Il paese sta soffrendo di «gravi fibrillazioni e incertezze, politiche e istituzionali». Ne è ben consapevole Giorgio Napolitano, che tuttavia guarda con fiducia al senso della missione e all’operosità che guidano ogni giorno «un gran numero di italiani», siano essi persone o soggetti collettivi. Si tratta di una grande risorsa, «una garanzia di coesione e vitalità della nostra nazione, che ci induce a guardare in questi momenti difficili con rinnovata fiducia al futuro».
È il giorno in cui si celebra al Quirinale la giornata nazionale per la ricerca sul cancro. Napolitano ascolta gli interventi del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, del professor Umberto Veronesi, del presidente dell’Airc Piero Sierra e del maestro Michelangelo Pistoletto. Poco prima, la consegna dei premi «Credere nella ricerca ad Andrea Beltratti, presidente del Consiglio di gestione di Intesa San Paolo (da oltre dieci anni partner principale della campagna «L’Azalea della ricerca») e alla Fondazione Nando Peretti (si veda il servizio a pagina 30).
«Abbiamo bisogno dell’impegno degli uni e degli altri», esordisce Napolitano, di quanti credono nella ricerca praticandola con passione e «rendendola possibile con generosità». Pur in tempi di gravi ristrettezze di bilancio e di tagli alla spesa corrente, occorre saper distinguere, e Napolitano condivide a pieno quanto poco prima ha sostenuto il ministro Fazio: anche e soprattutto in tempi di crisi c’è bisogno di continuare a investire nella ricerca, anche attraverso una sinergia tra finanziamenti pubblici e privati. Un invito indiretto, dunque, che il capo dello Stato rinnova al governo, proprio in queste ore alle prese con la selezione degli interventi e delle risorse da inserire direttamente nel testo della «legge di stabilità», in discussione alla Camera. Del resto, che l’investimento in ricerca e in innovazione sia strategico per il futuro del paese è necessità generalmente condivisa. Basta guardare a quel che stanno facendo altri paesi a noi vicini. Sull’argomento, Napolitano ha detto la sua più volte, da ultimo nel messaggio inviato lo scorso 24 settembre al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: per il pieno superamento della crisi e una ripresa stabile e sostenuta del processo di crescita «è necessaria la mobilitazione di tutte le risorse umane e materiali di cui dispone l’Italia», in particolare nel sud del paese, valorizzando il capitale umano «e investendo – nel rispetto dei necessari equilibri di bilancio – sull’istruzione, sulla ricerca e sull’innovazione».
Il clima di grave e persistente tensione e incertezza che domina lo scenario politico non aiuta certo a immaginare soluzioni di medio periodo. L’accenno di Napolitano alle «fibrillazioni» che da mesi investono la politica e le istituzionali per gli effetti dello strappo consumatosi con i finiani è eloquente. Dal Colle il capo dello stato segue con preoccupazione l’evolvere della querelle politica quotidiana, ora riesplosa con il «caso Ruby». Napolitano resta però fermamente convinto che ovunque, in giro nel paese, vi siano realtà in cui lavoro quotidiano incoraggia ad avere fiducia nel futuro.
«Ci conforta il fatto che fondazioni e associazioni come le vostre, presidente Sierra e maestro Pistoletto, e ciascuno di voi, studiosi, ricercatori, operatori della sanità a ogni livello e anche in divisa da ministro, portate con fermezza e continuità la vostra missione». Come dire che, in questo come in molti altri campi, il paese reale cammina, mentre la politica è in affanno e distante. Oggi – si legge nel messaggio-manifesto dell’Airc – possiamo accendere una nuova luce sul cancro, per renderlo più curabile. È una delle strade è appunto «curare con la ricerca». Quel che serve – ripete Napolitano in un’intervista a Tv7 – è un’Italia che funzioni come sistema paese e che «non dia adito a dubbi sulla sua tenuta e sulla sua stabilità».
Il Sole 24 Ore 06.11.10