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Università, Ghizzoni: Vogliamo una riforma che valorizzi il merito

Il capogruppo Pd in commissione Istruzione e Cultura: “Facciamo ciò che il centrodestra non fa né a Roma né a Modena: ascoltare le ragioni di chi nell’università studia e lavora”

«Oggi è stata una grande giornata di mobilitazione per tutto il mondo dell’università. Davanti a Montecitorio si sono radunate centinaia di persone studenti, ricercatori, precari, docenti, semplici cittadini,contrarie alla finta riforma dell’ università firmata Gelmini. Questa la ragione per cui, con grande rammarico, il segretario Bersani e io non possiamo partecipare al congresso di Modena.

Abbiamo voluto essere in piazza innanzitutto per dire no a un decreto legge che, anche emendato, resta iniquo e del tutto inefficace rispetto ai nodi veri dell’università. Un decreto al quale il governo ha fatto mancare la copertura finanziaria laddove tentava, timidamente, di dare una risposta alle richieste dei ricercatori.

Il nostro no a questa finta riforma non è certo motivato da una volontà di conservare lo stato di cose presente, come qualcuno ha voluto maliziosamente insinuare. Non siamo noi i conservatori ma quelli che vogliono cambiare tutto per non cambiare nulla. Il Ddl Gelmini è questo: un provvedimento centralistico, burocratico, farraginoso che non valorizza le professionalità di chi lavora negli atenei, men che meno i meriti dei ricercatori invitati esplicitamente dal governo ad andare a cercar fortuna all’estero e quindi condannati in Italia al precariato e alla morte sociale.

Quella che noi vogliamo è una riforma vera dell’università che usi gli strumenti della valutazione per una razionale allocazione delle risorse, che investa finalmente sulla ricerca, che valorizzi i meriti di chi lavora e di chi studia, che renda effettivo il diritto allo studio, l’accesso ai servizi, la mobilità degli studenti. Non è vero che le risorse non ci sono. Si possono trovare, ad esempio mettendo in vendita le frequenze televisive liberate dalla transizione al digitale terrestre, come propone il segretario Bersani.

Abbiamo voluto essere in piazza questa mattina e incontrare una delegazione di studenti, ricercatori di ruolo e precari dell’università anche per un altro motivo: ascoltare le ragioni di chi nell’università studia e lavora, intrecciare i fili con un settore strategico per un Paese che voglia essere realmente competitivo e intenda partecipare a pieno titolo ai cambiamenti globali. Abbiamo fatto ciò che il centrodestra non fa né a Roma né a Modena: cercare di ascoltare, di capire, essere interlocutori credibili di un pezzo importante della società.

Il centrodestra si scandalizza perché a Modena l’assessore all’istruzione scende in piazza insieme agli studenti e, per questo, ne chiede le dimissioni. Ma se veramente il centrodestra avesse a cuore la meritocrazia tanto proclamata (e poco praticata) allora dovrebbe chiedere le dimissioni di un ministro che sta letteralmente smantellando il sistema formativo nel nostro Paese e non di chi, con competenza e senso di responsabilità, vuole una scuola al passo con i tempi e che ascolta la società.

Sono certa che anche da questo punto di vista, quello delle proposte e delle azioni positive, il congresso di Modena darà un contributo autorevole alla ricerca di nuovi modelli educativi e alla costruzione di una scuola che sia luogo di formazione non solo di una nuova classe dirigente ma di cittadini consapevoli e responsabili capaci di confrontarsi con il mondo che cambia».

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