Il Pdl è pronto a «iniziative giudiziarie» contro i tre presidi degli istituti comprensivi di Vasto, Monterenzio e Crespellano pronti a non aprire le loro scuole a settembre se non ci saranno le risorse e il personale. Il coordinatore bolognese dei berlusconiani scende in campo in difesa del ministro Gelmini, bocciando come «proteste dissennate» le accuse arrivate dai sindacati e dal centrosinistra. «Dimostrano non solo la strumentalità di certi atteggiamenti — attacca Fabio Garagnani — ma soprattutto la volontà di non contribuire come altri settori alla difficile situazione del Paese». Secondo l’azzurro in particolare «non si capisce la natura dei ricorsi al Tar, dal momento che le risorse sono attribuite dalla Finanziaria e le autorità scolastiche applicano quanto è stabilito per legge». Ai presidi che meditano di non riaprire le scuole senza le risorse necessarie, il coordinatore del Pdl ricorda che «l’interruzione di pubblico servizio è un reato e che soprattutto i dirigenti scolastici hanno il dovere di applicare la legge, non prestandosi alle strumentalizzazioni degli enti locali o dei sindacati più politicizzati». Se quelle scuole non riapriranno il mese prossimo, insomma, il deputato berlusconiano è pronto ad attivarsi «non solo a livello governativo con interpellanze già predisposte, ma anche con le inevitabili iniziative giudiziarie». Dichiarazioni contro cui si schiera la responsabile Scuola del Pd, Graziella Giorgi. «Questa destra dovrebbe affrontare in modo serio i problemi della scuola, anziché minacciare denunce prive di fondamento— dice la responsabile Scuola del Pd — in modo pretestuoso e intimidatorio e con affermazioni che offendono la professionalità e la dedizione di chi è consapevole di dover garantire ai proprio studenti e alle loro famiglie un servizio essenziale e ineludibile».
Corriere/Bologna 29.08.10
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“Precari, da domani sit-in permanente in via Praga”, di Salvo Intravaia
Di Grusa: “Appena starò meglio riprenderò la lotta” Comincia l´assedio al provveditorato Solidarietà da Vendola.
Finisce per la terza volta in ospedale Pietro Di Grusa, il collaboratore scolastico palermitano in sciopero della fame dal 17 agosto, e i sanitari lo costringono a sospendere la protesta. «Il tutto avviene – accusa Silvia Bisagna, supplente di inglese – nell´indifferenza assoluta delle istituzioni». Di Grusa è disidratato. «Appena starò un po´ meglio – dichiara – tornerò in piazza». Salvo Altadonna, sostenuto dai colleghi, continua invece la protesta in via Praga. Martedì si recherà a Catania e Caltanissetta per sostenere le manifestazioni dei colleghi. E da domani, quello di via Praga si trasformerà in un sit-in permanente. Lo ha annunciato il coordinamento precari della Flc Cgil. Sul fronte romano, Giacomo Russo e Caterina Altamore, sostenuti da un folto gruppo di precari provenienti da diverse città italiane, proseguono lo sciopero della fame nella capitale. Ieri hanno fatto tappa in viale Trastevere, dove ha sede il ministero dell´Istruzione. «Oggi – spiega Russo – ci trasferiamo nuovamente a piazza Montecitorio. Sospenderemo lo sciopero solo dopo un dibattito pubblico con la Gelmini». Intanto, i precari incassano la solidarietà di Nichi Vendola. «Non posso che sentirmi vicino a Pietro, Salvo e Giacomo e a tutti coloro che si stanno battendo per salvare il futuro dei nostri giovani, del nostro paese e della nostra scuola, chiedendo al governo di ritirare la legge 133», dichiara il governatore della Puglia.
Botta e risposta, sul versante politico, tra Giorgio Stracquadanio (Pdl) e Fabio Giambrone (Idv). Il senatore del Pdl bolla come «finti precari, militanti politici» i manifestanti di piazza Montecitorio, mentre Giambrone lo invita a smettere di «straparlare e ad ascoltare i precari»
La Repubblica/Palermo 29.08.10
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«Siamo pronti allo sciopero della fame» A rischio «Almeno 1500 i precari che potrebbero non essere riconfermati»
Le adesioni sono già cominciate. «Ma ce ne aspettiamo di più». Il movimento precari della scuola ha indetto uno sciopero della fame «come i colleghi di Palermo». Perché non è possibile «continuare a essere invisibili». Intanto anche la Cgil è in stato di agitazione. Il sindacato ha scritto al prefetto. L’appuntamento è per il primo di settembre davanti al Provveditorato. Le adesioni stanno arrivando. «Ce ne aspettiamo molte». Milano come Palermo. Gli insegnanti precari sono pronti a dare solidarietà ai colleghi siciliani e cominciare anche loro uno sciopero della fame. «Siamo costretti a questa forma di protesta per reagire alla condizione di invisibilità», spiega Miriam Petruzzelli, tra i referenti del movimento. Docente di sostegno a Ponte Lambro, «in una scuola con tanti problemi», è pronta a digiunare anche perché «il mio posto è a rischio». Nella stessa situazione, spiega che solo in città ci sono «almeno mille e cinquecento i precari (di ogni ordine e grado ndr) che potrebbero non essere riconfermati all’avvio dell’anno scolastico». Quindi l’appuntamento è per il primo di settembre davanti al Provveditorato. L’obiettivo è «ricucire tutte le componenti impegnata nella difesa della scuola pubblica», per cominciare un percorso di «mobilitazione unitaria». All’appello hanno già firmato oltre una quarantina di persone.
In via Ripamonti ci sarà anche la Cgil. Il sindacato ha proclamato lo stato di agitazione e ha scritto una lettera al prefetto, Gian Valerio Lombardi. «L’anno scolastico comincia in condizioni peggiori rispetto al precedente», sottolinea Attilio Paparazzo. Anche lui prevede un autunno all’insegna delle proteste. E intanto i lavoratori precari promettono che continueranno con la loro campagna: «Saremo in molti, alcuni pronti anche al digiuno»
Corriere/Milano 29.08.10