È arrivato il primo via libera del Consiglio dei ministri al decreto attuativo del federalismo fiscale sui fabbisogni standard di Comuni e Province. Il testo ora passerà all’esame della Conferenza Stato-Regioni e della commissione bicamerale per il federalismo fiscale per poi tornare dopo l’estate in Cdm per il via libera definitivo. Si tratta del secondo decreto legislativo della delega sul federalismo fiscale.
Il testo prevede il blocco ai fondi per i comuni e per le province che non collaborano all’attuazione del federalismo. La Sose (Società per gli studi di settore), infatti, potrà chiedere ai comuni e alle province di fornire, entro 60 giorni, tutti i dati necessari alla definizione dei fabbisogni standard. Chi non dovesse collaborare sarà «sanzionato con il blocco, sino all’adempimento dell’obbligo, dei trasferimenti a qualunque titolo erogati».
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha rassicurato sui tempi del decreto per l’autonomia fiscale degli enti locali che oggi hanno bocciato all’unanimità i tagli alla manovra: arriverà entro fine mese «nel rispetto dell’accordo firmato con i Comuni». Dunque non ci saranno slittamenti oltre la data prevista del 31 luglio. Anche se «non è facile» e sarà «da scrivere molto meglio». Il ministro ha anche annunciato che si sta studiando «la cedolare secca sugli affitti, pensiamo di dare un grande recupero di gettito ai comuni (si legga l’intervista doppia ai sindaci di Bergamo e Crotone)».
Per il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli in questo modo i trasferimenti dello Stato agli enti locali non avverranno più con il criterio della spesa storica. «Oggi si mette la parola fine al criterio della spesa storica. Si interrompe quel vizio del nostro Paese che aveva trasferito risorse non in base alle effettive esigenze ma sulla base della spesa storica, così chi più spendeva, e male, più riceveva. Questo ha determinato sperequazione nei trasferimenti che non ha una logica se non le motivazioni politiche dei vari governi».
Il problema, assicura Calderoli, «è stato affrontato in maniera molto seria: i fabbisogni standard sono costruiti interloquendo con Comuni e Province, e con la Sose spa per ricavare effettivamente gli indicatori di riferimento per la valutazione dell’azione pubblica». Un terzo delle funzioni con le relative risorse verranno trasferite nel 2011, un terzo nel 2012, e nel 2013 si completa l’operazione: «L’andata a regime avverrà entro tre anni».
Intanto sul federalismo il presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani, è tornato a chiedere un percorso organico che coinvolga le autonomie. «Vogliamo aprire subito un confronto sul federalismo fiscale, vogliamo accelerare ma in un percorso trasparente con una discussione preventiva sui decreti attuativi». Le regioni chiedono di «partecipare alla discussione» anche di questo provvedimento che riguarda comuni e province «convinti che sia importante, ma deve entrare in modo coordinato nell’impianto generale». Per il governatore dell’Emilia Romagna, «la legge 42 prevede che la perequazione deve essere fatta dalle regioni che é fondamentale perché l’impianto sia sostenibile». Altrimenti, avverte, «il federalismo rischia di non reggere e non si possono fare errori su una partita così decisiva».
Le Regioni, ha detto il ministro dell’Economia, «scenderanno dai grattacieli e torneranno al tavolo». Per Tremonti «l’atteggiamento allegro e sereno del presidente Errani dimostra che la realtà è un po’ diversa da quella che si è voluta forzare. Noi con la municipale – ha aggiunto riferendosi alla futura imposta unica – stiamo con i campanili. Le Regioni sono un po’ più lontane, scenderanno dai grattacieli e torneranno al tavolo».
Il Sole 24 Ore 23.07.10
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“Federalismo, via al primo decreto lite Tremonti-Regioni sui tagli”, di Roberto Petrini
Blocco dei fondi ai sindaci che non collaborano. Sì all´Imu. Manovra bocciata. Il ministro: “Noi con i Campanili, le Regioni sui grattacieli”
Tremonti accelera sul federalismo fiscale ma non si ferma la protesta delle Regioni e dei Comuni che ieri, con un documento votato alla unanimità in Conferenza unificata, hanno bocciato la manovra da 25 miliardi in discussione alla Camera. «Noi con i Campanili, le Regioni sui grattacieli», ha ironizzato il ministro dell´Economia provocando indignate reazioni dei governatori. Resta scettica l´opposizione sull´impostazione del governo: «Arriveranno nuovi balzelli», denuncia Francesco Boccia del Pd.
Il ruolino di marcia del federalismo fiscale sembra comunque confermato, come pure l´arrivo dell´Imu, la nuova tassa municipale. Ieri il consiglio dei ministri ha varato, come annunciato la scorsa settimana, il primo dei tre decreti previsti prima di Ferragosto, quello sui costi standard di Comuni e Province. E ad un cammino a tappe forzate fa pensare la norma del decreto che minaccia il blocco dei trasferimenti ai Comuni che non collaboreranno alla rilevazione dei nuovi parametri. Dopo la riunione del governo, il ministro dell´Economia ha confermato: «Entro fine mese il decreto, il federalismo non poteva che partire dai Comuni». Il titolare di Via Venti Settembre ha anche annunciato che il governo «sta studiando la cedolare secca sugli affitti con la quale – ha detto – si pensa di dare un grande recupero di gettito ai Municipi» (l´aliquota sostitutiva dell´Irpef per chi dà un appartamento in affitto dovrebbe essere del 23 per cento).
A dare man forte a Tremonti è sceso in campo il ministro per la Semplificazione Calderoli che ha confermato il calendario annunciato qualche giorno fa: «Credo che per l´autunno avremo completato il quadro generale del federalismo fiscale con l´emanazione dei relativi decreti», ha detto nel corso della conferenza stampa che ha seguito il consiglio dei ministri. I prossimi provvedimenti saranno quello sul fisco comunale e sui fabbisogni sanitari delle Regioni, a settembre arriverà quello sulle tasse provinciali.
Lo strumento principale sul quale farà perno il federalismo comunale – sul quale ieri Tremonti ha insistito particolarmente – sarà l´Imu (Imposta unica sugli immobili). «Nessun arretramento», ha detto. «Per noi l´ideale è la massima concentrazione possibile, ma saranno i Comuni a scegliere, a decidere il menù, potranno fare dei referendum. Pensiamo sia civile unificare 24 tributi stratificati nel tempo». Stando alle indiscrezioni che emergono dai lavori in corso l´Imu sarà composta a moduli: nel caso dei proprietari di immobili adibiti a pubblici esercizi, ad esempio, saranno inserite addizionali per l´occupazione del suolo pubblico (oggi Tosap) o per la pubblicità (oggi Icp). Al tempo stesso, stando almeno ha quanto ha confermato ancora ieri Tremonti («Non ci sarà un´imposta sulla prima casa, è un bene costituzionale e non ci sembra giusto tassarla») non pagheranno l´Imu i possessori di prima casa.
Il decreto approvato prevede, in otto articoli, il meccanismo per individuare i costi standard dei vari servizi municipali: si va dagli asili nido alla polizia locale, dall´ambiente alla gestione dell´anagrafe e c´è anche il grado di soddisfazione degli utenti. Il compito di individuare i «costi», che cominceranno parzialmente ad operare dal 2012, viene affidato alla Sose (società Mef-Bankitalia) che oggi elabora gli studi di settore.
Il quadro del federalismo fiscale è dunque in movimento mentre è ancora in atto il confronto con Regioni e Comuni sui tagli. La frase di ieri di Tremonti suona polemica: «Noi con la “municipale” stiamo con i Campanili, le Regioni scenderanno dai grattacieli e tratteranno», ha detto riferendosi probabilmente al Pirellone lombardo. Formigoni non ha glissato: «Sono simbolo di virtù» ed Errani (presidente della Conferenza delle Regioni) ha replicato: «Grattacieli? Abbiamo i piedi ben piantati per terra».
La Repubblica 23.07.10