Ghedini e Alfano spiegano bene cosa interessa a Berlusconi: i suoi processi. Bersani fa appello al Parlamento: “Dica se legge è uguale per tutti”. “Un Berlusconi senza processi è il mio obiettivo e lo dico contro i miei stessi interessi perché non avrebbe più bisogno di un avvocato”. Non sconfiggere la crisi economica, non impegnarsi per una scuola pubblica di qualità, non investire nella ricerca. La priorità del governo è proteggere il premier e i suoi guai con la giustizia. È questa la priorità per Niccolò Ghedini, avvocato del premiere e parlamentare del Pdl. Secondo Ghedini grazie al continuo attacco a Berlusconi i magistrati possono continuare a godere dei loro privilegi da casta. A dargli manforte ieri a Milano alla Festa delle Libertà, c’erano il ministro delle Giustizia Angelino Alfano, Francesco Pionati, segretario dell’Alleanza di Centro, Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia e indagato nell’inchiesta sulla P3, Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato. A guidare il dibattito il direttore del Tg1 Augusto Minzolini.
Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, non aspetta a ribattere alle gravi parole pronunciate dal palco di Milano: “Dalle parole dell’avvocato Ghedini e del ministro Alfano si capisce benissimo quale, tra i cinque punti di programma di cui parlerà il presidente del Consiglio, sia quello fondamentale e che più interessa Berlusconi e il Pdl. Inutile che usino tanti giri di parole, che si citino le grandi riforme, che si mettano insieme tutti gli altri punti: da mesi il Paese è bloccato attorno al problema personale del capo del governo. A questo punto è bene che ci si chiarisca subito sul tema giustizia e sul significato concreto che dovrà avere la riforma, perché è chiaro che ciò condizionerà la situazione politica e legislativa. E’ ora che le Camere dicano se i cittadini sono ancora o no tutti uguali davanti alla legge, come prevede la Costituzione. E’ su questo punto che il
Parlamento si deve esprimere con chiarezza”.
Ghedini è stato stupefacente: “Abbiamo una magistratura straordinariamente forte – ha sostenuto Ghedini – alla quale non dispiacciono i processi a Berlusconi perché consentono di gridare al golpe e mantenere lo straordinario potere che i giudici hanno in questo Paese”. Il cancro del sistema – a giudizio dell’avvocato di fiducia di Berlusconi – sta nell’enorme libertà e nell’autoreferenzialità di cui godono i magistrati. “Sono l’unico potere che si autogiudica, sono fuori controllo” e per questo “bisogna riformare la magistratura attraverso una riforma costituzionale, basta trattare. Va fatta la riforma, punto e basta”.
Sul tavolo ci sono la legge sulle intercettazioni, quella sul processo breve e il lodo Alfano-bis, oltre alla sbandierata divisione delle carriere. Tutte norme che bloccherebbero, in un modo o in un altro, il già farraginoso iter giudiziario. Cadrebbe in prescrizione la maggior parte dei processi attualmente celebrati in tribunale, in sfregio alle vittime dei reati e alla sicurezza dei cittadini. E tutto per una ragione, anzi per delle ragioni: le ragioni personali del premier!”.
Sulla stessa linea il responsabile Giustizia, Andrea Orlando, che rincara: “Quando Ghedini e Alfano parlano di riforma della giustizia, non ci si può che preoccupare perché, gira e rigira, l’unica riforma che hanno in testa è quella per cancellare i processi a Berlusconi. In ogni caso, se volessero ragionare seriamente di come modernizzare il sistema di giustizia del nostro Paese, non mancherebbero le cose da fare: la semplificazione del processo civile, la riorganizzazione del servizio, a partire dalle circoscrizioni giudiziarie, e del sistema penitenziario ormai all’esplosione. Noi, con buona pace del ministro Alfano, vogliamo cambiare il funzionamento
della giustizia nell’interesse di tutti, però, e non di uno solo e faremo una battaglia durissima contro qualsiasi colpo di spugna”.
www.partitodemocratico.it