Nuove proteste e nuovi dettagli. Il piano di Fincantieri continua ad agitare la cantieristica navale. Lunedì il colosso di Stato controllato da Fintecna incontrerà a Roma i sindacati, che hanno già bocciato il piano come «irricevibile» e indetto lo sciopero nazionale per il primo ottobre. Sono in ballo 2.450 posti di lavoro (indotto escluso), il ridimensionamento del cantiere di Sestri Ponente e la chiusura di Riva Trigoso e di Castellammare di Stabia, destinati a trasformarsi in porti turistici. L’azienda per adesso si limita a sottolineare che si tratta di una «bozza di studio» che non è stata ancora discussa. Ogni decisione, dicono, è rimandata al prossimo cda di gruppo che non è previsto a breve. Tuttavia, a causa della «grave crisi del mercato Fincantieri cerca di prefigurare i vari scenari, anche per non farsi trovare impreparata». Scenari che non piacciono affatto a sindacati e a lavoratori, che ieri hanno ripreso scioperi e manifestazioni dopo quelle dei giorni scorsi.
TENSIONE Nel cantiere di Palermo la polizia ha cercato di sgomberare la piattaforma petrolifera della Saipem «Scarabeo 8», occupata dagli operai che ne curano la manutenzione. Fincantieri ha previsto di spostare altrove lo «Scarabeo 8» e così a Palermo arriverà altra cassa integrazione. In Campania invece gli operai di Castellammare hanno bloccato la statale Sorrentina. Nel frattempo a Roma si è tenuta l’assemblea pubblica sulla cantieristica organizzata da Fiom, Fim e Uilm, insieme a tutti gli amministratori delle località toccate dal piano tagli del gruppo navale. La conferenza ha approvato un documento unitario in cui si boccia il «pesante piano di ristrutturazione » di Fincantieri, avvertendo che «pregiudicherebbe definitivamente l’assetto industriale e occupazionale del gruppo, con conseguenze sociali imprevedibili». Fiom, Fim e Uilm, e i rappresentanti delle istituzioni locali hanno quindi ribatito la richiesta di un tavolo a Palazzo Chigi, respingendo l’incontro annunciato da Sacconi. «Non è lui che deve convocarlo» hanno detto, costringendo il ministro a fare un passo indietro. Duro a questo proposito il commento dei Democratici Sergio Cofferati e Andrea Cozzolino, che hanno presentato due interrogazioni sul piano del gruppo navale alla Commissione Ue: «Le dichiarazioni di Sacconi, che si defila sottolineando che il tavolo Fincantieri non sarà di sua competenza, e il silenzio imbarazzante del ministro dell’industria ad interim Berlusconi danno un’immagine grottesca di un governo incapace di affrontare una vertenza che minaccia, tra azienda e indotto, 7500 lavoratori».Su Fincantieri i senatori Pd hanno chiesto al governo un’audizione urgente.
L’Unità 22.09.10