Il Parlamento sta lavorando sull’attuazione della legge sul federalismo fiscale. Questo lavoro fa emergere tanti errori ed omissioni da parte del Governo, un federalismo più parlato e chiacchierato, e spesso urlato, che non seriamente progettato.
Abbiamo presentato in Commissione bicamerale un documento che mette nero su bianco come noi pensiamo debba essere attuata la legge sul federalismo fiscale. La maggioranza ha presentato un suo diverso documento, che a nostro parere resta subalterno alle spinte territoriali egoistiche e alle visioni di drastica riduzione del welfare costituzionalmente garantito, che il Pd contrasta con forza.
Nel nostro modello di federalismo un’attenzione sempre maggiore va data ai livelli essenziali delle prestazioni e ai costi standard, in modo da fare efficienza e da utilizzare i potenziali risparmi per sostenere i livelli di servizio nei settori e nei territori sotto standard. Siamo anche molto critici sulle ipotesi governative di autonomia impositiva dei Comuni, basate su imposte la cui gestione resterà statale e sul rischio di una “service tax” potenzialmente regressiva.
Soprattutto, nella nostra visione l’avvio del nuovo sistema di finanziamento della spesa pubblica locale e regionale potrà esserci solo quando sarà possibile ristorare le risorse tagliate dalla manovra economica estiva Un federalismo che dovesse ripartire dalle asticelle così abbassate sarebbe una vera e propria beffa per tutti i cittadini italiani, colpiti nella fornitura e nel costo di tanti servizi essenziali.
I due documenti, invece, concordano su altri punti, in cui vengono chieste correzioni di rotta rispetto a quanto il Governo ha affermato nella Relazione sull’attuazione del federalismo fiscale, illustrata dal Ministro Tremonti. Viene arricchito il quadro informativo della Relazione governativa e ne vengono ribaltate alcune distorsioni, ad esempio facendo vedere che la spesa discrezionale dello Stato centrale è superiore a quella del comparto locale, diversamente da quanto lo stesso Tremonti ha più volte affermato. Si chiede al Governo un approccio più attento e strutturale alla questione degli assegni di invalidità, la quale nasconde l’importante tema dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Si critica l’idea che la nuova imposta municipale possa essere facoltativa, poiché ciò entrerebbe in rotta di collisione con quanto previsto dalla legge per il calcolo dei fondi perequativi.
C’è da sperare in un ravvedimento della maggioranza, oppure una coerente applicazione della legge sul federalismo rischia di essere ben lontana.
L’Unità 02.08.10