L´attacco di Famiglia Cristiana. L´ira del governo: analisi arrogante. «Ministri e politici ridotti a servitori e a semplici esecutori dei voleri del capo». Nuovo severo richiamo del settimanale Famiglia Cristiana. Nel prossimo numero in edicola, il settimanale dei Paolini – in un editoriale dedicato alla frattura tra Fini e Berlusconi – traccia un quadro a tinte foschi dell´attuale quadro politico, parlando di «disastro etico» e di una situazione socio-politica «drammatica che è sotto gli occhi di tutti». Parole di condanna inequivocabili subito apprezzate dagli esponenti dell´opposizione di centro sinistra, ma contro le quali sono subito scesi in campo i ministri Bondi e Rotondi.
«Nel nostro Paese, in un anno, – si legge nell´editoriale – l´evasione fiscale sottrae all´erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più». Questo per Famiglia Cristiana «vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l´intera società. Prevale la morale fai da te: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il bene comune è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza».
«C´è, anche ad alti livelli, un´allergia alla legalità e al rispetto delle norme democratiche che regolano la convivenza civile. Lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti – prosegue Famiglia Cristiana-, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioni. L´appello alla legittimazione del voto popolare non è lasciapassare all´illegalità. Ci si accanisce, invece, contro chi invoca più rispetto delle regole e degli interessi generali. Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in servitori. Semplici esecutori dei voleri del capo. Quali che siano. Poco importa che il Paese vada allo sfascio. Non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il dominus assoluto».
Parole inequivocabili in perfetta sintonia con analoghe critiche formulate, appena sabato scorso, anche dalla Radio Vaticana che, in un servizio dedicato alla situazione italiana, aveva parlato di «un paese privo di una classe dirigente adeguata». Tesi fatta totalmente propria da Famiglia Cristiana. Subito presa di mira dal ministro della Cultura Sandro Bondi che si dice «sorpreso della presa di posizione del settimanale per la mancanza di una riflessione critica che riguardi anche il ruolo che la Chiesa ha svolto in questi ultimi decenni nel contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente nazionale. Ma ho la sensazione – aggiunge Bondi – che certi giudizi, tanto più se manifestati con particolare virulenza politica, nascondano un vuoto di analisi culturale sia sul ruolo della Chiesa che del futuro dell´Italia». Critiche anche da un altro ministro, Gianfranco Rotondi, secondo il quale «il settimanale insulto di Famiglia Cristiana al governo è un pregiudizio e un atto di arroganza che la mette fuori dalla dottrina sociale cristiana. Un giornale cristiano non può chiamare i ministri con disprezzo servitori, perché un cristiano non usa questo linguaggio né con gli ultimi ne´ con i primi».
Applausi invece dal centro sinistra. Per Enrico Farinone (Pd), vicepresidente della commissione Affari europei, non c´è «nessuna sorpresa in merito a quanto rileva Famiglia Cristiana. Succede quando si hanno partiti lideristici, in cui la politica non ha un ruolo. Quando la mediazione politica è nulla, quando il radicamento e il contatto col territorio vengono considerati secondari allora succede quanto descrive Famiglia Cristiana. Nessuno si sorprenda». Come pure il senatore Pd Roberto Di Giovan Paolo, che vede nell´editoriale «la fotografia della realtà» con «un premier monarca e un esecutivo sotto ricatto dalla Lega. I ministri non se l´abbiano a male. Peccato che in pochi abbiano un sussulto di dignità».
Pubblicato il 4 Agosto 2010