Si stringe il cerchio delle indagini sulla società di Guarguaglini e il premier attacca l’inchiesta
Siamo il paese di Romolo e Remo, del Conte Ugolino, di chi ha rubato il futuro dei propri figli creando il terzo debito pubblico più grande del mondo, di chi ogni giorno nega un presente ai propri giovani. Siamo un paese autolesionista. Detto questo, è impensabile che un presidente del consiglio, seppure da giorni sotto pressione per lo sgretolamento della maggioranza di governo, intervenga di peso su un’indagine in corso invocando un attacco all’Italia. Il tutto, per giunta, a mercati aperti.
Mercati che fortunatamente lo hanno ignorato.
Nel giorno in cui la procura di Roma ha disposto perquisizioni nelle sedi dell’Enav e di alcune società legate a Finmeccanica nell’ambito dell’indagine su presunti fatti di corruzione e frode fiscale, il premier perde la testa e a mercati aperti si lascia andare a dichiarazioni quantomeno inquietanti. A proposito dell’indagine che ha visto indagati i vertici dell’Enav e la responsabile della Selex sistemi integrati, Marina Grossi (moglie del presidente di Finmeccanica Guarguaglini), Berlusconi si è detto «preoccupato perché Finmeccanica è un asset straordinario, ha firmato un contratto con la Russia. Mi auguro che queste indagini portino a nulla, ne sono convinto». E ancora il premier ha detto di considerare «suicida che il paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del paese».
Parole pronunciate mentre la stessa procura ribadiva che, allo stato, gli accertamenti non hanno chiamato in causa né Finmeccanica né il suo presidente Francesco Guarguaglini. Parole, quelle del premier, che hanno suscitato la pronta reazione dell’Anm secondo cui «è dovere delle istituzioni collaborare con la magistratura nella difficile azione di contrasto alla corruzione e non quello di attaccare le iniziative giudiziarie senza conoscerne motivazioni e contenuti ». A rincarare la dose ci hanno pensato sia il ministro degli esteri Frattini che ha parlato di strategie per colpire l’Italia mettendo insieme l’attacco a Finmeccanica con i rifiuti a Napoli e i crolli a Pompei, sia il vicepresidente della camera, Maurizio Lupi (Pdl) secondo cui «è impossibile non notare che quello sferrato a Finmeccanica è anzitutto un attacco all’immagine e al futuro del nostro paese». È invece pesante il silenzio del ministro dell’economia Tremonti, azionista al 30,2% di Finmeccanica e dunque l’unico deputato a parlare, che peraltro non è mai stato un supporter di Guarguaglini tanto da voler puntare direttamente a dire la sua sulla nomina del successore del presidente di piazza Monte Grappa il cui mandato scade in primavera. Nella settimana più buia per il manager, che punta ad essere confermato sulla sua poltrona e che ha già fatto sapere di non essere intenzionato a dimettersi, il silenzio del ministro, che non ha incontrato Guarguaglini, è più pesante di ogni atto d’accusa.
Ieri in borsa il titolo di Finmeccanica ha guadagnato l’1,99% a seguito del protocollo d’intesa siglato con le ferrovie russe per un valore di 1,5 miliardi, in quanto gli operatori dopo le perdite dei giorni scorsi hanno deciso di mettere da parte le fibrillazioni per guardare al cuore dell’accordo. Nessuna ripercussione dunque per le due le inchieste che riguardano l’Enav: la prima riguarda l’acquisizione di Vitrociset (oggi Techno Sky) nel 2006 per circa 100 milioni di euro, la seconda si basa sulle ipotesi di falso in bilancio e di reati tributari a partire del 2006 in poi. Detto questo, però, non c’è dubbio che per tutti – a cominciare da Finmeccanica – c’è necessità che sia fatta quanto prima chiarezza. Su questo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha detto chiaramente che «tutti teniamo a Finmeccanica e tutti teniamo anche alla chiarezza ». Occorre appurare se c’è o non c’è il coinvolgimento di Finmeccanica in quello che appare un intricato intreccio di inchieste e il presunto utilizzo di fondi neri per agevolare commesse.
da Europa Quotidiano 27.11.10