partito democratico

Chi nasce in Italia è italiano

Bersani visita l’Esquilino e inaugura la “festa dei nuovi italiani” voluta dal Forum immigrazione del Pd con un confronto con quattro ragazzi immigrati: “L’immigrazione porta benessere, aiuta la cultura e l’economia dell’Italia”

“Chi nasce in Italia è italiano “: è questo il titolo della “festa per i nuovi italiani”, organizzata dal Forum Immigrazione del Partito democratico in corso a San Giovanni, presso “Il Circolo degli artisti”di Roma dall’ 1 al 4 luglio.

E con questi nuovi italiani è trascorso tutto il pomeriggio di Pier Luigi Bersani, che nel pomeriggio era al quartiere Esquilino, dove ha visitato il Polo Intermundia, di via Bixio, per poi passare allo sportello di orientamento legale di via Galilei ed arrivare ai giardini di Piazza Vittorio. Due ore nel quartiere più multietnico di Roma strumentalizzato dalle destre come luogo di degrado.

Alle 20,30, si è poi recato presso la sede della festa, al Circolo degli artisti, intervistato da Iman Sabbah, giornalista di Rai News, davanti ad una vasta platea di giovani figli di immigrati nel nostro Paese.
L’Esquilino, che Bersani ha visitato rappresenta da anni un laboratorio multiculturale della città di Roma, nonché un quartiere riqualificato grazie alla capacità di mediazione culturale delle precedenti amministrazioni di centro-sinistra.

Durante la visita del Segretario, sono emerse le tante realtà di in un territorio complesso, nel quale siamo riusciti ad integrare insieme le ragioni della legalità con quelle della solidarietà. E la presenza all’Esquilino del dipartimento di Orientalistica della Sapienza e di numerose scuole, luoghi di vera integrazione multiculturale, testimoniano l’importante lavoro compiuto dalle giunte comunali di Rutelli e Veltroni con la società civile.

E proprio parlando con le insegnanti e con gli abitanti del quartiere romano, Bersani ha potuto constatare i guai emersi successivamente con la Giunta Alemanno. In due anni, infatti, sono stati chiusi tutti gli sportelli di presidio sociale presenti sul territorio e sono stati abbandonati alle loro problematiche tutti gli operatori commerciali della zona, gli stessi operatori a cui, in campagna elettorale, Alemanno aveva promesso ordine e disciplina.

Poche ore e pochi chilometri dopo, il Segretario chiudeva la giornata con le “seconde generazioni”, i figli degli immigrati, ma il tema è rimasto sempre lo stesso: governare in modo efficace l’immigrazione e favorire una civile convivenza tra le diverse culture. Bersani ha ascoltato, insieme a Livia Turco, Presidente del Forum Immigrazione del Pd, le testimonianze di diversi ragazzi, figli di immigrati, nati o solo cresciuti nel nostro Paese ed ha risposto alle domande di Iman Sabbah, relative alle proposte del Pd, per affrontare la sfida dell’immigrazione.

Alla domanda bonariamente provocatoria della giornalista che ha detto che in Italia si parla di immigrazione solo in campagna elettorale, Bersani ha ribadito qual è il ruolo del Pd nel nostro Paese: “Credo in un Pd che riconosce le proprie origini, che riconosce uguali dignità a tutte le donne e uomini del mondo. Punto indiscutibile è che bisogna concepire una nuova Italia, che c’è già. Il 10% dei nuovi nati, nascono da immigrati, quindi un grande Partito, per interpretare la società deve affrontare gli eventi in una logica costruttiva- ha detto il Segretario – ed il Pd è stato concepito come il Partito del secolo, non dell’oggi o di ieri.

Dalle testimonianze di quattro ragazzi immigrati, seduti sul palco intorno al Segretario sono emerse le stesse problematiche, nonostante essi abbiano diverse origini e variegate storie familiari. Erano le storie di: una ragazza musulmana figlia di genitori egiziani e nata e cresciuta a Roma; una ragazza di madre italiana e padre slovacco, anche lei nata e cresciuta a Roma; un giovane di origini tunisine, arrivato in Italia a 13 anni ed ora eletto con il Pd in consiglio comunale; una giovane cinese di 32 anni, giunta in Italia a 6 anni e divenuta cittadina italiana solo dopo 26 anni.

I loro racconti di vita sono stati molto colorati e pittoreschi, a tratti anche commoventi, racconti pieni di ironia e dignità. Storie di giovani italiani che hanno evidenziato i grandi e piccoli problemi cui sono dovuti incorrere grazie alla burocrazia italiana, non certo al passo con i problemi di oggi. Il dramma più grande, vissuto con enorme disagio è quello della cittadinanza italiana, che non viene data automaticamente con la nascita in territorio italiano, e neanche dopo tanti anni vissuti in Italia.

Questi giovani, che si sentono italiani a tutti gli effetti, come hanno chiaramente espresso più volte nel corso della serata, arrivati a 18 anni si trovano davanti ad un bivio: o studiano all’università, con grande profitto testimoniato da un tot di esami da sostenere nell’anno o si trovano un lavoro entro 6 mesi (cosa difficile per gli stessi italiani), altrimenti rischiano di ritrovarsi d’un tratto clandestini nello stesso Paese in cui sono nati, o anche solo cresciuti, Paese dove hanno intrecciato amicizie, affetti, amori. Un dramma.

Al termine degli interventi dei giovani, Bersani ha ribadito il pensiero del Pd sul tema, dicendo che è prioritario che il governo italiano sappia rispondere ad una domanda semplice ma fondamentale allo stesso tempo: “Un bimbo figlio di immigrati, che nasce in Italia, chi è? Non è italiano ma non è neanche immigrato. L’Italia deve rispondere. Questo è il punto di partenza di tutto il ragionamento. In Italia ci sono 840000 minori che bisogna tutelare. L’interculturalità è un arricchimento per la società e per la crescita comune”.

“Alla Camera- ha detto Bersani – stiamo cercando di costruire le condizioni, per presentare una proposta di legge seria ed adeguata. Ad ottobre l’Assemblea nazionale del Pd sarà in grado di votare una proposta da portare in Parlamento, per arrivare a un risultato vero, non un risultato di bandiera”.

Il Segretario del Pd ha poi sottolineato come sia fondamentale il ruolo della scuola per favorire l’integrazione e l’apertura mentale delle giovani generazioni. E i tagli alla scuola inferti dal governo, limitano le possibilità di creare convivenza, si limita l’autonomia scolastica, che aiuterebbe invece a gestire le classi come piccole comunità reali.

Bersani, dopo una lunga giornata di impegni per promuovere lo sviluppo e l’equità nella nostra società, ha concluso prendendo spunto dalle parole del Sindaco di New York, Michael Bloomberg: “L’immigrazione porta benessere, gli immigrati sono necessari per risollevare una economia e per arricchirla culturalmente”. Parole che valgono negli USA come in Italia.

Anto P. per www.partitodemocratico.it