«Un lusso che l’Italia non può permettersi ». Questo sarebbe per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, la 626, la legge che detta le regole della sicurezza sul lavoro. Tremonti aveva espresso il suo pensiero mercoledì sera, alla Berghem Fest, festa della Lega ad Alzano Lombardo. In realtà qualcosa lo aveva detto qualche ora prima, al meeting di Rimini, ma lì era stato più generico, parlando di «diritti perfetti» che l’Italia non può più permettersi altrimenti le fabbriche vanno altrove. Il pensiero è andato alla Fiat e alla vicenda di questi giorni. Da Alzano è arrivata invece la precisazione-boomerang: il «lusso» era la sicurezza sul lavoro. Uno schiaffo, in un Paese in cui il lavoro uccide in media tre persone al giorno e ne ferisce -spesso invalidandoli gravemente- centinaia di migliaia in un anno. Contro le parole del ministro si è aperto un fuoco di fila, critiche che hanno costretto Tremonti ad intervenire nuovamente: «Una polemica eccessiva per cinque parole, cinque».
COSTRETTO A CORREGGERSI Non sono parole per l’Anmil, l’associazione dei mutilati e degli invalidi per cause di lavoro. «La tutela della vita e della salute sono valori fondanti della nostra cultura e della nostra società e sarebbe assurdo metterli in discussione», dichiara il direttore Sandro Giovannelli. E intanto la cronaca registrava la notizia di due operai ustionati gravemente a Lucca, per l’esplosione di una cisterna piena di bitume, unodi loro è in prognosi riservata. Il giorno prima un operaio era morto a Barletta per le esalazioni tossiche di una cisterna, aveva 51 anni, lavorava a giornata «anche per pochi euro» raccontano i familiari. Certo lui di lussi non se ne poteva permettere. «Farebbe meglio a citare meno Berlinguer e a rispettare la 626», ha tagliato corto il leader pd Pierluigi Bersani. «Con l’affermazione di Tremonti, il governo getta la maschera e, francamente, il modello cinese dei diritti del lavoro che il ministro vorrebbe prendere a riferimento,non ci convince», afferma l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Per l’Idv parla il portavoce Leoluca Orlando: «Le dichiarazioni di Tremonti sulla 626 sono vergognose». Dichiarazioni «assurde e sorprendenti» anche per l’Ugl con Nazzareno Mollicone. Per Franco Lotito, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, l’affermazione del ministro lascia «stupiti». Dure le critiche dei sindacati di base: se per l’Usb «la sincerità di Tremonti è abominevole». Questo e altre le prese di posizioni che, a fine giornata hanno portato Tremonti a più miti consigli. «La sicurezza sul lavoro è una irrinunciabile conquista della civiltà occidentale – ha spiegato il ministro – L’eccesso occhiuto di burocrazia è un derivato della stupidità». Questo soprattutto in Italia perché la nuova legge è pensata per la grande industria e quindi si adatta poco al tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese. Smentita doverosa, «ma non basta -chiosa Fammoni, segretario confederale Cgil – Servono le scuse formali ai tanti che vengono colpiti da un lavoro insicuro.Mad’altronde perché stupirsi con un governo che non tutela la dignità dei lavoratori, che vuole smantellare lo Statuto dei diritti e abrogare l’art.41 della Costituzione. Con il lavoro inteso solo ed unicamente come costo, mai come valore sociale».
L’Unità 27.08.10
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La sicurezza sul lavoro? Un lusso che l’Italia non può permettersi
Parola del Ministro Tremonti. E intanto si continua a morire sul lavoro. Altri 3 incidenti mortali nelle ultime 24 ore
Antonio Della Pietra, aveva 51 anni, lavorava a San Ferdinando di Puglia, in provincia di Barletta, e ieri è morto mentre si trovava sul fondo di una cisterna, insieme ad altri 2 colleghi. Con catrame e solvente impermeabilizzava la cisterna, le esalazioni lo hanno ucciso.
Carlantonio Coppola, 43 anni, è morto in provincia di Salerno. Si trovava su un’impalcatura e azionava un montacarichi quando è stato colpito da una scarica di corrente elettrica che gli ha fatto perdere l’equilibrio. L’uomo è caduto da un’altezza di circa tre metri battendo violentemente la testa. E’ morto sul colpo
Questa mattina a Coselli, in provincia di Lucca, due operai sono stati vittima di un’esplosione mentre si trovavano all’interno di una cisterna che stavano riparando.
Sono solo 3, gli ultimi in ordine di tempo, dei lavoratori che muoiono ogni giorno in Italia sul posto di lavoro.
Chi glielo spiega a loro, alle loro famiglie, a tutti quelli che sono rimasti feriti in modo grave, a tutti quelli che ogni giorno rischiano la vita nei luoghi di lavoro, che per il ministro dell’economia Tremonti la legge 626, una delle meno rispettate, quella che regola la sicurezza sui luoghi di lavoro, è “un lusso che non possiamo permetterci”?
La presenza di ministro alla semplificazione Calderoli, deve aver ispirato Tremonti che, dal palco della Berghem Fest ad Alzano Lombardo dichiara: “Dobbiamo rinunciare a una quantità di regole inutili” e sottolinea che «robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci. Sono l’Ue e l’Italia che si devono adeguare al mondo”.
Tutto questo mentre ogni giorno in Italia le morti sul lavoro sono una costante e proprio ieri altri 2 operai sono morti sul luogo di lavoro, a cause di norme di sicurezza non rispettate.
Per Stefano Fassina, responsabile economico del PD, è necessario un tempestivo chiarimento da parte di Tremonti, perché: “La sicurezza sul lavoro è un valore assoluto, e le affermazioni di Tremonti, se non categoricamente smentite, sono doppiamente vergognose perché giungono al termine di una giornata segnata da incidenti mortali sul lavoro. Se questo è il programma del governo sul mercato del lavoro ci troviamo di fronte ad una strada impercorribile che troverà sempre la nostra piena opposizione. La destra italiana con Sacconi e Tremonti non fa le riforme, difende le rendite e punta a migliorare la competitività delle imprese
sulla pelle dei lavoratori.” Per Fassina, quella che si prospetta è: ”una ricetta impossibile sul piano economico ed inaccettabile su quello etico. Il ministro chieda scusa innanzitutto alle famiglie delle vittime del lavoro e alle decine di lavoratori che ogni giorno sono colpiti da incidenti. Non esiste modernità senza dignità del
lavoro”.
Cesare Damiano, capogruppo Pd Commissione Lavoro della Camera, con le parole del Ministro Tremonti, “il governo della controriforma del lavoro getta la maschera. Quello che invece l’Italia può permettersi è un ministro come Tremonti che, a giorni alterni, passa dal socialismo al neo-liberismo”. Damiano continua ricordando che: ” Il Partito Democratico, che ha voluto con il governo Prodi il Testo unico sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, continuerà la sua battaglia a difesa dei diritti dei lavoratori.
Noi pensiamo che i Paesi emergenti debbano progressivamente avvicinarsi agli
standard dell’Europa, anche per garantire, nella globalizzazione, una competitività regolata.” E conclude dicendo che: “Francamente, il modello cinese dei diritti del lavoro che il ministro Tremonti pare vorrebbe prendere riferimento, non ci convince.
Vorremmo, infine, ricordare al ministro che solo nella giornata di ieri sono
morti altri due lavoratori”.
Per il senatore Salvatore Treu, “Le parole del ministro Tremonti sono un lapsus gravissimo. Le smentisca immediatamente. Se per il ministro dell’Economia e per questo Governo salvare delle vite è un lusso, allora abbiamo superato ogni limite”.
Al ministro Tremonti, va ricordato che in Italia si continua a morire al lavoro, mentre si esercita quel diritto/dovere che sta alla base della nostra Costituzione. Una strage infinita che aumenta ogni giorno, come confermano gli incidenti avvenuti negli ultimi 2 giorni.
Quello che serve non è l’abolizione di obbligi, ma una politica seria sulla sicurezza e sulla prevenzione nei posti di lavoro, incentivando le aziende che investono sulla sicurezza dei propri dipendenti e che li assumono regolarmente da quelle aziende che speculano e sfruttano i lavoratori.
Fra.Mino
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