Franceschini interviene alla scuola politica del PD. E ammonisce: “Non ripetiamo gli errori del passato, uniti per parlare a tutti gli italiani”
Per anni il terreno dello scontro politico e le sue regole in Parlamento sono stati condivisi da tutti. ma con Berlusconi quel terreno è stato messo in discussione e paradossalmente “la nostra opposizione deve difendere le regole, sottraendo energie e tempo all’opposizione ai temi di governo. Siamo trascinati all’emergenza continua. Oggi Berlusconi propone una commissione d’inchiesta contro i magistrati che vogliono delegittimarlo. E’ la confusione totale, l’idea che vincendo le elezioni si è sopra tutto il resto. Siamo antiberlusconiani perché parliamo sempre di questo? E’ complicato non parlarne. Dobbiamo rassegnarci a lavorare su due piani tenendoli distinti: i contenuti e le alleanze, su entrambi come se la legislatura durasse fino al 2013, sapendo che quella è la ragione sociale del PD, e dicendo chiaramente che se ci trovassimo di fronte a un’emergenza elezioni anticipate con il porcellum e il premio di maggioranza senza soglia minima per farlo scattare”. Parte dall’attualità il capogruppo democratico alla Camera, dario Franceschini, per poi ricordare che “siamo nati con un progetto ambiziosissimo di cambiamento della società italiana, un grande disegno di cambiamento progressista che superi logiche di appartenenza e blocchi sociali di riferimento, un grande partito nazionale ha dentro tutto il paese, non un blocco sociale, un partito riformista deve riscrivere le categorie individuali del Novecento, tutto con una missione ambiziosissima di cambiamento, quello è il nostro collante. Siamo un partito giovane e non emerge l’appartenenza ed è surreale ma così quando c’è un leader che non ci piace o un tema sgradito diciamo facciamo un’altra cosa. non va, non siamo insieme per l’orgoglio di una storia, abbiamo storie diverse tra noi no? Stiamo insieme per una storia nuova, anche scomponendo vecchi legami con forze sociali di riferimento, parlando a mondi che abbiamo colpevolmente lasciato alla destra, usiamo le straordinarie opportunità che offre fare un partito nuovo in un tempo nuovo, pieno di rischi e opportunità formidabili per la politica. la globalizzazione è questo , pensate a come è messo in discussione il concetto di sovranità nazionale. La globalizzazione attraversa la politica e dobbiamo buttarci in fretta. Pensate alle famiglie politiche europee, se sappiamo di stare dalla stessa parte al di là dello strumento con cui coniugano con uno o più partiti quest’appartenenza nello stesso stato devono aver urgentemente luoghi di riflessione comuni, noi, in Europa e poi i democratici americani, i progressisti di Lula e dell’India”.
E l’altro grande tema su cui insiste a sorpresa è quello dell’allungamento della vita media: “La nostra risposta è pigra, si pensa che allunga solo al vecchiaia invece allunga tutte le fasi. Se si allunga la vita media la scuola non dovrebbe cominciare più tardi? Pensate agli anni ’90, dicevamo che non ci sarebbero più state differenze. Una cretinata solenne, la globalizzazione richiede valori, regole, meccanismi di solidarietà, bisogna sfidare la destra sui valori, non inseguirla con semplici correttivi come è successo in Europa dove si continua a perdere. Tranne che in Spagna e Grecia abbiamo perso ovunque perché abbiamo rinunciato a sfidare la destra su valori alternativi, non sul giorno dopo ma sulla società che vogliamo costruire. Obama ha vinto su questo. Ma se la gente vota a destra oggi sa cosa vota: lega, il nucleo culturale è lo stesso nel PDL, individuazione delle paure reali, loro alimentazione e incasso dei consensi. Poi al governo la faccio sparire dalla comunicazione. Dobbiamo ricostruire la missione collettiva e un identità nazionale spiegando a tutti che si può usare il cambiamento per migliorarci. Facciamolo rendendoci riconoscibili perché noi tendiamo a dire cose buone su tutto ma non abbiamo tratti distintivi, non facciamo capire qual è il messaggio”.
Per il messaggio del PD Franceschini suggerisce tre temi: conoscenza, welfare, ambiente e green economy, e li rivendica come dati di fondo non solo contrastando i tagli di Tremonti a questi settori. Spiega che “dentro l’investimento su cervelli e saperi c’è l’unica chiave che possiamo giocare nel mondo e tanti destini individuali che si vedono passare davanti i meno bravi con le conoscenze giuste. Qui abbiamo lasciato la parola merito alla destra, come se fosse un’alternativa all’eguaglianza, invece bisogna dare le stesse possibilità di partenza a tutti per mandare avanti chi è più bravo. La nostra storia è arrivata ai punti di eccellenza quando è arrivato l e bruciare il sistema formativo brucia la prima risorsa italiana nella battaglia globale.
La seconda non può continuare a farci presentare come un campo che ha il modello del mercato del lavoro con il posto fisso uguale e garantito nella stessa città tutta la vita. Perché all’estero le società sono dinamiche, fanno integrare chi ha un colore diverso, il futuro è riprofessionalizzarsi, cambiare lavoro e città, io farei un’Erasmus interno mandando 50.000 giovani del sud a studiare al nord e viceversa. Che il paese si conosci, si integri, mobilità sociale! Spostiamo le risorse per aiutare gli affitti.
Pensate al Servizio Sanitario Nazionale che sembrava una follia ed è una realtà bellissima, da noi quando incontri la malattia non contano ceto e reddito, in America provare a farlo sarebbe una rivoluzione. Dobbiamo rivoluzionare il lavoro dicendo: quando lo perdi lo Stato non ti abbandona. Basterebbe recuperare il 15% dell’evasione fiscale, con le buone o le cattive, per garantire che nessuno si trovi a zero euro con il dramma della povertà che gli piomba nella vita.
La terza grande battaglia è la green economy non solo per l’approvvigionamento energetico ma perché fa crescere la nostra economia. Anche qui eravamo davanti e poi ci siamo persi, investiamo non solo perché è giusto ma per il territorio e le potenzialità che abbiamo. A destra parlano di nucleare come soluzione di tutti i problemi mentre tutto il mondo cerca di superarlo”.
per questo invita tutti a fare “una battaglie contro la destra sui contenuti, con comportamenti personali coerenti da chi quelle storie le pronuncia. Prima di parlare di alleanze chiediamoci in prospettiva: chi ci sta con noi su queste idee? Quando vedo tutti questi che si candidano alle primarie 2012 senza sapere con chi ci alleeremo resto stupefatto, che cosa stanno facendo? Usiamo tutto quel che abbiamo, difendiamo le regole con un partito unito, senza ripetere gli errori che ci hanno fatto tanto male dal ’96. Si elegge un leader e poi si comincia a parlarne male, a indebolirlo. E’ sempre stato così, vorrei essere l’ultimo di quella fila. I nostri elettori non sopportano più quel difetto, quando ci siamo presentati alle primarie in una prova di formidabile maturità collettiva con più di 3 milioni di persone a votare ci siamo detti: dal giorno dopo comunque vada sosterremo lealmente chi vincerà. Un patto più forte delle storie personali e delle amicizie che vuol dire non rinunciare alle proprie idee ma difenderle accettando che diventino un contributo per arricchire la linea del PD e non per dividerlo. Su quel che riusciremo a fare è affidato il futuro del paese, noi democratici dobbiamo tornare alla guida del paese per cambiarlo. Dimostriamolo non solo con le scelte collettive ma con i comportamenti individuali perché il PD è il partito che abbiamo aspettato tutta la vita”.
di Marco Laudonio per www.partitodemocratico.it