Signor Presidente, signor Ministro, ieri abbiamo preso atto che i funzionari e gli agenti della questura di Milano in quella circostanza hanno rispettato la legge. È per questo che siamo ancora più grati e solidali a quegli agenti, a quei funzionari e a tutte le forze dell’ordine che, non solo a Milano, svolgono l’ordinario esercizio del dovere con la straordinaria fatica di conciliare fedeltà alle leggi e ai regolamenti con il condizionamento di un potere di Governo, con una pressione intrusiva e arrogante di un politico che invade il campo della pubblica sicurezza, che ignora il confine tra il pubblico e il privato, che ignora la distinzione dei poteri, che non possiede il senso dello Stato.
Signor Ministro, lei ci ha deluso questa volta e ci ha sorpreso. Ci ha colpito l’incredibile dissociazione fra il tono burocratico, distaccato, da mattinale della sua relazione frettolosa, banalizzante, elusiva, e il senso comune degli italiani per una vicenda che incrocia plasticamente il crepuscolo personale e politico di un uomo che guida il Paese con il fallimento della prova di Governo di una classe dirigente che, per la terza volta in sedici anni, ha mancato l’appuntamento con il dovere di trasformare il consenso elettorale in politiche di Governo.
Le questioni, signor Ministro, sono altre, sono gravi, e lei le ha eluse. Vi è una questione di abuso di potere. Se il Presidente del Consiglio dei ministri da palazzo Chigi, nel cuore della notte, interferisce con la normale attività della questura in favore di una minorenne accusata di furto, se il Presidente del Consiglio dei ministri con più interventi in un clima incredibile e innaturale di eccitazione, chiede non informazioni, ma chiede e ottiene l’affidamento della minorenne a una singolare collaboratrice, la consigliere regionale Minetti, che qualche minuto dopo l’affidamento abbandona la ragazza al suo destino senza il minimo scrupolo, un destino prossimo agli ambienti della prostituzione (come tutti sappiamo), se per ottenere questo il Presidente del Consiglio dei ministri ricorre all’inganno della disinvolta menzogna, affermando che la minorenne è parente del Presidente Mubarak con l’obiettivo di intimidire un funzionario di polizia, se il Presidente del Consiglio dei ministri con questo inganno mette in difficoltà i rapporti diplomatici con l’Egitto, se tutto questo avviene, è avvenuto, questo ha un nome: è abuso di potere.
Poi c’è una questione che riguarda la sicurezza del Capo del Governo che, come lei sa, signor Ministro, è la sicurezza nazionale.
Lo stile di vita dell’onorevole Berlusconi, quello di cui lui è orgoglioso, la sua vita disordinata lo rende vulnerabile, debole, ricattabile. Se i suoi numeri di telefono privato circolano nel mondo della prostituzione, sappiamo che questo mondo è prossimo ad altri mondi ed anche oggi gli organi di stampa riportano notizie in questa direzione. Se, in occasione delle sue notti di svago, si entra e si esce nelle sue residenze pubbliche o private, la distinzione e il confine tra pubblico e privato è stato cancellato dal Premier e non può essere invocato in questa occasione come un fattore dirimente, allora si pone un problema di sicurezza di cui lei, signor Ministro, avrebbe oggi dovuto riferire.
Noi non diciamo cose generiche. Oggi è in circolazione nella rete – lo sanno tutti, lo hanno visto tutti – un filmato che riprende l’ingresso in una delle residenze del Presidente del Consiglio di un noto personaggio, un selezionatore di giovani donne in carriera, che porta questi giovani donne a palazzo Chigi e nelle residenze private del Presidente del Consiglio. In quel filmato, questo signore, un certo Mora, inquisito per favoreggiamento della prostituzione, entra nella villa del Presidente senza nessun controllo.
Vi è inoltre un’altra questione di cui lei avrebbe dovuto parlare: quali sono le funzioni della scorta del Presidente del Consiglio dei ministri. È vero e normale che vengono affidati agli agenti di scorta, personale dei servizi segreti, compiti di accompagnamento delle giovani frequentatrici delle notti presidenziali, nonché il compito non esaltante di regolare l’accesso di giovani di ogni mestiere nelle ville e nelle residenze del Presidente del Consiglio dei ministri?
Avremmo apprezzato, signor Ministro, qualche parola in tal senso, ma non rinunceremo a richiedergliene ancora.
L’onorevole Berlusconi ha detto di essere orgoglioso del suo stile di vita. Noi no, gli italiani no! Non è per un giudizio moralistico se proviamo un altro sentimento misto di pena e di indignazione per le ossessioni patetiche di un Capo di Governo in avanzata età geriatrica che trasforma la sua casa in un palcoscenico della prostituzione, che trascorre le notti con giovani donne, spesso minorenni, convocate a pagamento dai suoi miserevoli cortigiani.
Le ricordo, signor Presidente del Consiglio, che l’articolo 54 della Costituzione ci obbliga, la obbliga a tenere conto dell’onore dell’Italia. Lei, Presidente del Consiglio, oggi disonora l’Italia