partecipazione andata ben oltre le aspettative degli organizzatori, partecipazione che dimostra come i giovani vogliano avere un Paese libero dalle catene delle cosche mafiose, un Paese dove non si deve chiedere il permesso di qualche capo clan per lavorare autonomamente.
Durante il corteo sono stati scanditi i nomi delle oltre 700 vittime delle mafie. Nomi di semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
“Il cambiamento ha bisogno di noi, non di un Dio” queste
sono le parole di Don Ciotti, fondatore e anima di dell’associazione Libera che continua chiedendo allo Stato, alle istituzioni, alle amministrazioni “di fare la loro parte, non dimenticando le espressioni positive e rinunciando a quelle cose che non vanno bene. Dobbiamo prendere coscienza che il cambiamento ha bisogno delle nostre scelte, del nostro impegno, del nostro coraggio, della nostra voglia di metterci in gioco, delle denunce che nella quotidianità fanno la loro parte. In questo senso il lavoro con le scuole, con le università, con il mondo del lavoro, le confische dei beni, sono i segni della concretezza, della speranza”. Continua ancora Don Ciotti rivolgendosi alla società civile:” C’è la globalizzazione della criminalità e delle mafie, e noi abbiamo deciso di globalizzare una società responsabile.
Non la chiamiamo più società civile, perché civile è una parola che tutti usano. Diciamo che bisogna essere civili e responsabili”. Don Ciotti ha poi annunciato che Don la ‘Rete europea contro le mafie’ verrà presentata ufficialmente al Parlamento europeo a Bruxelles il 7 e 8 giugno.
In una lettera inviata a don Ciotti, il Segretario del Pd Walter Veltroni scrive: ‘”L’impegno per sconfiggere la mafia è per me e per il Pd un impegno costante, una priorità quotidiana e non certo un’emergenza occasionale”. Impegno che “per noi non deve mai calare d’intensità. Una lotta che va condotta non solo come impegno morale ma per il futuro delle giovani generazioni, per impedire che sia sequestrato il loro futuro”.
In prima fila alla manifestazione c’era, tra gli altri il Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, che è positivamente sorpreso di vedere “una folla di ragazzi e di ragazze così straordinaria”. Prosegue elogiando la gioventù del Mezzogiorno che secondo Massimo D’Alema “vuole qualcosa di diverso rispetto a ciò che è stato conosciuto per troppi anni, è una gioventù che si riconosce in nuovi eroi che, fortunatamente, sono le persone che hanno combattuto contro la mafia. È una bellissima manifestazione e, soprattutto – ha continuato D’Alema – quello che colpisce e che emoziona è la presenza di tanti ragazzi: è un segno fondamentale perché è da loro che si parte. Occorre cioè sradicare la cultura della mafia, attraverso la partecipazione, la passione, e la consapevolezza dei più giovani”.
Aggiunge poi il Ministro degli Esteri: “Arrestare tanti boss mafiosi e disarticolare i clan, liberare pezzi del territorio, restituire il Mezzogiorno allo sviluppo e al lavoro, questo è quello che questo governo ha voluto fare. Quindi – ha aggiunto – non siamo con le mani in mano, però non c’è dubbio che è una lotta lunga, difficile, e la si vince soltanto se c’è una nuova cultura, una nuova spinta che viene dalla società”.
A conclusione della marcia è intervenuto anche il sindaco di Capaci, Enzo Longo, chiedendo che la giornata della memoria del prossimo anno venga svolta nel suo paese, tristemente famoso per la strage dinamitarda con cui nel 1992 la mafia uccise il giudice Falcone, la moglie, l’autista e tutti gli uomini della scorta.”La mafia non è sconfitta e soprattutto bisogna sconfiggere il male incurabile: l’omertà”, ha ricordato Longo.
Questa manifestazione ha dato un segnale chiaro, il segnale che i giovani del Sud non vogliono più subire l’influsso della mafia, e questo può essere sintetizzato in due slogan che si potevano leggere sugli striscioni durante la manifestazione: “Fuori le mafie dalle nostre vite” e “Insieme per ricordare e cambiare”.