“I precari da stamani in presidio permanente”, di Gabriele Orsini
PISA. Da questa mattina i precari della scuola sono in presidio permanente di fronte al Provveditorato per protestare contro i tagli al sistema scolastico. “Scuola pubblica bene comune”, questo lo slogan inequivocabile scelto dagli insegnanti e dal personale tecnico-amministrativo.
La decisione per questa nuova mobilitazione, emersa nel corso dell’ultima assemblea della Rete dei precari, arriva dopo il blitz in occasione delle nomine per ribadire l’opposizione alla riforma Gelmini e la necessità di difendere il diritto al lavoro. Dopo la grande visibilità che lo sciopero della fame del professor Rocco Altieri ha restituito alla mobilitazione, il presidio si pone l’obiettivo di proseguire in questa direzione. Sarà una giornata animata quella di oggi in via Pascoli, dove ha sede l’ufficio provinciale scolastico. Per festeggiare il successo della protesta dell’insegnante del Matteotti, stamattina un gruppo di studenti del corso serale “salvato” in extremis ha organizzato una performance teatrale a tema.
Ma al di là della visibilità, il presidio permanente servirà a coinvolgere la cittadinanza e ad amalgamare intorno a sé tutti i fermenti di una protesta. Quello di oggi è comunque solo il primo passo di un percorso che porterà ad un primo giorno di scuola del tutto particolare. Per il 15 settembre infatti le organizzazioni sindacali provinciali (Cgil, Snals, Gilda, Cobas e Unicobas) hanno convocato un’assemblea sindacale di tutto il personale scolastico. «La scelta di effettuare un’assemblea il primo giorno del nuovo anno scolastico ha un forte valore simbolico – spiega la Flc-Cgil – vogliamo dare all’opinione pubblica un segnale chiarissimo del forte ridimensionamento della scuola statale a causa della politica governativa. La legge 133 ha portato nella nostra provincia alla perdita di circa 450 posti di lavoro negli ultimi due anni».
Il Tirreno/Pisa 02.09.10
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“Scuola, partenza nel caos scatta la mobilitazione E la Gelmini dà forfait”, di Bianca De Fazio
Scuole con così pochi bidelli da non poter aprire la succursale. Istituti senza neppure un addetto alla segreteria. Docenti assunti tre giorni fa, ma senza una scuola dove prendere servizio. Precari che neppure sanno quando uscirà il calendario per le supplenze e gli incarichi annuali. «L´anno scolastico è iniziato così: annaspando. Il mondo della scuola, a Napoli ed in Campania, è in grandissima difficoltà» denuncia Luigi Panacea, segretario generale della Uil scuola della Campania. «E così, perché sia chiaro che non intendiamo restare a guardare, chiamiamo tutti alla mobilitazione generale: domani mattina, alle 9, manifestazione dinanzi alla Direzione scolastica regionale, al Ponte della Maddalena. Innanzitutto contro i tagli indiscriminati e ragionieristici che penalizzano fortemente la scuola campana».
Ai sindacati arrivano le segnalazioni in tempo reale, dalle scuole in sofferenza. Così ieri mattina, ma non sono che esempi, la scuola media Santa Maria di Costantinopoli s´è ritrovata senza segreteria, e la preside Mincione ha telefonato dall´hinterland per reclamare: «Sono sola a scuola: non c´è neppure un addetto alla segreteria. Che faccio?». «Un altro esempio? L´istituto Castaldo di Boscoreale – racconta Panacea – non può aprire una delle sue sedi per mancanza di bidelli».
E se la Uil indice una manifestazione, la Flc Cgil prepara volantini che chiamano a raccolta anche la società civile: «L´impoverimento della scuola pubblica riguarda tutti» afferma il segretario regionale Giuseppe Vassallo, che denuncia, tra l´altro, i ritardi nella macchina organizzativa: i calendari per le supplenze annuali sono di là da venire (forse se ne saprà qualcosa la prossima settimana), ed i neoimmessi in ruolo, i pochi fortunati che hanno ottenuto il contratto a tempo indeterminato, neppure sanno quale sarà la loro sede. Una situazione esplosiva che ieri ha prudentemente tenuto lontana dalla Campania il ministro per l´Istruzione Mariastella Gelmini. Era attesa nel pomeriggio ad Ariano Irpino, nella sede di Biogem. E lì si erano dati appuntamento sindacati di categoria e precari giunti da tutta la regione. Ma nella tarda mattinata la Gelmini ha dato forfait, ufficialmente «per sopraggiunti impegni istituzionali».
Sono 1276 nelle scuole elementari, 894 nelle medie, 1716 alle superiori i docenti che quest´anno, in Campania, hanno perso il posto. E altri 2000 sono gli Ata (personale tecnico amministrativo) sacrificati sull´altare della razionalizzazione della spesa. Tagli che hanno penalizzato la Campania più che altre zone del Paese: qui insegnanti e studenti rappresentano il 10 per cento del totale nazionale, ma i tagli non sono stati proporzionali ma superiori al 17 per cento. E ai precari che attendono l´incarico annuale giunge una doccia fredda: i posti disponibili saranno non più di 143 per il personale Ata, «mentre per gli insegnanti – conclude Panacea – si parla di 250 posti per l´adeguamento degli organici». E dire che nelle graduatorie, in Campania, di precari ce ne sono oltre 32 mila. Intanto è confermato l´accordo tra il ministro Gelmini e il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro per il coinvolgimento dei precari della scuola in un progetto elaborato dall´assessorato all´Istruzione. «Con lo stanziamento di fondi Pon e Por-Fse», si legge in una nota, «si concretizza il processo di inserimento dei precari attraverso interventi tesi alla riduzione dei livelli di dispersione scolastica».
La Repubblica/Napoli 02.09.10
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“In catene i precari della scuola”, di COsimo Santimone
CAMPOBASSO «Siamo contrari alla regionalizzazione della scuola. Vogliamo, in tempi brevi, delle garanzie». Queste le prime parole del segretario regionale della Flc Cgil Sergio Sorella il quale ha espresso «disagio per una situazione che ormai peggiora di anno in anno». Sorella, insieme a tanti «precari», ieri mattina è stato dinanzi alla Prefettura di Campobasso, in catene, per protestare contro le politiche scolastiche che stanno fortemente penalizzando sia «gli addetti ai lavori» che l’offerta formativa da garantire ai tanti studenti. «Bisogna – ha detto Sorella dopo un incontro, avuto insieme a una delegazione di precari, con il vice Prefetto – sospendere immediatamente i tagli. Si tratta di un problema serio che deve essere «sentito« a livello nazionale. E questo compito ce l’ha il Prefetto che adesso dovrà far arrivare al Ministero il nostro disagio. A Luglio – continua Sorella – abbiamo avuto un incontro con l’Assessore Di Sandro e gli abbiamo illustrato tutte le difficoltà. L’Assessore, a dire il vero, presentò successivamente una proposta ma poi non se ne è fatto più nulla. Cosa chiediamo? Noi vogliamo semplicemente più «tempo-scuola» e non dei servizi aggiuntivi. Ripeto – ha concluso Sorella – mi auguro che il Prefetto adesso possa sollecitare chi di dovere e illustrare una situazione che ormai è arrivata al collasso grazie alla costante mancanza di qualsia forma elementare di garanzia». Una delegazione, come detto, ieri si è recata ai piani alti del palazzo del Governo ed ha consegnato un documento nel quale sono state elencate, per filo e per segno, tutte le criticità della scuola molisana. Contestualmente, i precari, hanno chiesto anche un tavolo istituzionale urgente
Il Tempo/Molise 02.09.10
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Scuola, nomine nel caos. Una cattedra per due
Una cattedra per due. Non è il titolo di un film, ma una vicenda successa a Firenze a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. «Alle 16 del 31 agosto non sapevo ancora a che scuola ero stata assegnata – racconta Fabrizia De Lorenzi, insegnante di ruolo 47enne-, nonostante dovessi iniziare a prendere servizio dal mattino dopo. Al provveditorato regnava il caos: mi dissero di andare a casa e aspettare che le assegnazioni venissero pubblicate sul sito web ufficiale. Cosa che è successa intorno alle 18: ero stata assegnata alle serali dell’Elsa Morante. Una buona notizia, perché sono di Firenze e ho dovuto fare la pendolare da Siena per 25 anni. Ma una volta arrivata all’istituto, nessuno sapeva niente di me. Stavo aspettando l’arrivo del preside per presentarmi e chiedere spiegazioni,quando è arrivata un’altra docente, assegnata alla mia stessa cattedra». Una situazione paradossale: «Ora mi hanno assegnato ad un istituto magistrale di Empoli, ma là non ne sanno nulla e sul sito è indicato il nome di un’altra insegnante. Sono senza parole». Un errore del provveditorato, una svista. Ma il caso di Fabrizia non è isolato: «Non avevo mai sentito una storia del genere fino a quest’anno. Non è solo colpa dell’ufficio scolastico: si tratta di un malfunzionamento dovuto ai ritardi accumulati dal Ministero ». La confusione maggiore regna infatti alle superiori, oggetto di un riordino degli indirizzi fortemente voluto dal Ministero, nonostante dirigenti scolastici, enti locali e sindacati avessero chiesto di rimandarlo di un anno. Così siamo già a settembre, ma quasi 1700 supplenze annuali nel solo territorio fiorentino devono ancora essere assegnate. Basta dare un’occhiata sul sito del provveditorato (www.csa.fi.it) per rendersi conto della situazione: 48 cattedre di italiano e 60 di matematica non sono state ancora assegnate alle scuole medie, solo per citare le materie principali, e i dati sulle superiori non sono stati ancora nemmeno pubblicati. Non solo. In 16istituti manca perfino il preside: «Per un ritardo nel concorso pubblico per dirigenti scolastici – spiega il segretario provinciale della Flc Cgil Alessandro Rapezzi -, i posti dei pensionati non sono stati coperti. Così si mandano in reggenza presidi di altre scuole, che però vengono informati a pochi giorni dall’apertura. Ecco la realtà che si nasconde dietro la retorica governativa sull’azienda scuola e i presidi-manager». Parallelamente, a Siena e Provincia sta succedendo di tutto. E a lanciare l’allarme sono proprio gli studenti delle superiori:12classi tagliate, il che significa che «300 ragazzi perderanno i loro compagni di classe e saranno costretti ad approcciarsi a nuovi metodi di insegnamento con un palese disagio didattico ed economico per le famiglie, che si troveranno costrette ad acquistare una seconda volta i libri di testo per l’anno che sta per iniziare», spiega Davide Cipullo, presidente della Consulta degli studenti. Non mancano casi limite: c’è chi sostiene gli esami di riparazione senza sapere in che classe finirà, e chi starà in una classe (all’Istituto Redi di Montepulciano) di 33ragazzi di cui un portatore di handicap. Al Volta, il liceo della val d’Elsa, forse sarà ricostituita una delle tre classi smembrate. Di sicuro, promette il rappresentante d’istituto Stefano Nardi, «il primo giorno di scuola, il 15 settembre, faremo un’assemblea straordinaria d’istituto per decidere come continuare la protesta contro i tagli del governo». Al liceo classico Piccolomini di Siena, pare rientrare il rischio di perdere una classe (genitori e studenti avevano deciso di ricorrere al Tar). Invece, al liceo scientifico Galilei, doveva essere tagliata una classe quarta:ma con l’intervento della Regione il rischio è stato scongiurato. Gli studenti e la Cgil comunque non fermano la protesta: il primo giorno di scuola saranno organizzate, in tutte le scuole, lezioni tenute da precari che hanno perso il posto di lavoro dedicate agli studenti delle classi smembrate. Già fissato l’appuntamento con la piazza: il 17 corteo fin sotto la Prefettura.
L’Unità/Firenze 02.09.10
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Scuola, in due anni persi seicento posti Già cancellati i precari di latino e greco
ROVIGO – Circa seicento posti di lavoro cancellati in due anni, destinati a diventare quasi novecento se la politica di tagli alla scuola pubblica proseguirà come da programma nel 2011. Un impatto occupazionale negativo equivalente, insomma, all’eventuale chiusura della Grimeca, la piccola Fiat del Polesine. Proprio per questo le federazioni territoriali degli insegnanti di Cgil, Cisl, Uil chiamano a raccolta il territorio. «Non è solo un problema nostro, ma di tutti – sottolinea Teresa Bradiani, segretario Slc Cgil – il futuro della scuola pubblica coincide con il futuro della comunità».
In vista dell’inizio del prossimo anno scolastico sono stati già cancellati trecentotredici lavoratori, con pesanti ricadute sociali. La mannaia si è abbattuta soprattutto sui docenti di scuola superiore con ottantatre posti soppressi, cui si sommano ventisette tagli sulle scuole primarie e nove sulle medie inferiori, senza contare la liquidazione di ben quarantaquattro supplenti polesani. Numeri che crescono ulteriormente, se si tiene conto che ci sono diverse decine di insegnanti mandati in pensione senza essere sostituiti: trentasei di scuola media, ventitre di liceo, diciannove maestri elementari e quattro di scuola d’infanzia. Non meglio va al personale tecnico e amministrativo con l’uscita di quarantacinque collaboratori, venticinque impiegati amministrativi, due tecnici di laboratorio con altrettanti segretari. Anche in questo caso, vanno aggiunti i pensionamenti senza sostituzioni: venticinque, per l’esattezza. «Professionalità in campo anche da un decennio – rimarca Bradiani – significa buttare nel cestino investimenti di vita».
Senza contare l’impoverimento dell’offerta formativa come sottolinea Bertilla Gregnanin, responsabile Uil Scuola: «Sono state cancellati di fatto i precari di latino e greco, tagliati in maniera pesantissima quelli di inglese ed educazione tecnica, colpiti in maniera durissima i docenti di meccanica e informatica. Senza contare i problemi legati al sostegno degli alunni disabili e la difficoltà a seguire in modo adeguato classi troppo numerose, oltre i trenta allievi».
Corriere/Rovigo 02.09.10
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“Milleottocento posti tagliati in tre anni nelle scuole ciociare, insorge la Cgil”, di Ma.Ce.
“Il prossimo 3 e 4 settembre saranno effettuate le nomine per le supplenze annuali del personale docente e Ata delle scuole della provincia di Frosinone. A parte il ritardo con cui quest’anno verranno assegnate le nomine, il fatto più eclatante è che saranno centinaia gli aspiranti supplenti che quest’anno vedranno vanificata la loro speranza di avere un posto di lavoro”, scrive il segretario generale della Flc-Cgil di Frosinone, Raffaele Miglietta.
Che cosa è accaduto alla scuola ciociara? “L’anno scolastico si avvierà in provincia di Frosinone con una forte riduzione di organico: sono 187 i posti tagliati nell’organico del personale Ata e 420 quelli tagliati nell’organico dei docenti. I tagli consistenti di quest’anno si sommano a quelli già numerosi dell’anno scorso (circa 600 tra docenti e Ata) e precedono quelli altrettanto numerosi (più o meno altri 600) già programmati per il prossimo anno scolastico”, tuona Miglietta.
Secondo la Cgil, però, il problema non sarà solo dei precari che perderanno le supplenze, ma anche degli alunni, “poiché i tagli di organico si accompagnano a un generalizzato peggioramento della funzionalità e della qualità delle scuole pubbliche della provincia: soppressione di tutte le classi a tempo pieno, chiusura della scuola media in diversi comuni, aumento degli alunni per classe, riduzione dell’orario settimanale di lezione nelle scuole secondarie superiori”.
Per questi motivi, la Flc Cgil di Frosinone domani e dopodomani, in occasione delle operazioni di nomina dei supplenti annuali, sarà al fianco dei precari per rivendicare un piano pluriennale di immissioni in ruolo, la salvaguardia delle graduatorie ad esaurimento e la definizione di regole chiare e certe per il reclutamento. L’iniziativa della Flc Cgil proseguirà poi con l’apertura del nuovo anno scolastico con una serie di azioni di lotta quali l’astensione del personale dalle prestazioni orarie aggiuntive e la proclamazione di scioperi orari.
Il Messaggero 02.09.10
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Quattro professori precari in sciopero della fame: «E noi che fine faremo?», di Luca Salvi
MILANO- Nicola ha tre mesi, occhi azzurri che osservano dal passeggino. Il papà, Davide Bondesan, 28 anni, insegnante di latino e greco alle superiori, ha cominciato lo sciopero della fame e ha passato la notte in una tenda davanti all’Ufficio scolastico regionale. «L’anno scorso ho insegnato in una media a Binasco spiega . Non c’era altro posto. Quest’anno non so ancora dove e se troverò lavoro». Proprio ora che è nato Nicola, Davide rischia di non avere uno stipendio. Al presidio che il Movimento scuola precaria ha organizzato ieri in via Ripamonti c’è pure la mamma, Erika Braghieri. Insegnante anche lei, da due anni ha scelto un altro lavoro: «Se fossi anch’io precaria, non so come faremmo col bambino. Per fortuna ho trovato lavora in un’azienda di diagnostica». DAVIDE È UNO DEI 4 DOCENTI che da ieri pomeriggio non mangiano. Come Cristina Virardi, Alessandro Risi e Miriam Petruzzelli, tutti precari. Miriam rivela che «quest’anno 1.500 insegnanti potrebbero essere tagliati. Meno insegnanti significa meno qualità a scuola. Ma in realtà ancora non sappiamo quanti posti siano disponibili». Claudio Nicrosini, docente di Storia dell’arte e di sostegno, rivendica «un sistema trasparente per le nomine. Oggi poi si riuniscono i collegi docenti e noi non possiamo partecipare perché nessuno ha avuto ancora un incarico». Così i quattro insegnanti faranno lo sciopero della fame fino a sabato e cercheranno di creare un punto informativo per comunicare i posti effettivamente disponibili nelle scuole. A dare man forte ai precari sono arrivati studenti, ragazzi dei collettivi, professori di ruolo e sindacati (Flc-Cgil e Cub). «I tagli e le incertezze sull’organico danneggiano la continuità didattica afferma Tamara Bernasconi, insegnante di sostegno e precaria da sei anni . Gli studenti cambiano professori da un anno all’altro, e per i ragazzi disabili è peggio. Ci vogliono mesi per costruire un rapporto di fiducia». Nel pomeriggio la performance: i precari si stendono su sagome disegnate col gesso e la zona è recintata col nastro «Scena del crimine: vittima la scuola». Intanto sono usciti i calendari delle cattedre annuali per medie e superiori. Si comincerà il 6 e 7 settembre nelle scuole polo. Ma lo sciopero della fame continua.
Il Giorno/Milano 02.09.10