Che “Famiglia Cristiana” attacchi Berlusconi e la sua politica con argomenti – fondatissimi e di per sé evidenti – che mescolano l´indignazione civile e lo sdegno religioso non ha nulla di “disgustoso”. È semplicemente la dimostrazione di una verità quasi bimillenaria: che la Chiesa cattolica è capace di stringere compromessi con ogni potere, di allearsi con potenze mondane di ogni risma – da Costantino a Mussolini, solo per dare un´idea.Ed è capace di agire con la spregiudicatezza che la politica richiede, trovando sempre (del resto non è troppo difficile) il modo di giustificare il proprio operato, davanti a se stessa e davanti al mondo. Ma che da questi abbracci la Chiesa sa anche sciogliersi per tempo, quando le diventano scomodi.
E questo perché la Chiesa non ha mai una politica soltanto, ma ne ha sempre altre di riserva. Ed è “con riserva” che sta nelle cose del mondo, senza sposare mai una causa una volta per tutte: del resto, è la Sposa di Cristo, non di questo o di quel potere. Questa intrinseca duplicità deriva dal fatto che la radice religiosa del messaggio di cui la Chiesa è portatrice ha almeno due lati: quel messaggio è da una parte una volontà di organizzazione del mondo sul fondamento stabile del dogma e del magistero delle gerarchie. E per questo motivo la Chiesa è organismo politico, che si confronta con altri, secondo logiche di potenza. E´ la Chiesa costantiniana, che cerca il potere per essere in grado di esercitare in sicurezza la propria missione. Ma d´altra parte quel messaggio è anche la potenza profetica del Dio che libera dal peccato e dall´oppressione, del Dio che mobilita gli animi, muove le coscienze, e suscita gli scandali. E´ anche questa una Chiesa politica, sia chiaro; ma di una politica caritatevole e battagliera, per nulla diplomatica o benpensante, che nel corso della storia si è sempre affiancata criticamente alla Chiesa gerarchica; e questa, per quanto l´abbia temuta e, per quanto possibile, normalizzata, non ne ha mai potuto prescindere. La Chiesa è entrambe le cose, contemporaneamente; fa coesistere in sé gli opposti. Non è un´azienda in cui regni la volontà unica del padrone, ma una realtà per sua natura complessa e plurima. Anche il rigido centralismo vaticano, il primato del Papa, si confronta con questa ricchezza inesauribile, a cui dà sì una direzione ma non un´uniformità totale.
Non c´è da stupirsi, quindi, se dentro la Chiesa cattolica le posizioni su Berlusconi sono differenziate: su queste differenze ha giocato, del resto, lo stesso premier, che, col caso Boffo, ha sfruttato a proprio vantaggio i contrasti fra la Cei e la Segreteria di Stato; mentre su altre differenze, ora, inciampa. “Famiglia Cristiana”, da parte sua, non è nuova a questo esercizio di critica: e quindi non ci sarebbe da stupirsi. Ma forse la destra sta fiutando – nell´asprezza, nella libertà, nella costanza degli attacchi del settimanale – un cambiamento di vento nelle stesse gerarchie, con le quali ha stipulato molti e vantaggiosi (per entrambi) compromessi, scambiando benefici fiscali e acquiescenze verso gli aspetti più chiusi del magistero (sulla bioetica e sulla biopolitica) con un appoggio politico di fatto. Un appoggio per nulla scontato poiché il modello d´uomo e di società proposto dalla destra di Berlusconi e Bossi – per non parlare del troppo laico Fini – non dovrebbe essere gradito alla sensibilità religiosa. In ogni caso, la settimana scorsa, a un analogo attacco di “Famiglia Cristiana” era stato risposto, da parte della destra, con l´invito agli estensori – evidentemente ritenuti ignari – a ripassare i capisaldi della dottrina sociale della Chiesa, e, con un po´ più di verosimiglianza, a non dimenticare i tanti segni tangibili della vicinanza di questo governo alle richieste delle gerarchie.
Nelle risposte davvero sopra le righe a “Famiglia Cristiana” (rea di darsi alla “pornografia politica”), c´è forse solo l´esasperazione di una maggioranza in crisi per ben altri motivi. Ma potrebbe anche esserci la preoccupazione di Berlusconi di perdere, dopo Casini e Fini, e – chissà – Bossi e Tremonti, anche la benevolenza vaticana. Forse il fido Letta non è riuscito a far digerire Oltretevere le nuove minacciate leggi di ispirazione leghista contro immigrati e rom; o forse le gerarchie si rendono conto che dal Cavaliere hanno spremuto tutto quello che si poteva, e che la sua politica ormai di rottura, di lotta disperata per la sopravvivenza, non è più in grado di garantire quello spazio che la Chiesa chiede per sé e per le proprie istanze in Italia. Forse la prospettiva di un clima di divisione permanente – che mette a rischio l´unità dello Stato (tema spesso sollevato ad altissimo livello, in queste settimane) e della società, e che spezza l´unità dei cattolici (come “Famiglia Cristiana” denuncia) – comincia a interessare meno i vertici della Chiesa. Che non vogliono e non possono legare il loro destino a quello di un´avventura politica ormai incerta, e mandano messaggi trasversali come sanno fare. Forse, un´alleanza fra trono e altare – un buon affare per entrambi, ma di solito più per il secondo che non per il primo – sta tramontando, e il trono comincia a temere per la propria stabilità.
La Repubblica 25.08.10
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Nuovo affondo di Famiglia Cristiana
Il «berlusconismo» sta distruggendo il dissenso e ha già spaccato in due il mondo cattolico. E nell’ Italia del Cavaliere, a differenza delle «attuali democrazie», «comanda solo lui». In un torrido giorno di fine agosto Famiglia Cristiana lancia l’ennesimo affondo al presidente del Consiglio e alle sue esegesi costituzionali senza nascondere un certo allarme per le divisioni che attraversano gli ambienti cattolici davanti allo spettro di un ritorno anticipato alle urne.
Divisioni attribuite anch’esse «alla discesa in campo di Berlusconi». Nello stesso giorno Farefuturo, Fondazione vicina a Fini, scrive ai berlusconiani moderati invitandoli a cambiare strada, abbandonando l’idea «che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi».
Parole che richiamano quelle di Walter Veltroni, ex leader del Pd, che questa mattina, dalle colonne del Corriere dell Sera, metteva in guardia contro il rischio «che si faccia strada, anche in Occidente, quella suggestione di ‘democrazia autoritaria’ che è già realtà nei sistemi russo o cinese». Tuttavia, nel bilancio di fine giornata, il coro moderato viene travolto da uno scontro al vetriolo, con il settimanale cattolico all’attacco, e le voci forti del Pdl, tra cui Bondi e Lupi, a gridare allo «sconcerto rendendo pubblico il proprio ‘disgusto’ per l’articolo, tacciando il settimanale dei Paolini di essere ormai ‘una fotocopia del Fatto quotidiano e dell’Unità’».
Il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro si spinge ancora più avanti definendo l’articolo un esempio di ‘pornografia politica’. «Dice il vero sul premier e il governo», replica Ventura del Pd. Per De Magistris (Idv) quella del Pdl al settimanale è ‘un’aggressione tribale’, e Pedica suggerisce di ‘cacciare Berlusconi e leghisti dalle chiese’. A scatenare l’ira del Pdl è stato un editoriale dal titolo ‘Il cavaliere rampante e la Costituzione dimezzata’ sul numero di Famiglia Cristiana domani in edicola.
“La situazione politica italiana – vi afferma Beppe del Colle, firma di punta del settimanale diretto da don Sciortino – è unica in tutte le attuali democrazie, che prevedono sistemi bilanciati, in cui nessun potere può arrogarsi il diritto di fare quello che vuole, avendo per di più in mano la grande maggioranza dei mezzi di comunicazione”. Citando poi le parole di Berlusconi sul “piano dei cinque punti” e sui “formalismi costituzionali”, accusa il premier di aver così confessato che “in Italia comanda solo lui”.
“Parole impermeabili al dissenso – sostiene Famiglia Cristiana – grazie al controllo dei mezzi d’informazione e alla “regola del berlusconismo” che «se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il ‘metodo Boffo’ (chi dissente va distrutto) è fatto apposta».
Moltissime le reazioni, soprattutto quelle, negative, provenienti da casa Pdl, alle quali si aggiunge in serata quella del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini che accusa Famiglia Cristiana di «propaganda e faziosità, invitandola ad analizzare con più obiettività i risultati raggiunti dal presidente e dalla maggioranza».
Della situazione politica in Italia, tuttavia, cominciano a preoccuparsi anche i massimi rappresentanti del mondo cattolico italiano, visto che solo tre giorni fa il giornale dei vescovi di Avvenire paventava il pericolo di una “decadenza” della politica in Italia e “del governo della cosa pubblica, sebbene senza eccezioni di schieramento”.
L’Unità 25.08.10