Implode il Pdl, il partito nato dal predellino. La crisi di governo è ormai un fatto conclamato. La farsa è finita, sciogliete le righe. Alle ore 13 del 15 novembre 2010 si è consumato l’ultimo legame che teneva unito il Pdl: con l’addio dei finiani ha fine il partito del predellino. Tradimento, tradimento, tradimento.
Sono dimissioni irrevocabili quelle che hanno consegnato Adolfo Urso, Andrea Ronchi, i sottosegretari Menia e Buonfiglio dai loro incarichi di governo. Berlusconi troverà ora i sostituti nell’esecutivo o manterrà l’interim per mesi così come ha fatto per il ministero delle Attività produttive? Poco importa, perché è molto chiaro che a Berlusconi non interessa nulla dell’Italia o del rispetto e lo dimostra con l’ennesima provocazione dove chiede che si voti solo per la Camera. Tanto i voti sicuri li ha al Senato!
“Le chiedo di fissare la data della discussione della mozione di sfiducia presentata nella prima giornata utile consentita dal calendario parlamentare, successivamente all’approvazione della legge di stabilita’ da entrambe le Camera”. Lo ha scritto Dario Franceschini in una lettera a Fini. “Ma – ha continuato – le chiedo anche di difendere il diritto di portare al voto prima e non dopo un voto di fiducia chiesto dal governo al Senato al solo fine di sottrarsi al voto della Camera dei Deputati”.
L’Italia è paralizzata e stordita. Parlare di ripresa è fuori moda, proporre un risveglio per andare contro la crisi economico-sociale diventa una strada molto difficile da percorrere. E ciononostante va percorsa. Perché per usare le parole di Nico Stumpo, responsabile dell’Organizzazione del Pd “c’è un’Italia che ha voglia di partecipare e di tornare protagonista. È quella che abbiamo incontrato in questi giorni di preparazione del nostro “porta a porta” ed è questa l’Italia che sarà in piazza l’11 dicembre”.
Ma per l’ex maggioranza non esiste altro che la poltrona da conservare, il capo di difendere e il traditore da denigrare. Sì perché evidenziare che governare l’Italia non significa guardare il tornaconto di una persona sola significa essere apostrofati come traditori.
Gli scenari che l’uscita di Fli dal governo lascia presagire non hanno ancora i contorni delineati. I finiani strizzano l’occhio ad un’alleanza di centrodestra dove confluiscano l’Api di Rutelli, l’Udc di Casini e Mpa di Lombardo. Ma nel caso in cui questo progetto politico non andasse in porto sono pronti ad avvicinarsi al Pd per sposare la causa che i democratici da mesi vanno proponendo: un’alleanza democratica per riformare la legge elettorale e preparare al meglio il prossimo turno elettorale.
Intanto una cosa è certa. Con l’uscita di Fli dal governo si formalizza definitivamente la crisi di governo. La patata bollente ora è in mano di Berlusconi.
A.Dra
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