Le mamme hanno già fatto le scorte e non solo di quaderni. Perché nella scuola che riapre tra due giorni per quasi otto milioni di alunni dalle materne alla maturità, manca di tutto. Dai professori agli insegnanti di sostegno, dalle aule, ai banchi alla carta igienica che si porta da casa. Lunedì suonerà la campanella in classi che si annunciano sempre più affollate, e persino fuorilegge visti i dati record di 37 studenti in una stanza. Tra supplenti non ancora nominati, professori che diminuiscono, ore di sostegno ridotte al lumicino e 22mila precari a rischio stipendio per i tagli. In questo quadro preoccupante il ministro Mariastella Gelmini ieri ha illustrato le nuove regole per diventare insegnanti, annunciando che «tra sette anni i 220mila precari saranno stati riassorbiti». Immediata la reazione di Cgil scuola e del Pd che l´accusano di falsare i dati e parlano di «bufala, imbroglio». Intanto i Cobas si danno appuntamento a Roma lunedì per un sit-in di protesta contro «un ministro che racconta favole», mentre domani i precari siciliani annunciano “l´invasione dello stretto di Messina”. Riparte dunque tra le polemiche l´anno scolastico in un paese che non investe sull´istruzione. Secondo l´Ocse siamo agli ultimi posti come spesa per scuola, solo la Repubblica Slovacca investe meno. I nostri docenti hanno stipendi più bassi della media europea e gli studenti restano sui banchi più dei loro coetanei, ma con scarso rendimento. Ma ecco come il ministro Gelmini ha illustrato le nuove modalità per accedere all´insegnamento che si basano «sul tirocinio, sul numero dei nuovi docenti deciso in base al fabbisogno perché l´accesso illimitato crea precariato e lauree specifiche per ciascuna classe di abilitazione, con più inglese nuove tecnologie e migliore preparazione a tutti per l´integrazione dei disabili». Con l´idea, già contestata, di «superare gli scatti di anzianità e premiare il merito». Nella scuola dell´infanzia e primaria, ci vorrà una laurea a numero chiuso con prova di accesso che consentirà di conseguire l´abilitazione. Rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche, aumentato il tirocinio a scuola e corsi di inglese e nuove tecnologie. Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado ci vorrà la laurea magistrale ad hoc completata da un anno di tirocini, sempre con selezione per l´ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità. L´anno di tirocinio prevede 475 ore a scuola sotto la guida di un tutor. E i 220mila precari? «É una piaga sociale molto dolorosa, ereditata dal passato, alla quale è difficile se non impossibile dare risposta. A 14mila precari troveremo i posti e i 220.000 nelle graduatorie dovrebbero essere riassorbiti entro sette anni», ha detto il ministro. Duro il commento del deputato Pd Rosa De Pasquale: «É una bufala. Tra tagli, cancellazione dei posti e mancate immissioni in ruolo le liste del precariato si esauriranno in qualche decennio». «Sul precariato non solo non vi è stata alcuna soluzione concreta, ma ancora una volta sono stati occultati i dati reali», ha aggiunto il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo.
La Repubblica 11.09.10
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“L’annuncio del ministro. Ma Pd e Cgil non le credono: con questi tagli sono previsioni irreali” di Felice Diotallevi
Presentate le nuove regole per la formazione degli insegnanti: «Via gli scatti di anzianità»
Gelmini prende in giro i precari: «Li smaltiremo in 6 o 7 anni». Gelmini annuncia: «I precari della scuola saranno assorbiti in 6-7 anni». Pd e Cgil: «Numeri non credibili». Il ministro presenta le nuove regole per la formazione: «Stop agli scatti di anzianità, premiamo il merito».
«Ci vorranno 6-7 anni per assorbire i 220mila precari della scuola, anche grazie ai nuovi pensionamenti», giura Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione. Ma la notizia, buona se fosse vera, non convince il mondo della scuola. Così come le nuove norme sulla formazione degli insegnanti, annunciate dalla ministra, non convincono fino in fondo i sindacati. Gelmini ha anche parlato dei sanguinosi tagli e dei loro effetti, assicurando una «boccata d’ossigeno»: «Considerando i pensionamenti avvenuti, nel 2009 sono stati tagliati 12mila posti e altri 2mila nel 2010, a questi 14mila verrà trovato un posto di lavoro grazie agli accordi con le Regioni e al “salvaprecari”».
Le reazioni sono decisamente negative. «Non solo non vi è stata alcuna soluzione concreta, ma sono stati occultati ancora una volta i dati reali», attacca Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil. «La differenza tra quanti avevano avuto le supplenze annuali lo scorso anno e quanti l’avranno quest’anno è secondo le nostre previsioni di 20mila in meno tra docenti ed Ata. Altri 10mila docenti saranno in soprannumero». E Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd: «Il ministro confonde le acque sui numeri e sui tempi di assorbimento dei precari perché dopo i suoi tagli non basterà certo il turn over dei pensionamenti a riparare i danni». «Nel 2008ricor-
da Puglisiil governo Prodi aveva programmato un piano di assunzioni di 150mila precari in tre anni che avrebbe portato all’esaurimento delle graduatorie».
Quanto alle nuove regole per la formazione iniziale dei docenti, il governo prevede un periodo di tirocinio in classe, accesso limitato e programmato in base al fabbisogno reale del sistema, lauree specifiche a numero chiuso con un investimento su inglese e nuove tecnologie. «Così eviteremo la formazione di nuovo precariato», dice il ministro. Che annuncia la fine degli scatti di anzianità e l’introduzione di nuove incentivi legati al merito: «Bisogna trovare una strada per valutare e premiare gli insegnanti, per via contrattuale o legislativa».
Ma anche sulle nuove regole ci sono dubbi. Di «elementi di criticità» parla la Cgil, che si dice pronta a discutere di valutazione dei prof. «solo di fronte a risorse certe» e fa quadrato sugli scatti di anzianità: «Non siamo disponibili a cancellarli». Più disponibile la Uil, che parla di proposte «condivisibili» ma avverte: «Nella fase transitoria si rischia di creare nuovo precariato».
Non si ferma la mobilitazione dei precari contro i tagli: domani sono attese migliaia di persone a una manifestazione sulle due sponde dello stretto di Messina. «Chiederemo a gran voce le dimissioni della Gelmini», assicurano gli organizzatori. E lunedì, primo giorno di scuola in molte regioni, proseguiranno le iniziative di protesta: Sinistra e libertà ha organizzato volantinaggi davanti alle scuole in oltre 100 città.
L’Unità 11.09.10