Il comma 23 dell’articolo 9 della legge 122/2010 prevede la soppressione permanente di tre anni della carriera economica di un milione di appartenenti al personale della scuola. Di questo non vi é dubbio alcuno perché il testo è assai esplicito al riguardo. Infatti la relazione tecnica del governo calcolava al 2050 un risparmio di 18,720 miliardi di euro. Circa 18 mila euro in media per ogni dipendente, ma c’è chi, a causa di tale provvedimento, ne potrebbe perdere assai di più.
Con le modifiche apportate in sede di conversione del Decreto si è stabilito che nel triennio 2010-2012 il suddetto personale continuerà a percepire il corrispettivo economico degli avanzamenti di carriera maturati utilizzando allo scopo una parte di quel 30% di risparmi realizzati con le riduzioni di organico effettuate in virtù della legge 133/08 (Riforma Gelmini della scuola).
Le modifiche apportate non incidono sui risparmi inizialmente previsti come testimonia la firma del Ragioniere dello Stato in calce alla relazione tecnica che le ha accompagnate.
Ciò risulterà confermato anche quando sarà reso noto, probabilmente solo dopo le prossime elezioni politiche, il testo ufficiale del Decreto Interministeriale che ha disposto l’impiego di tali risorse per l’anno scolastico in corso.
Con ogni evidenza tale operazione è collegata alla scelta, più volte enunciata dagli esponenti governativi e in particolare dal Ministro Gelmini, di eliminare dalla progressione di carriera del personale della scuola il fattore dell’anzianità di servizio per sostituirlo con quello del merito.
E’ un dato di fatto che ogni futura trattativa in materia è destinata a prendere le mosse dalla situazione che tale disposizione ha determinato.
da ScuolaOggi 08.12.10