«I have a dream» dice all’Unità on line la maestra Linda Ciullara. «Sogno il cedolino…. Sogno di svegliarmi presto e fare le corse per andare scuola. Sogno di posare gli occhiali, e i compiti corretti sul comodino e non dovermi svegliarmi e scoprire che sul comodino ci sono solo troppe bollette da pagare». Zaini in spalla, la scuola sta per cominciare. La campanella per l’inizio delle lezioni suonerà per tutti lunedì 13 settembre, salvo anticipi sull’anno scolastico. Ma l’istruzione pubblica che riapre i battenti è sempre più «ristretta»: meno classi e più studenti tra i banchi, meno docenti, meno bidelli, meno igiene e sicurezza degli edifici. E meno fondi in cassa e zero carta igenica nei bagni. Il count-down della protesta questa volta è scattato in anticipo: supplenti e personale precario Ata hanno manifestato fin da Ferragosto con sit-in a Montecitorio e sotto il Miur.
AVVIO TRA LE PROTESTE Sono oltre 22mila i precari a rischio licenziamento quest’anno, alcuni sono in sciopero della fame. Altri hanno già occupato gli Usp. Altri ancora, come Retescuola di Agrigento, lanciano l’idea dell’«Invasione dello Stretto»: una catena umana contro la distruzione della scuola pubblica, nei pressi dell’opera simbolo dello spreco statale, il Ponte di Messina. Anche il sindacato è in mobilitazione. Per ora solo la Flc-Cgil si è mossa: assemblee negli istituti fin dal primo giorno di scuola, sciopero a intermittenza nelle prime ore dal 1°ottobre e i sabati della Conoscenza nelle piazze (l’11 e il 18 settembre) per informare le famiglie sullo stato della scuola. NOMINE Più della metà di 10mila posti di insegnante per il 2010/2011 vanno ai docenti di sostegno (5.022, pari al 50,2% del totale). 1.681 all’infanzia, 792 alla primaria, 1.740 alla secondaria di primo grado e 729 alla secondaria e 6.050 amministrativi, tecnici ed ausiliari. Assunzioni “contate” e all’insegna dello squilibrio, come si evince dalle tabelle provincia per provincia pubblicate dal Miur. Zero maestre elementari in Campania, Puglia e Sicilia. A fronte dello strapotere della Lombardia in tutti gli ordini scolastici (infanzia, primaria, medie e superiori): 1.547 nuovi posti da professore e 1.207da impiegato tecnico amministrativo. Una “scelta” dipesa dall’alto numero di posti vacanti e dalla bassa presenza di titolari in sovrannumero. E per le supplenze solo briciole: all’incirca sono 100mila posti in tutt’Italia: 20mila per gli insegnanti senza cattedra e 50mila per gli Ata, oltre ai posti temporanei e fino al 30 giungo. Marystar (Gelmini) –come la chiama la scuola in protesta – si merita proprio un premio per aver incrementato in Italia la disoccupazione tra il personale docente e non ma anche la disuguaglianza tra gli studenti. Bene ha fatto il Codacons ad assegnare al ministro dell’Istruzione il beffardo rinoscimento: «Giufà 2010».
LE NUOVE SUPERIORI Lo scorso anno la controriforma Gelmini si è abbattuta sulla scuola elementare, eliminando il modello tanto vantato all’estero delle compresenze e imponendo dall’alto il maestro unico prevalente per giustificare i tagli. Ora tocca ai licei e agli istituti tecnici e professionali. Sei gli indirizzi per i licei, con opzioni per gli studenti dell’anno scolastico 2010-2011 e si comincerà con le prime e le seconde classi. Eccoli: Classico, Scientifico (con anche un indirizzo tencologico), Musicale e Coreutico (con 44sezioni in tutto), il liceo delle Scienze umane con la new entry dell’indirizzo economico-sociale, l’Artistico (articolato in 3 indirizzi: arti figurative, architettura/design/ ambiente e quello audiovisio/ multimedia/scenografia) e infine il liceo Linguistico, con 3 lingue straniere una materia non linguistica che verrà insegnata in inglese. In partica, meno ora di lezione per la maggiorparte degli iscritti, soprattutto al biennio: 27 ore contro le 30delle medie. Al Classico l’inglese per tutto il quinquennio. Allo scientifico- tecnologico salta il Latino. Ma per la Gelmini è “una riforma epocale”. Tecnici: due soli settori (economico e tecnologico) e 11 indirizzi con un orario settimanale di 32 ore di lezione contro le 36 dello scorso anno. Professionali: ridotti da 26 a soli 11 indirizzi. Due macrosettori: servizi e industria e artigianato.
ALUNNI STRANIERI Con una circolare il Miur ha imposto il tetto del30%degli studenti stranieri con ridotta conoscenza della lingua italiana per classe. Il limite per quest’anno riguarda solo le prime classi. La Flc-Cgil ha impugnato il provvedimento davanti al Tar del Lazio.
L’Unità 31.08.10
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“Neolaureati, disabili, precari, la campanella non suona per tutti”, di Giuseppe Rizzo
Per chi suonano le campanelle? Per i disabili scarsamente assistiti, per i professori precari, per il personale Ata, per i genitori che non riescono a star dietro alle spese dei libri e del materiale didattico necessario per i propri ragazzi e per i dirigenti scolastici che in alcuni casi non hanno soldi neanche per la carta igienica. Da Palermo ad Aosta, le campanelle stanno per suonare e, come molti di ci hanno scritto a unisciti@ unita.it e sulla nostra pagina Fb, sono campanelle foriere di brutte notizie per la scuola. I tagli della Gelmini, tra i banchi, si trasformano in storie di licenziamenti, di precari decennali messi alla porta, di classi sovraffollate e risorse centellinate col contagocce. Per tutta l’estate ci avete scritto, segno che i portoni delle scuole si son chiusi solo per il ministro e non per voi. Continuate a farlo, a scriverci cosa sta succedendo nelle vostre scuole e noi pubblicheremo i vostri racconti.
Sui disabili solo promesse
Informo di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano a proposito della situazione di degrado e abbandono in cui mia figlia, disabile grave, è costretta durante la giornata, assieme ad altri quasi 70 minori, presso la Scuola Speciale Statale ospitata dalla Fondazione Don Gnocchi di Milano. Negli anni, io e altri genitori abbiamo più volte segnalato alla Direzione Didattica e alla Fondazione le gravi carenze di servizi e di personale, senza peraltro vedere soluzioni, ma solo promesse. La Fondazione riceve migliaia di euro dall’Asl a rimborso della permanenza dei bambini che in cambio ricevono poco e niente. Sono a disposizione per ulteriori informazioni e per fornire copia dell’esposto di cui sopra. Ringrazio in anticipo se potete dare voce alla mia protesta affinché in un Paese che si dichiara civile anche i diritti dei disabili vengano rispettati.
MARA UGENTI
Precario dall’86, ora a casa Sono un insegnante di Scienze Motorie dal 1986. Ho insegnato negli ultimi dieci anni con incarichi annuali, nel senso di assunzione a settembre e licenziamento a giugno, tuttavia ero soddisfatto, anche se questa situazione creava una condizione di umiliazione. Dopo tanti anni, quest’anno, insieme a oltre20000 colleghi, in particolare del Sud, a seguito della Riforma Gelmini (Ministro della Pubblica Istruzione) siamo stati messi fuori dalla scuola, io sto lavorando con poche ore settimanali, con uno stipendio da fame. Nel mese di Agosto, facendo seguito ai tanti movimenti di precari in lotta sorti in tutta Italia per contestare questa riforma, ho creato ad Avellino il CPS, Coordinamento Precari della scuola. Insieme a circa 200 precari abbiamo dato luogo ad una serie di manifestazioni, scioperi, assemblee, presidi permanenti, tutto in perfetta sintonia con le azioni dei tanti movimenti di precari in Italia.
Dopo 11 anni, mi penso triste senza i ragazzi Sapevo che sarei stata un’insegnante già a sei anni. Lo sapevo e lo volevo. Mi sono laureata in filosofia e ho sempre lavorato in ambito educativo dall’età di ventun’anni, perché per me è una reale passione. Dopola laurea ho conseguito due abilitazioni con il massimo dei voti alla SISS… nella SISS di un’altra regione, perché i miei corsi, nella mia regione non c’erano. Mi sono sobbarcata fino a 400 km al giorno, tra andata e ritorno e ho cominciato con le supplenze. Una gioia che non posso raccontare, una gioia che ancora oggi, dopo undici anni, accompagna il mio quotidiano lavoro. Ho collaborato e ho litigato con molti colleghi, quasi tutti persi per strada, data la mia condizione di precarietà. Quest’anno non so cosa accadrà, sono qui e davvero tremo dentro, non tanto e non solo per la paura di non avere uno stipendio, qualcosa troverò – continuo a ripetere a me stessa e alla mia bimba di quattro anni che qualcosa troverò nel caso, anche se in certi momenti non ci credo molto, ho quasi quarant’anni, chi mi si prenderebbe? A questa gente fa comodo distruggere definitivamente uno degli organi pulsanti della nostra democrazia: una scuola pubblica e laica, che zoppica ma ancora c’è.
Mi penso senza i ragazzi, senza le ore trascorse con loro, senza la possibilità di lavorare con loro sui punti di forza e di debolezza e mi sento davvero mancare il respiro. Egoisticamente penso che non potrò più mettermi continuamente in discussione grazie al mio lavoro e mi sento di colpo vecchia a 37 anni.
LUCIA DONAT CATTIN
Io precaria, mio figlio in classe con altri 27 e una sola maestra Sono una trentacinquenne “precaria”da 9 anni. Prima in graduatoria da tre anni in Umbria, nessuna immissione in ruolo e condizioni di lavoro in peggioramento… Specializzazione nel sostegno, tre master…Potrei essere annoverata tra le docenti meritevoli? Qualcuno ha forse chiesto il mio curriculum, ha controllato il lavoro svolto in classe… Parole vuote meritocrazia., selezione per competenza…. La scuola italiana è il vostro più grande fallimento, peggiorata al punto da avere 33 ragazzi in aule che non sono neppure a norma e ai quali sarà destinata una sempre minor offerta formativa.. Per non parlare di mio figlio di 4 anni che all’asilo si ritrova con altri 27 bambini ed una sola maestra in parte della giornata….
Neolaureato: noi neanche riusciamo a essere precari Ho26 anni, mi sono iscritto alla facoltà di Lettere a 19 anni con la speranza di diventare insegnante perché l’ho sempre considerato un lavoro difficile ma meraviglioso. Quando mi sono laureato nel Marzo del 2009, le SICSI, scuole di specializzazione all’insegnamento, erano state già chiuse dalla Gelmini e non c’è stato modo per me, e per tutti i laureati degli ultimi2 anni di tutte le facoltà, di abilitarci all’insegnamento e di essere così inseriti nella prima fascia delle graduatorie scolastiche. Hofatto l’inserimento nelle graduatorie di terza fascia della provincia di Treviso (dato che al Sud non c’era alcuna speranza)ma nell’anno scolastico 2009-2010 non ho ricevuto nemmeno una telefonata. In passato anche i non abilitati di terza fascia venivano chiamati, laddove c’era carenza di personale, per delle supplenze. Oggi è impossibile, nessuno dei miei ex compagni di università ha avuto una chiamata da una scuola. Per questo motivo inviterei tutti a ricordarsi che non ci sono soltanto migliaia di precari che non possono più insegnare a causa dei tagli, ma ci sono migliaia e migliaia di giovani che non hanno avuto mai la possibilità di entrare nella scuola e di fare le prime esperienze di insegnamento.
ANTONIO SIRAGUSA
Tagli: niente più compresenze o aiuti ai bimbi in difficoltà Nella mia scuola, storicamente a tempo pieno, il prossimo anno, causa mancanza insegnanti, andremo ad attuare una modularizzazione con l’uso delle ore di compresenza in classi diverse dalla propria. Questo comporterà una diminuzione della qualità dell’offerta formativa, nell’impossibilità di usare tali ore per il recupero dei bambini in difficoltà, per le attività in piccolo gruppo e per le uscite sul territorio.
VALERIA PRITONI
Tagli agli Ata: a Villagrande Strisaili, in Ogliastra, è stato tagliato il personale Ata, finendo per schiavizzare il personale in servizio!
GIULIA CONTU
Perdere il lavoro a 52 anni. Vedere una collega precario da più di dieci anni, praticamente disoccupato con la totale certezza di non poter più lavorare a scuola, a 52 anni, sposato con tre figli all’università, a me ha spezzato il cuore.
CLEMENTE MAZZÙ
Tutti in piazza Stanno smantellando tutto con un’ossessione patologica,ma davvero l’Italia è un paese anomalo! Qui dovremmo scendere tutti in piazza o sbizzarrirci con mille e più iniziative di protesta e invece come ebeti, frastornati e impotenti, aspettiamo “a cuccia” la prossima razione di fango del nostro “pseudogoverno”.
PASQUALE DANIELE
Bagni come fogne A Napoli, rione Sanità, la situazione è questa: la scuola non è neanche più vista come un passaggio fondamentale della vita di un ragazzo. È una perdita di tempo. E noi, per incentivarlo in questa sua idea che facciamo? Niente, tagliamo i loro professori, li costringiamoa ore buche perché non ci sono soldi per pagare gli studenti, a chiedere di organizzare spettacolini per comprare gessetti e lavagne, a scongiurare i genitori di non avere troppe pretese e non prendersela con noi se i figli non possono neanche entrare nei bagni tanta è la puzza di fogna. Gli affiancamenti e i corsi pomeridiani per i più bisognosi ce li sogniamo.
MARIA CONCETTA, NOVARA
L’Unità 31.08.10
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Cgil: Gelmini peggio di Marchionne, taglia 25mila posti
ROMA – Il governo e il ministro Mariastella Gelmini stanno adottando rispetto al sistema della scuola pubblica il metodo dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne: quello dei licenziamenti. È di questa idea il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, che sostiene il sit-in dei precari della scuola davanti a Montecitorio.
«La ministra Gelmini – sostiene Pantaleo – ha trovato il tempo di lodare il metodo Marchionne attraverso un’intervista in cui dà ragione alla Fiat per non aver reintegrato tre lavoratori. Ma rispetto ai precari della scuola non abbiamo sentito una parola». La Cgil scuola teme che «il metodo Marchionne, che è quello dei licenziamenti, sia la stella polare con cui Gelmini e il governo intendono affrontare i problemi della scuola pubblica».
Il sindacato ha fornito le cifre per questo anno rispetto ai tagli previsti dalla riforma Gelmini: «25600, e sono dati ufficiali, oltre il 50% dei quali concentrati nel sud d’Italia». Questo anno i precari in attesa della nomina annuale sono circa 20 mila «13 mila docenti, e 7 mila Ata, ma le cifre definitive le sapremo solo al termine delle assegnazioni su cui si è in ritardo perché sono slittate di una decina di giorni».
La Provincia/Piacenza 31.08.10
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Il “dopo Cristo” della Gelmini, di Pippo Frisone
Non è da oggi che il camaleontico Ad della FIAT Marchionne va sostenendo che la globalizzazione ci ha scaraventati irrimediabilmente nell’epoca “dopo Cristo”.
Cosa ciò significhi basta chiederlo agli operai di Pomigliano o a quelli di Melfi.
“Dopo Cristo” per Marchionne significa aumento della produttività, maggiore flessibilità, utilizzo pieno degli impianti giorno e notte, meno diritti contrattuali agli operai, licenziamenti.
Altrimenti gli investimenti vanno in Serbia o in Polonia. Il “dopo Cristo” della scuola, invece, è iniziato con la finanziaria del 2009, quella approvata dal consiglio dei ministri in mezz’ora ( L.133/08), fortemente voluta da Tremonti, con la faccia della Gelmini e tagli da 8miliardi che significano 85mila cattedre + 45mila posti ATA in meno (130.000).
Gli effetti sono stati e saranno una forte riduzione del personale in servizio (43 mila in media all’anno per un triennio fino al 2012).
Aumento degli esuberi di ruolo (oltre 5mila) soprattutto nelle scuole del centro-sud.
Licenziamenti e disoccupazione per migliaia di precari annuali (almeno 10mila).
Riduzione dei finanziamenti alle scuole che vantano dal ministero un miliardo di euro di arretrati. Taglio del 50% alla formazione e alle supplenze. Tagli al tempo pieno e al tempo scuola degli studenti. Minori risorse all’integrazione di alunni stranieri e handicappati. Blocco per un triennio del contratto nazionale, riduzione dei diritti contrattuali, rilegificazione.
Ulteriore rinvio delle elezioni delle RSU e loro probabile superamento. Inasprimento delle sanzioni disciplinari e dei rapporti gerarchici.
E’ un dopo Cristo della scuola molto pesante quello voluto dalla Gelmini, in controtendenza a quanto sta avvenendo negli Stati Uniti o nella maggior parte dell’Europa, dove le risorse destinate all’istruzione, formazione e ricerca vengono aumentate e non tagliate, dove si investe per aiutare i rispettivi paesi ad uscire dalla crisi. In Italia, invece, si tagliano le risorse sulla conoscenza per fare subito cassa, mettendo così a rischio il futuro d’intere generazioni, condannando così il paese ad un inarrestabile declino. Perciò il “dopo cristo” della Gelmini, al di là della strumentale solidarietà mostrata all’Ad della Fiat (“è giusto che la Fiat non rispetti la sentenza…”), è ancora peggio di quello di Marchionne.
Senza investimenti e senza futuro.E’ un “dopo Cristo” solo per poveri cristi!
da ScuolaOggi 31.08.10
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