Dopo la manifestazione di ieri a Palermo: il funerale della scuola contro i tagli della riforma Gelmini, la protesta dei precari siciliani della scuola si sposta a Roma, dove assieme ai colleghi del Lazio, chiederanno un dibattito pubblico con il ministro dell’Istruzione.
La giornata nella capitale è cominciata con un sit-in davanti a Montecitorio, dove stamane assieme ad operatori precari, docenti e personale Ata, è arrivato anche Giacomo Russo, il precario palermitano da 10 giorni in sciopero della fame, assieme ad altri 2 colleghi. In piazza anche i rappresentati della Flc-Cgil (Federazione lavoratori della Conoscenza), l’organizzazione che ha il maggior numero di iscritti nel settore, del Cps roma (Comitato precari scuola), di Unicobas, della rdb-usb scuola. non si vedono invece rappresentanti di Cisl e Uil. Luigi Rossi, segretario nazionale Flc con delega ai precari: «Dei loro non c’è nessuno e ci hanno detto che non verranno».
Presidio al Miur
Stasera alle 19, dopo una riunione tecnica sempre in piazza Montecitorio, il presidio si sposterà a Trastevere davanti al ministero dell’istruzione, dove i precari romani, assieme al collega palermitano, faranno un presidio permanente fino a quando dal ministro non arriverà un segnale. «Ho dormito 10 giorni sotto al provveditorato di Palermo, ora dormirò sotto al Miur – dice Giacomo Russo – con me oggi dovevano venire a Roma dalla Sicilia anche gli altri due colleghi in sciopero della fame, Salvatore Altadonna e Pietro Di Grusa, ma le loro condizioni fisiche non glielo permettono. Di Grusa è in condizioni gravissime. “Voliamo che il ministro Gelmini si confronti con noi pubblicamente. Voglio che ci spieghi la sua riforma, e se non è in grado di sostenere un dibattito pubblico con un bidello sulla bontà delle misure, mi sa che qualcosa che non va. La nostra – sottolinea il precario siciliano – è una battaglia democratica. Non è possibile che per parlare di scuola in italia si debba arrivare a uno sciopero della fame».
“Una truffa per tutti”
In piazza montecitorio i lavoratori della scuola indossano magliette dove viene data la loro interpretazione del significato precari: ossia ‘precari, professionisti, radiati, esasperati, cancellati, annullati, raggirati, ignorati’. E poi cartelli con su scritto ‘giù le mani dalla scuola pubblica’. Francesco Cori del Cps romano e Anna Fedeli della Flc Roma-Lazio spiegano che alle 16.30, sempre nella piazza davanti alla Camera dei deputati, ci sarà una specie di assemblea pubblica, o meglio una ‘riunione tecnica’, per concordare le modalità di controllo delle nomine dei precari. «Ci saranno degli osservatori nelle sedi in cui verranno fatte le nomine – dice Fedeli – per verificare che non ci siano irregolarità, faremo dei controlli di trasparenza». La protesta, spiega ancora la rappresentante della Cil-Flc «è partita dalla Sicilia, ma oggi siamo qui a Roma, davanti alle sedi del Parlamento e del governo, perchè sono il luogo simbolo della decisione dei ‘taglì. non si tratta solo di un fatto occupazionale, è in gioco la qualità della scuola pubblica».
Assieme ai lavoratori precari della scuola e ai sindacati, in piazza ci sono anche rappresentanti del Pd: la responsabile scuola Francesca Puglisi e i parlamentari Maria coscia, Beppe Lumia e Vincenzo Vita.
La protesta.
Gli insegnanti precari a Palermo non cessano di lottare, hanno portato “tombe” in piazza, un docente ha smesso lo sciopero della fame per non compromettere la salute ma la battaglia si estende: inizia il digiuno un’insegnante di Benevento e domani, venerdì 27, la protesta senza cibo si trasferirà davanti al ministero dell’Istruzione a Roma. Una decisione sofferta, dicono i precari, ma non c’era scelta.
Sciopero della fame a Roma. «Oggi Da domani cominceremo uno sciopero della fame davanti al Ministero della Pubblica Istruzione. Abbiamo fatto una scelta difficile, che ci metterà a rischio, ma non abbiamo altri mezzi per far sentire la nostra voce e andremo fino in fondo con coraggio e dignità». Lo ha annunciato Caterina Altamore, una precaria della scuola alla manifestazione di giovedì 26 agosto in Piazza Politeama a Palermo. «Chiederemo al ministro Gelmini – ha aggiunto – di fare marcia indietro sul decreto che distrugge la scuola pubblica in Sicilia, con il taglio dei docenti e del personale amministrativo. Al Presidente della Regione chiediamo un impegno forte e concreto per il ritiro della riforma 133, per una scuola a tempo pieno e quindi per la stabilizzazione di tutti i precari»
Funerale a Palermo. La riforma Gelmini in Sicilia farà venire meno circa 5.000 incarichi, tra docenti e non. Un migliaio di persone ha trasformato in “cimitero” piazza Politeama, nel centro della città: una decina di tombe, approntate con lapidi, fiori e lumini di cartapesta hanno fatto da sfondo al funerale della scuola pubblica, mentre alcuni insegnanti e collaboratori scolastici hanno recitato la parte dei cadaveri, distesi sulle finte tombe. Alla manifestazione hanno partecipato il Coordinamento precari scuola, Palermo 2013, comitati spontanei, ma manche Pd, Idv, Udc, e i sindacati.
Il Ministero: turn over La soluzione del ministero dell’Istruzione potrebbe risiedere in un turn over progressivo: lo ha detto al governatore Raffaele Lombardo il sottosegretario al Miur, Giuseppe Pizza, durante un incontro tenuto nella prefettura di Palermo.
«Non è con il turn over che si risolve la grave questione dei precari della scuola. Il ministro ritiri i tagli al personale, piuttosto che inviare un suo sottosegretario a proporre inutili soluzioni tampone per un problema che lo stesso governo ha creato», commenta l’europarlamentare Rita Borsellino, intervenuta a Palermo al sit-in di protesta.
Digiuno da Benevento. Per solidarietà con Daniela Basile, che da ieri sera ha avviato lo sciopero della fame, oggi anche Monica Sateriale, docente precaria di Benevento, ha iniziato il digiuno con il supporto di tutti i colleghi del presidio permanente in via Torre della Catena nella cittadina sannita. «Si proseguirà a oltranza – dice in una nota il Comitato Insegnanti Precari e Ata sanniti – fino a quando non sarà fatta chiarezza e non saranno sottoscritti impegni e valide soluzioni».
L’Unità 27.08.10
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