«Occupiamo il tappeto rosso». E’ il coro unanime del mondo del cinema. La protesta contro i tagli allo spettacolo proseguirà al Festival di Roma con l’occupazione del red carpet durante la giornata di inaugurazione e di uno spazio fisso dentro l’auditorium come presidio permanente. Sono le due azioni votate ieri sera all’unanimità, durante l’incontro al teatro Eliseo, da decine di associazioni. Si chiama «Tutti a casa» — dallo striscione appeso davanti alla Casa del Cinema, occupata venerdì scorso — la mobilitazione dello spettacolo italiano. «Abbiamo capito come questo governo dà senso a parole come azzerare ed espropriare, noi possiamo dare un senso alla parola occupare — dice Andrea Purgatori dell’associazione Centoautori, motore dell’occupazione —. Il giorno dell’inaugurazione dobbiamo dichiarare che quel tappeto rosso è nostro». Tra il pubblico c’è anche Piera Detassis, direttore del Festival di Roma, che precisa: «Non viviamo questa iniziativa come qualcosa contro il Festival di Roma, cercheremo il dialogo. E’ comunque una manifestazione della vitalità della rassegna». Per Stefano Rulli, presidente dei Centoautori «questo governo apparentemente è forte ma non sa gestire i conflitti». All’incontro partecipano associazioni di attori, tecnici, doppiatori, oltre ai sindacati, i produttori televisivi, gli agenti, Articolo 21 e Doc.it, Anica e Agis. Riccardo Tozzi, presidente dei produttori Anica, ricorda come la linea di chiusura di Tremonti «non risponde a nessuna logica economica». Fra le tante proposte quella dello sceneggiatore Domenico Saverni: «I colleghi che hanno dei film in concorso potrebbero utilizzare quello spazio anche per parlare delle nostre ragioni». Fra gli interventi polemici c’è quello di Nino Giarrusso, aiuto regista: «Qui non siamo proprio tutti oggi, manca il presidente dell’Accademia del Cinema Italiano, dei David di Donatello, Gianluigi Rondi». Fra i presenti: Elio Germano, Cristina Comencini, Giulio Scarpati, Paolo Virzì, Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo, Sabrina Impacciatore, Marco Risi.
Il Corriere della Sera 26.10.10
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“Contro i tagli di soldi al cinema occupiamo il red carpret di Roma”, di Arianna Finos
Ieri l´assemblea all´Eliseo di Roma ha votato di continuare la protesta al festival. «Il tappeto rosso è nostro. Il governo che sa solo tagliare e azzerare capirà che noi sappiamo occupare. Non solo i cinquecento di stasera ma in mille, duemila saremo sul red carpet che, il 28, inaugura il Festival di Roma». Dal palco del Teatro Eliseo di Roma, Andrea Purgatori di 100autori detta la linea – occupazione e un presidio permanente durante il festival – e la platea subito l´approva per alzata di mano, praticamente all´unanimità: decine di associazioni del cinema, sceneggiatori, produttori, esercenti, maestranze, attori, uniti come mai e galvanizzati dal successo dell´occupazione della Casa del cinema, la notte di venerdì scorso. In sala ad applaudire ci sono Marco Bellocchio, Cristina Comencini, Renato De Maria, Marco Risi, Paolo Virzì, Giulio Scarpati, Elio Germano e molti altri. Tra loro anche la direttrice artistica del Festival di Roma, Piera Detassis: «Non credo che questa protesta sia contro il Festival. Sono pronta al dialogo come ho sempre fatto, perché la mia rassegna è anche la casa del cinema. Ci hanno lavorato e mostreranno i loro film anche registi che sono qui stasera». Giulio Scarpati, del sindacato attori, dal palco sottolinea come ci sia «un disegno preciso di questo governo contro i settori della cultura, della scuola, della ricerca, che contribuiscono a formare un sapere critico della società». «Nel cinema italiano c´è una situazione paradossale, schizofrenica – denuncia Paolo Virzì – Mentre sale la quota di mercato nazionale fino a superare il trenta per cento, c´è una politica che ignora la potenzialità industriale del settore. In questo modo rischia di farci chiudere bottega». Tra gli obiettivi immediati della protesta, il rinnovo di tax credit e tax shelter che, spiega il produttore Riccardo Tozzi, «dati alla mano si dimostrano in modo incontrovertibile moltiplicatori di ricchezza. I 90 milioni di euro stanziati per il tax credit saranno compensati da nuovi redditi prodotti e da nuove tasse pagate per un rendimento doppio, se non triplo. Non c´è nessun motivo economico per eliminare queste misure».
Il presidente di 100autori Stefano Rulli sottolinea la forza della unità ritrovata e battezza il momento con la scritta sullo striscione issato nella notte dai protestanti più giovani: «Tutti a casa. Un titolo che facciamo nostro perché per noi lavoratori del cinema, siamo 250mila, significa davvero aver ritrovato un luogo comune. Lo diciamo anche all´arroganza del governo. Berlusconi, Bondi, Tremonti: tutti a casa».
La Repubblica 26.10.10