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L’occasione mancata e quella da cogliere (Newsletter n. 11 – dicembre 2010)

La Camera ha approvato a maggioranza il disegno di legge Gelmini, mentre gli studenti scendevano in piazza e i ricercatori salivano sui tetti per protestare contro un provvedimento che non migliorerà il nostro sistema universitario e ne ingesserà la gestione, non affronta il problema della precarizzazione dei giovani ricercatori e nemmeno le istanze di chi già lavora all’interno degli atenei, riduce di fatto la competitività del nostro sistema Paese e penalizza il sapere. Il netto voto contrario del PD al ddl Gelmini si è unito ai tanti “no” espressi dal mondo universitario, inascoltati per ideologico pregiudizio.

Il sistema universitario necessita di una riforma. Ma la ricetta giusta non é quella “prescritta” dirigisticamente dal ministro Gelmini. L’università italiana ha infatti bisogno di un intervento in grado di rilanciare l’autonomia responsabile degli atenei basata sulla valutazione, di sostenere il diritto allo studio, di valorizzare le competenze ed i talenti e di mettere in campo un credibile progetto di investimento (come è stato lucidamente osservato, una riforma che non costa niente allo Stato, alla fine non vale niente).

Oltre alle critiche nel merito (in calce ho riportato i link ai resoconti delle sedute, così che possiate leggere i passaggi parlamentari nei quali argomentiamo le nostre critiche), esiste anche un problema di metodo. Da settimane, esprimiamo la convinzione che non ci siano le condizioni politiche (oltre che finanziarie) per continuare ad esaminare questo disegno di legge; ma la Camera ne ha affrontata ugualmente la discussione per l’ostinazione del ministro Gelmini e dell’Esecutivo che, di fatto, non ha più il sostegno per governare.

Mercoledì sera, per fare pressione sul calendario del Senato, il ministro ha paventato effetti deleteri sul sistema universitario nel caso il DDL non venga convertito in legge entro l’anno: concorsi bloccati, mancata garanzia degli scatti stipendiali, perdita delle risorse. Tali conseguenze – create ad arte per poter esercitare una azione ricattatoria sulla approvazione del DDL – possono essere tranquillamente evitate dal Decreto Milleproroghe, che il Governo (qualunque esso sia, anche sfiduciato) dovrà approvare nelle prossime settimane.

Provo a spiegare perché. È sufficiente prevedere la proroga nell’utilizzo delle norme di reclutamento di associati e ordinari della legge Berlinguer (e non si dica che queste norme sono peggio di quelle previste dal DDL Gelmini, dato che le nuove commissioni saranno totalmente locali) e quelle per i ricercatori disposte dalla legge 1 del 2009 perché il i concorsi non si arrestino. Purtroppo restano in vigore sia il blocco del turno over (disposto dal decreto legge 112 del luglio 2008) e dal taglio delle risorse confermato anche dalla legge di stabilità (la vecchia finanziaria) che il Senato si accinge ad approvare: queste misure, volute dal governo Berlusconi-Bossi, sono le vere responsabili del mancato reclutamento di nuovo personale universitario. Come mai su questa situazione non si leva alcun grido di allarme della ministra? Forse perché è più preoccupata di diffondere allarmismo, come quello relativo alla impossibilità di utilizzare le risorse per il reclutamento di 1500 associati. Si tratta di una menzogna, poiché la legge di stabilità, come modificata durante la discussione alla Camera, già prevede che a valere sulle risorse del Fondo di Finanziamento ordinario (che ha una disponibilità di 6,930 miliardi, appena sufficienti a far fronte alle spese obbligatorie e incomprimibili, come gli stipendi e le utenze) il ministro ogni anno predisponga un piano di reclutamento straordinario di professori associati.

Nel DDL Gelmini è stato inserito un comma fotocopia (voluto da FLI per giustificare il proprio voto favorevole al provvedimento) della disposizione precedente, che prevede un numero imprecisato di assunzioni di associati, grazie ad una quota “fino a 13 milioni” (per il 2011) da prelevare sul Fondo di Finanziamento Ordinario. Pertanto, a mettere a rischio le risorse per i concorsi NON è la mancata approvazione del DDL, ma della legge di stabilità, che comunque otterrà al Senato la convalida già la prossima settimana. Faccio peraltro notare l’inganno che si cela dietro la formula “fino a”, poiché ogni cifra – da uno a tredici milioni – soddisferà la disposizione del DDL, ma con ricadute del tutto evidenti sul numero di associati da reclutare! Infine, sul recupero degli scatti stipendiali (cancellati dal governo nella manovra della scorsa estate), si può adottare una specifica norma nel decreto milleproroghe con immediata efficacia nel prossimo anno.

Diamo fin da ora la disponibilità a sostenere questa disposizione, anche con l’obiettivo di individuare una copertura diversa da quella inserita nel DDL Gelmini, che senza colpo ferire va a recuperare le risorse necessarie (per il prossimo anno 18 milioni) su quelle, scarse (44 milioni), a disposizione del Fondo per i piani triennali e quadriennali delle università. Insomma, un chiaro esempio di cannibalismo delle risorse: tolgo all’università per dare all’università. Come abbiamo sostenuto durante il dibattito in Aula, Mussolini con i suoi carrarmati spostati da una parata all’altra, potrebbe arrossire per dilettantismo propagandistico…

È positivo che al Senato, grazie al Pd, si sia deciso di rinviare la discussione a dopo il voto sulla fiducia, prevista per il 14 dicembre, poiché quel voto potrebbe (e dovrebbe) sancire formalmente la fine di una maggioranza che è già dissolta da tempo.

La storia del nostro Paese è piena di occasioni mancate. Questa legge, non condivisa e tenacemente voluta dal Governo e dalla maggioranza senza ascoltare le componenti del mondo universitario, è una di quelle.

E in tempi recenti e di crisi, è forse la più grande occasione mancata. Se la situazione politica non dovesse precipitare prima (con le dimissioni del Premier), il 14 dicembre, con il voto sulle mozioni di sfiducia al Governo Berlusconi, vi sarà un’altra occasione, che non può andare perduta.

 

Manuela Ghizzoni

 

Elenco dell’università

Una università nella quale il Paese investe perché il sapere rende liberi e la ricerca genera progresso e benessere sociale ed economico,


una università alla quale si accede non per censo, ma perché “meritevoli e capaci anche se privi di mezzi”,


una università nel quale la formazione è orientata alla crescita civile e all’acquisizione di competenze, allineate alle necessità dal mondo professionale e produttivo,


una università nella quale la valutazione è la vera forma di controllo e la libertà responsabile è il principio che ispira ogni azione e decisione,


una università che garantisce diritti, dignità e tutela del lavoro,


una università nella quale si insegna e si fa ricerca non perché “figli di qualcuno”, ma per talento e maturità scientifica, i soli “meriti” per progredire nella carriera. 

 

Interventi sul disegno di legge

 

Intervento dell’On. Manuela Ghizzoni, capogruppo del PD in VII Commissione (cultura, scienze e istruzione) della Camera dei Deputati, nel corso della discussione generale sul disegno di legge

Dichiarazione di voto finale dell’On. Dario Franceschini, capogruppo del PD della Camera dei Deputati

Resoconti delle sedute della Camera dedicate all’esame del DDL Gelmini

·         discussione generale di lunedì 22 novembre 2010

·         esame emendamenti martedì 23 novembre 2010

·         esame emendamenti mercoledì 24 novembre 2010

·         esame emendamenti giovedì 25 novembre 2010

·        esame emendamenti e dichiarazioni di voto martedì 30 novembre 2010

Breve rassegna stampa e link al sito sull’argomento

 

“Il PD blocca la Gelmini al Senato”, di Walter Tocci

Si è appena conclusa la conferenza dei capigruppo che ha respinto la richiesta della Gelmini di discutere il suo ddl prima della mozione di sfiducia a Berlusconi. L’iniziativa del Pd è stata portata al successo da Anna Finocchiaro capogruppo dei senatori. […]

02.12.10

 

PD, Meloni: Governo di irresponsabili, dopo la sfiducia restituire futuro alla conoscenza

Solo un governo di irresponsabili poteva costringere il Parlamento al tour de force al quale abbiamo assistito nelle settimane scorse, senza alcuna disponibilità al confronto con l’opposizione parlamentare e con quanti, nel Paese, chiedevano solo attenzione al futuro della ricerca e al destino degli studenti e del loro diritto a studiare. […]

02.12.10

 

«Il governo non vuole ascoltarci ma noi adesso non ci fermiamo», di Jolanda Buffalini

La protesta studentesca. Cortei e occupazioni: «Si va avanti almeno fino al 9 dicembre». Assemblea alla Sapienza. «Difendiamo i baroni? Assurdo, lottiamo per il diritto allo studio». La mobilitazione continua. «Saremo in piazza quando il ddl andrà in discussione al Senato». […]

L’Unità, 02.12.10

 

L’assedio al Palazzo dei 50mila. Berlusconi: «andate a studiare», di Mariagrazia Gerina

Dimissioni, dimissioni», avanza come in un film verso il parlamento blindato il popolo dei ventenni, scesi a migliaia dai tetti degli atenei, dai licei occupati, dalle università in rivolta. Studenti di geologia, di scienze ambientali, di storia, di ingegneria, di matematica. […]

L’Unità, 01.12.10

 

“L’istruzione precaria”, di Carlo Galli

Non è una riforma epocale, come sostiene la ministra, se non per le modalità con cui il Palazzo l’ha varata, contro la protesta – questa sì nuova, per l’imponenza della mobilitazione giovanile. […]

La Repubblica, 01.12.10

 

La fuga di cervelli costa cara all’Italia “In 20 anni abbiamo perso 4 miliardi”, di Rosaria Amato

Ogni ricercatore ‘top’ vale in media 148 milioni di euro in brevetti. E i pochi che rimangono in Italia, nonostante le difficoltà, hanno un indice di produttività inferiore solo a britannici e canadesi. La fuga dei ricercatori italiani all’estero ha un costo, un costo molto alto. […]

La Repubblica, 30.11.10

 

Approvano il ddl Gelmini. E la chiamano riforma…

Il voto definitivo sul ddl Gelmini è arrivato in un clima surreale solo a sera. Il ddl ha ricevuto 307 sì, 252 no mentre 7 deputati si sono astenuti ma l’impegno in Aula delle opposizioni registra la 63sima e la 64esima sconfitta sugli emendamenti dal Pd, Api e da Fli. Fuori da Montecitorio è Roma a sperimentare lo stato d’assedio e in tutta Italia si protesta nelle piazze e sui tetti, con 7.000 studenti bolognesi che occupano l’autostrada. […]

www.partitodemocratico.it, 30.11.10

 

Università delle tensioni

A poche ore dal voto definitivo sul ddl Gelmini, mentre la battaglia in Aula registra la 63sima e la 64sima sconfitta sugli emendamenti dal Pd, Api e da Fli, i primi ad essere insofferenti della possibile riforma dell’Università sono i romani. Dalla prima mattina il centro è bloccato al traffico e nelle zone limitrofe al Parlamento è impedito persino il passaggio a piedi. Contemporaneamente cortei e tensioni in tutta Italia. […]

www.partitodemocratico.it, 30.11.10

 

Università, Pd: Fli sia coerente e voti emendamenti Pd per reclutamento ricercatori

“E’ alla 63esima volta che il governo viene battuto dall’inizio della legislatura. Adesso da Fli ci attendiamo un gesto di coerenza su quei nostri emendamenti fondamentali per modificare l’impianto della riforma e che richiedono oneri di spesa come il reclutamento di nuove forze per l’università (cioè i precari), i recuperi degli scatti stipendiali ,il reclutamento straordinario di ricercatori a tempo determinato. […]

30.11.10

 

Sui tetti, in strada e nelle piazze. Oggi si vota la riforma Gelmini

Università in subbuglio Dilaga la protesta contro il testo del ministro dell’Istruzione. Montecitorio In Aula deputati al lavoro, fuori il sit-in di studenti, dottorandi e ricercatori. […]

L’Unità, 30.11.10

 

“E’ una riforma sulla pelle dei ragazzi”: il famoso fisico Giorgio Parisi stronca la riforma sull’università, di Caterina Perniconi

Nell’intervista il fisica italiano di fama internazionale definisce la riforma “un bel disastro”… La valutazione degli atenei, i bilanci, la sperimentazione, l’emendamento cancellato sui ricercatori…. L’invadenza della politica e il ruolo del privato […]

Il Fatto Quotidiano, 29.11.10

 

“No, non torno negli Usa è il momento di lottare”

La ricercatrice Francesca Coin questa sera a “Vieni via con me”. Con una lettera a “Repubblica” Francesca Coin, 34 anni, illustrò lo shock del rientro in un´università italiana dopo otto anni di vita accademica in America: «Negli Usa era venuto a prendermi all´aeroporto il capo dipartimento dell´ateneo, come ricercatrice guadagnavo il triplo, essere giovani là è una risorsa non un problema». […]

La Repubblica, 29.11.12

 

“La riforma aiuta i baroni”, di Maurizio Ferraris  

L´impressione è quella di avere a che fare, più che con un ministro, con un curatore fallimentare che considera l´Università una bad company da dismettere. Non sorprende se gli studenti protestano. […]

La Repubblica, 27.11.12   

 

“L’università dell’incertezza” di Daniele Checchi e Tullio Jappelli

La riforma dell’università, contestata da studenti, ricercatori e opposizioni, sembra ormai l’ultima bandiera di un governo in difficoltà. Ma richiede decine di decreti attuativi e tempi lunghi per la sua applicazione. […]

LaVoce.info, 26.11.10

 

Bersani si arrampica sul tetto coi ricercatori: «Ma gli studenti non sono estremisti»

Bersani: «Il ministro dovrebbe avere un po’ di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c’è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia». […]

Il Messaggero, 25.11.10

 

Università. Ghizzoni (Pd), Gelmini ascolti le proteste dei ricercatori. Le loro sono richieste di buon senso

“Il governo ascolti le richieste dei ricercatori che stanno ricorrendo anche a forme di proteste estreme ma civili. Non chiedono altro che un gesto di attenzione da parte della politica, che per il momento non è arrivato”. Lo ha detto Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera […]

23.11.10