«Marchionne ha compiuto degli errori e ha assunto degli atteggiamenti sbagliati», dice Massimo D’Alema dall’area dibattiti Norberto Bobbio, in Piazza Castello. «Per lui Pomigliano non è un incidente di percorso bensì un modello, ma così si nega il rispetto della Costituzione e si finisce per smontare il Contratto nazionale », dice Sergio Cofferati dalla sala Adriano Olivetti, zona dibattiti della libreria della Festa nazionale del Pd. Presidente del Copasir ed europarlamentare si sono trovati più volte in passato su posizioni contrapposte, specialmente sul tema del mercato del lavoro e dell’azione del sindacato, specialmente quando il primo era presidente del Consiglio e il secondo segretario generale della Cgil. Ma oggi sulla Fiat e sulle ultime mosse del suo amministratore delegato i due concordano su più di un punto. D’Alema riconosce a Marchionne «una forte personalità» e sostiene che si debba «interloquire» con lui: «Bisogna avere anche il coraggio di relazioni industriali di maggiore collaborazione ». Ma in quest’ultima fase, aggiunge di fronte al migliaio di persone stipate sotto il tendone montato a Piazza Castello, ha «compiuto degli errori e assunto atteggiamenti sbagliati». Al presidente del Copasir non è sfuggita un’intervista rilasciata dal predecessore dell’attuale Ad Fiat, Cesare Romiti, e non esita a definire “curioso” che si sia trovato d’accordo con le tesi da lui sostenute. In particolare, la sottolineatura che con i sindacati ci si può scontrare ma non si deve lavorare per dividerli: «E questo è un errore che va al di là degli errori pure commessi dalla Fiom». E ancora più netto è il giudizio sul licenziamento dei tre operai di Melfi e sulle polemiche seguite alla sentenza di reintegro da parte del tribunale: «La vicenda di Melfi l’ho trovata particolarmente sgradevole perché c’è il dramma delle persone, isolate e colpite. E poi le sentenze vanno rispettate. E una grande azienda come la Fiat deve dare l’esempio». Il giudizio di Cofferati è duro al di là del singolo caso Melfi. L’europarlamentare del Pd è alla Festa per partecipare alla presentazione del libro di Rinaldo Gianola «Diario Operaio» (Ediesse), e per l’amministratore delegato della Fiat ha soltanto parole critiche: «La sua linea mi pare moto chiara e coerente, una linea profondamente sbagliata anche per la Fiat. Prospetta una competizione tutta basata sulla riduzione dei costi, quando oggi la sfida si vince se si è in grado di presentare proposte di qualità, se si punta sul sapere e la conoscenza». Se si punta sui costi del lavoro più bassi, sottolinea Cofferati, è inevitabile incrociare sulla strada i diritti delle persone, perché «diritti e protezione hanno un costo». Ela cosa preoccupante, per l’ex segretario della Cgil, è che tutto fa pensare che per Marchionne «Pomigliano è un modello, non un incidente di percorso »: «Vuol far diventare quell’accordo il contratto dell’auto. Ma così si smonta il contratto nazionale e si mette in discussione sia la rappresentanza che la contrattazione collettiva ». Rischi pesanti, dice Cofferati, perché «negano il rispetto non solo del Contratto nazionale, ma anche della Costituzione».
L’Unità 03.08.10