Possibile un nuovo parere negativo col via libera del Quirinale, che intanto continua a smentire ogni trattativa
ROMA – Anche il Csm sta riflettendo sull´opportunità di dire l´ultima parola sulle intercettazioni. Aggiornando un parere già molto polemico su disposizioni «irragionevoli». Ora le novità del Senato, «le criticità» per usare l´espressione di Napolitano, esigerebbero un nuovo esame. Una decisione che, se fosse confermata dalla presidente della sesta commissione Ezia Maccora, potrebbe risolversi nell´ennesima bocciatura di un ddl che ha sollevato pure le critiche degli editori europei («Ci saranno conseguenze irreversibili»). Al Csm, dove oggi Napolitano parteciperà al plenum per eleggere il nuovo presidente della Cassazione (sarà Ernesto Lupo), si ragiona su un parere la cui valenza sarebbe molto forte, visto che a presiedere il Consiglio e a dare il via libera alle relazioni è il capo dello Stato nella veste di presidente del Csm. Nel momento in cui il centrodestra “assedia” il Quirinale per sapere quali sono i punti critici e ottenere il via libera alle modifiche, il parere del Csm verrebbe letto come il “verbo” di Napolitano.
Proprio il Colle è al centro delle pressioni dei berlusconiani per uscire dal pasticcio della legge-bavaglio. Tant´è che dallo stretto giro del Cavaliere ieri veniva dato per certo che Napolitano, dopo un colloquio con Gianni Letta, avesse dato il via libera agli emendamenti. Pronti al punto da essere presentati oggi durante un seminario sulle intercettazioni dell´associazione “Viene prima l´articolo 15” del pidiellino Gaetano Quagliariello. Ma dal Colle piovono solo smentite. Si ribadisce che i «punti critici» nel ddl ci sono e sono stati ribaditi in commissione Giustizia, ma al Quirinale spetta solo il giudizio finale. Un no secco a qualsiasi trattativa che trasformi il presidente in una sorta di anomalo co-autore del ddl sulle intercettazioni.
Il Pdl lo cambia, che fanno i finiani, si rinvia a settembre? Ecco le domande. Per certo le modifiche ancora non ci sono e la legge per ora va avanti. La Fnsi conferma la giornata di silenzio di venerdì visto che, dice il segretario Franco Siddi, «non c´è nessuna novità per sospenderla». Ma Valigia Blu insiste sull´appello a fermarsi e da ieri si associa il webmagazine di area finiana Farefuturo.
Il destino del ddl è legata al futuro dei rapporti premier-Fini. Che ieri diceva ai suoi: «Calma. Aspettiamo le prossime mosse di Berlusconi che saranno imminenti». Comunque oggi, nella commissione Giustizia presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno, prende il via la discussione generale. Lunedì 12 scade il termine per gli emendamenti. Solo allora si capirà come si muovono i finiani. Che, se il testo resta com´è o se le modifiche di casa Pdl si risolvono in un soft restyling, presenteranno le loro. Per ora Italo Bocchino dice: «Se Berlusconi ascoltasse di più Fini potrebbe risolvere il problema com´è successo per Brancher». Mentre Pier Ferdinando Casini invita il Pdl «ad accantonare il testo per costruire una soluzione condivisa da votare subito dopo l´estate».
la Repubblica del 6 luglio 2010