Se non è un commissariamento, poco ci manca. I fondi di istituto, quelli che servono a pagare i compensi accessori di insegnanti, ausiliari, tecnici e amministrativi, valgono un miliardo di euro, abbondante. Con l’approvazione dell’emendamento Azzollini alla manovra correttiva, in commissione bilancio al senato, le risorse in questione non saranno più nella disponibilità materiale delle scuole, appoggiate sui singoli conti correnti. Gli istituti potranno emettere ordini di pagamento alla liquidazione dei quali provvederà, unitamente alle spettanze di base, lo stesso Tesoro. Una norma, quella spuntata in commissione su proposta del relatore della manovra, nonché presidente della Bilancio, Antonio Azzollini, che da un lato semplificherà i pagamenti e la vita delle scuole: non dovranno più pensarci le segreterie. Ma dall’altro impedirà agli istituti scolastici di utilizzare le risorse in questione per anticipi di cassa su altri fronti. E pagarci, per esempio, le supplenze brevi piuttosto che le forniture. Distorsioni contabili in cui sempre più scuole in questi anni, a corto di trasferimenti da parte dello stato centrale, sono incappate. Ora non sarà più possibile. Il ministro dell’istruzione, ogni anno, stabilirà la dotazione finanziaria a disposnzione delle singole istituzioni per i compensi accessori del personale. Sulla base di tale ammontare viturale si farà la contrattazione d’istituto per stabilire compensi e attività. Tra l’altro la nuova gestione contabile sarà oggetto di un decreto ad hoc di regolamentazione del ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini.
Tra gli emendamenti approvati in commissione, la riappropriazione del 30% annuo dei risparmi di gestione, previsti dal decreto legge 112/2008. Questi risparmi, che dovevano andare a pagare il merito dei docenti e degli Ata, oltre 300 milioni di euro l’anno, venivano inizialmente destinati dalla manovra a pagare i debiti pregressi maturati dallo stato centrale verso le singole scuole. Ora con decreto interministeriale (istruzione-Economia) se ne potrà dare una diversa utilizzazione. L’obiettivo dell’emendamento è di dirottarli a pagare i mancati scatti di anzianità, che il decreto legge correttivo ha congelato per tre anni.
Novità anche per gli alunni disabili e relativi prof di sostegno: una modifica parlamentare (Esposito-Latronico) rende possibile superare l’attuale tetto dei 20 alunni per classe quando è presente un ragazzo con handicap. «Con una mano il governo raccoglie, pur con ritardo, le giuste proteste degli invalidi sulle pensioni e sugli assegni d’accompagnamento, con l’altra torna a colpire tra i disabili i più deboli tra i deboli», attaccano l’ex viceministro, oggi senatore Pd, Mariangela Bastico, e il capogruppo Pd in commissione cultura alla camera, Manuela Ghizzoni, «negando il diritto all’integrazione». Confermato anche l’innalzamento dei requisiti per le pensioni, in particolare delle impiegate pubbliche, e la sforbiciata ai finanziamenti per i ministeri.
La manovra così fatta oggi approda nell’aula di Palazzo Madama per il primo sì. Giovedì è previsto il voto di fiducia, probabilmente su maxiemendamento governativo. Che dovrebbe recepire quasi tutte le novità approvate in commissione e qualcosa in più.
da ItaliaOggi 13.07.10