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Presidente Napolitano firma il Ddl Gelmini ma con rilievi

Ghizzoni: su riforma resta il giudizio negativo ma siamo disponibili al confronto per il futuro del Paese.
“La lettera del Presidente della Repubblica conferma la grande attenzione e sensibilità riposta dal Quirinale sulla legge di riforma delle università. Altresì impegna il governo a un confronto con le parti interessate in tutta la complessa fase attuativa della legge Gelmini.

Pur mantenendo, fermo il giudizio negativo sui contenuti del provvedimento, il Pd non farà mancare le proprie sollecitazioni anche su quei decreti ministeriali che non prevedono ulteriori passaggi parlamentari e sugli atti che il governo dovrà mettere in campo per ottemperare precisi impegni contenuti negli ordini del giorno approvati alla Camera e al Senato.

Sarà quello uno dei banchi di prova per verificare la reale disponibilità al dialogo dell’esecutivo.

Non ci siamo mai sottratti nè mai ci sottrarremo a un confronto di merito su un tema, come quello dell’università, da cui dipende il futuro del nostro Paese”.

Cosi la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera commenta le osservazioni del Quirinale alla riforma Gelmini.

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“Si ricerchi un costruttivo confronto sulla complessa fase attuativa della legge per l’Università”

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai sensi dell’art. 87 della Costituzione, ha promulgato la legge ‘Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario’ non avendo ravvisato nel testo “motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare”.

Il Capo dello Stato ha contestualmente indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri nella quale si rileva che: “l’attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26”.

Al di là del possibile superamento – nel corso del processo di attuazione della legge – delle criticità relative agli articoli menzionati, per il Presidente “resta importante l’iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative – sul piano dei contenuti e delle risorse – delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall’Assemblea”.

Il Capo dello Stato ha auspicato che “su tutti gli impegni assunti con l’accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate”.

www.quirinale.it

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Università, il Colle firma il ddl ma chiede correzioni

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato oggi la riforma Gelmini, la legge recante “norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”. Ma il Capo dello Stato, rende noto un comunicato del Colle, ha contestualmente indirizzato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri in cui si sollevano diverse osservazioni, con cui auspica il «superamento delle criticità» presenti nella riforma, partendo da un «costruttivo confronto con tutte le parti interessate».

Nella lunga lettera indirizzata a Silvio Berlusconi, Napolitano spiega: «Promulgo la legge, ai sensi dell’art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. l’attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26».

Nel dettaglio
«Per quel che riguarda l’articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato, pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore, si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all’impegno assunto dal ministro gelmini nella seduta del 21 dicembre in senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’articolo».

L’art. 23 della riforma universitaria appena promulgata, che riguarda i contratti di insegnamento, appare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale».

Giorgio Napolitano considera inoltre «non coerente con il criterio del merito» la parte dell’art.4 della legge di riforma dell’Università che prevede l’assegnazione delle borse di studio con una «riserva» che tiene conto dell’appartenenza territoriale degli studenti.

Il ministro Gelmini: “Ne terremo conto” «Certamente, insieme al presidente Berlusconi, terremo conto delle osservazioni formulate dal Quirinale», ha promesso il ministro dell’Istruzione.

www.unita.it

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Università, Napolitano: sì a riforma
ma riscontra “criticità” nel testo

Dubbi tecnici su alcuni articoli della legge varata dal Senato il 23 dicembre tra le proteste di studenti e docenti. Gelmini: “Osservazioni non su elementi portanti”. Gli studenti: “Chiediamo a rettori di disobbedire”

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge di riforma (testo) 1dell’università approvata dal Parlamento il 23 dicembre 2, rilevando la presenza di “criticità” nel testo. In una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri il capo dello Stato auspica infatti che “con successiva legislazione ministeriale” si risolvano le “talune criticità” riscontrate nel testo. Già in occasione dell’approvazione della legge in Senato, il Quirinale aveva espresso dubbi 3su alcune incongruenze tecniche del testo, poi specificate nella lettera.

In particolare, i rilievi del presidente riguardano l’articolo che riguarda la concessione di borse di studio anche su base della “appartenenza territoriale”, e quello sui contratti di insegnamento.

Il presidente della Repubblica, nella lettera al presidente del Consiglio che accompagna l’annuncio di promulgazione della legge di riforma dell’Università, sollecita il governo a un confronto con tutte le parti per superare le criticità che permangono nel testo. “Auspico infine – si legge – che su tutti gli impegni assunti con l’accoglimento degli ordini del giorno
e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate”.

Il presidente della Repubblica va un preciso riferimento agli odg sul “sottofinanziamento del sistema universitario italiano” rispetto alla media europea.

Gelmini: “Osservazioni non su punti portanti”. Ma il rettore… Per il ministro Gelmini le osservazioni del presidente della Repubblica non costituiscono una critica di sostanza alla sua riforma. ”Esprimo la mia piena soddisfazione per la promulgazione della legge da parte del Presidente della Repubblica. Terremo, insieme al presidente Berlusconi, in massima considerazione le sue osservazioni. Appare evidente dall’analisi dei punti rilevati che nessuno di essi tocca elementi portanti e qualificanti della legge. Aver approvato la legge sull’università è un segnale positivo per il Paese perché dimostra che, seppur tra mille difficoltà, è possibile realizzare le riforme” ha detto il ministro dell’Istruzione.

Commenta il rettore di Sassari Attilio Mastini: “Non credo proprio che i rilievi del presidente della Repubblica siano secondari o irrilevanti. Si veda il richiamo ai finanziamenti, al dialogo con le altre componenti. E poi, per quanto riguarda l’articolo 6, il presidente riconosce la fondamentale funzione docente svolta dai ricercatori e afferma la necessità che il titolo aggregato non venga assegnato a intermittenza mese per mese, cancellandolo alla fine di ciascun anno accademico”.

Il testo integrale della nota di Napolitano. “Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”. Il Capo dello Stato – si legge in una nota diffusa dal Quirinale- ha contestualmente indirizzato la seguente lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri:

Promulgo la legge, ai sensi dell’art. 87 della Costituzione, non avendo ravvisato nel testo motivi evidenti e gravi per chiedere una nuova deliberazione alle Camere, correttiva della legge approvata a conclusione di un lungo e faticoso iter parlamentare. L’attuazione della legge è del resto demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.

Per quel che riguarda l’articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato – pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore – si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all’impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’articolo. Per quanto concerne l’art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti, appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell’appartenenza territoriale. Inoltre l’art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale. Infine è opportuno che l’art. 26, nel prevedere l’interpretazione autentica dell’art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale.

Al di là del possibile superamento – nel corso del processo di attuazione della legge – delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l’iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative – sul piano dei contenuti e delle risorse – delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall’Assemblea. Auspico infine che su tutti gli impegni assunti con l’accoglimento degli ordini del giorno e sugli sviluppi della complessa fase attuativa del provvedimento, il governo ricerchi un costruttivo confronto con tutte le parti interessate”.

Gli sudenti: “Bloccheremo riforma negli atenei”. Non hanno alcuna intenzione di arrendersi, neanche dopo la firma del Ddl, gli studenti universitari che promettono ancora battaglia: ”Non siamo sorpresi. – commentano gli studenti di Link-Coordinamento Universitario – Il presidente Napolitano ci ha ricevuto e ascoltato con rispetto, ma non ci aspettavamo che fosse lui a dare battaglia al posto nostro. A bloccare la riforma Gelmini dovranno essere gli studenti, i dottorandi, i precari, i ricercatori, i tecnici-amministrativi, tutti coloro che vivono sulla propria pelle la schiavitù della precarietà e il furto di futuro operato da questa riforma”. Il piano della mobilitazione, fanno sapere gli studenti, si sposta dal parlamento verso il governo, con l’attesa dei decreti attuativi, e verso gli atenei, con l’adeguamento degli statuti universitari alla nuova legge. ”Chiediamo fin da subito a tutti i rettori di disobbedire, e su questo daremo battaglia. – annunciano – Costruiremo proposte di statuti universitari in grado di bloccare la riforma e cambiare l’università dal basso”. Link fa poi notare che una delle ”criticita”’ individuate dal presidente Napolitano riguarda l’emendamento della Lega Nord che riserva ai residenti in una regione una quota delle borse di studio: ”Il presidente ha sottolineato come quella norma razzista sia completamente incoerente con una legge che dice di favorire il merito – spiegano -. Ora tocca al governo rispettare la Costituzione e cancellare la norma razzista nel decreti attuativi”. Di ‘conquista’ degli studenti in merito alle osservazioni di Napolitano parla Luca Cafagna, 25 anni, studente di Scienze Politiche della Sapienza di Roma: ”Le osservazioni del presidente della Repubblica alla legge Gelmini sono una piccola conquista del nostro movimento”.

L’Udu – Unione degli studenti universitari, commenta così la firma di Napolitano. ”La Gelmini non ha mai deliberatamente ascoltato le ragioni della protesta studentesca, non ha mai ricevuto documenti di organi accademici favorevoli alla riforma se non dei Rettori. Questo Governo si e’ chiuso in se’ stesso ed appeso a tre voti ha scelto di proseguire nell’approvazione di una legge quadro stravolgente per il sistema universitario e destrutturante”. “Ha avuto piu’ di un anno di tempo per ascoltare le nostre ragioni, l’apertura al confronto dopo l’approvazione di una legge quadro e’ propria di una turista della democrazia. Continueremo la nostra mobilitazione per raccogliere, come abbiamo fatto in questi mesi, lo sdegno verso un Governo autoreferenziale e autoritario”.

Di Pietro: “Legge iniqua”, Pd: “Governo apra confronto”. ”Il rispetto istituzionale che abbiamo verso la Presidenza della Repubblica ci impone di prendere atto della decisione di Napolitano. Resta il fatto che riteniamo questo provvedimento ingiusto, iniquo ed incostituzionale”. Lo afferma in una nota il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: ”Ci auguriamo, ad ogni modo, che i dibattiti e le riflessioni successive possano frenare la portata devastante che caratterizza la riforma”. Della necessità che il Governo apra un confronto con le parti interessate parla la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera Manuela Ghizzoni: ”La lettera del Presidente della Repubblica conferma la grande attenzione e sensibilità riposta dal Quirinale. Altresì impegna il governo a un confronto con le parti interessate in tutta la complessa fase attuativa della legge Gelmini”.

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