«Se il 14 dicembre non avremo una forte e consistente fiducia e ci sarà impedito di continuare a governare» saranno usate tutta una serie di nuove tecnologie «nella prossima campagna elettorale». Lo scrive nel sito ”Forza Silvio” il presidente del consiglio Berlusconi mettendo in chiaro così l’intenzione di chiedere il voto nel caso in cui la fiducia non ottenesse numeri consistenti. Nel messaggio inviato al suo network online il presidente del Consiglio cerca di mostrare fiducia, forte della convinzione di essere ”il governo del fare”. «Lo abbiamo dimostrato – precisa il premier – anche in queste ultime difficili settimane, lavorando per portare a compimento i cinque punti di programma sui quali abbiamo avuto la fiducia alla fine di settembre, conseguendo importanti successi in politica estera, intervenendo, tra mille difficoltà, per risolvere la nuova emergenza rifiuti di Napoli, approvando alla Camera la riforma dell’università». «Lasciamo agli altri – aggiunge Berlusconi – le manovre e gli agguati di palazzo. Lasciamo agli altri le chiacchiere e le polemiche inutili. Noi continuiamo a lavorare e a cercare di comunicare ai cittadini le cose realizzate dal governo».
La sfiducia dell’Udc. Ma la giornata per il governo non è delle migliori.Intanto l’Udc ha annunciato che presenterà una mozione di sfiducia. I centristi hanno dato mandato a Pier Ferdinando Casini di farlo ”nei modi e nelle forme che riterra’ opportuni”: lo ha deciso all’unanimita’ il gruppo parlamentare riunitosi a Montecitorio. ”Abbiamo votato in questa legislatura 37 volte la sfiducia al governo per cui non abbiamo che una strada obbligata: confermare che presenteremo una mozione di sfiducia nello stesso spirito”. casini ha poi aggiunto che “apprezzerebbe molto se Berlusconi si dimettesse prima del 14 dicembre”. E intanto tra Udc e Fli vanno avanti i colloqui. L’idea è quella di presentare la mozione in modo congiunto. Ma a dimostrazione che la situazione è sul filo dei nervi c’è la notizia che Montecitorio resterà “fermo” fino al 14. “Un atto di scadimento del Parlamento”, commenta Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori Pd.
La Lega ostenta sicurezza. Ma Umberto Bossi è fiducioso: «Il 14 dicembre avremo tranquillamente la fiducia», afferma il leader leghista aggiungendo un attacco a Fini: «Ognuno sceglie di morire come vuole». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta esprime invece i suoi dubbi: «Dobbiamo capire cosa succederà il 14 dicembre.
Fuori dalla palude: Il segretario del Pd Pierluigi Bersani è contrario al voto con questa legge elettorale: «Abbiamo bisogno di un passaggio che ci porti fuori dalla palude del Berlusconi sì o no, un governo di responsabilità istituzionale che dia un futuro all’Italia. Se no si va avanti così, come vuole lui, al voto su Berlusconi sì o no». «Non c’è un piano B, parliamo solo del piano A. – ha aggiunto Bersani – Se vogliamo pensare all’Italia non possiamo stare in ballo un anno. Se abbiamo senso di responsabilità verso il Paese, il piano B non lo dobbiamo nemmeno prendere in considerazione».
Sicurezza:Fli fa tremare la maggioranza Dopo le fibrillazioni sulla riforma dell’università, Fli fa tremare la maggioranza in Aula alla Camera sul decreto sicurezza annunciando di non avere intenzione di avallare la norma che “legittima la figura dei sindaci sceriffi” e presentando un emendamento che, come quelli di Pd, Idv e Udc, mira a sopprimerla. E’ il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a intervenire per evitare una nuova sconfitta del governo in Aula: dopo un vertice con la maggioranza a Montecitorio la norma viene riscritta con un emendamento della Commissione verrà messo ai voti domani mattina alla ripresa dei lavori. Il punto contestato del decreto, che prevede anche una serie di norme per la sicurezza negli stadi e per la tracciabilità dei flussi finanziari in materia di appalti, riguardava la misura che stabiliva che il Prefetto collaborasse all’attuazione delle ordinanze dei sindaci disponendo le misure ritenute necessarie per il concorso delle Forze di polizia. “Se i sindaci, cariche elettive che devono fare i conti con i voti dei cittadini – ha denunciato il democratico Alessandro Naccarato in Aula – avranno il potere di decidere, utilizzando i prefetti, l’impiego delle forze di polizia, vi è il rischio che la funzione di polizia diventi strumento di consenso elettorale”. Ma è la minaccia del non voto dei finiani a provocare la decisione della sospensione dei lavori e la successiva riunione di maggioranza con Maroni durante la quale la norma viene così riscritta: “Al fine di assicurare l’attuazione dei provvedimenti dei sindaci, il prefetto, ove lo ritenga necessario, dispone misure adeguate per assicurare il concorso delle forze di polizia”. “Abbiamo indotto la maggioranza a più miti consigli”, esulta il finiano Giorgio Conte. “Con la nuova versione dell`articolo 8 del decreto sicurezza – aggiunge – non ci saranno ‘sindaci sceriffi’, di cui non c`era e non c`è alcuna esigenza, ma un serio coordinamento tra gli enti locali e i rappresentati territoriali del governo”.
da www.unita.it