attualità, politica italiana

«Governo Ghedini», di Giovanni Maria Bellu

Andiamo con ordine perché la vicenda è complicata e le notizie sono addirittura tre.
Il protagonista è Niccolò Ghedini il quale, nella sua qualità di legale di fiducia del premier, è anche parlamentare della Repubblica e alterna la difesa di Silvio Berlusconi nelle aule dei tribunali con la stessa attività nell’aula del Parlamento.
Niccolò Ghedini è un avvocato molto invidiato dai colleghi. Mentre quelli, per salvare i loro clienti, devono affannarsi a studiare le leggi, Ghedini può cambiarle.
Ed è un legislatore zelantissimo. La sua ultima fatica è la legge che limita le intercettazioni telefoniche in nome della privacy.
Un paio di anni fa, quando la privacy non era ancora il primo dei suoi pensieri, l’avvocato Ghedini venne a sapere di un tale che chiedeva con insistenza di essere premiato per una violazione della privacy. Una delle più clamorose della storia del dopoguerra.
Questo signore raccontava di aver fatto avere al più importante cliente dell’avvocato Ghedini un piccolo brano di un’intercettazione telefonica acquisita in modo illegale nella quale si sentiva la voce di Piero Fassino, all’epoca leader del principale partito di opposizione, che diceva qualcosa come «abbiamo una banca». Era una roba senza alcuna rilevanza penale, ma succulentissima sul piano giornalistico e fruttuosa sul piano elettorale: il quotidiano della famiglia del principale cliente dell’avvocato Ghedini montò una campagna di stampa ad alzo zero. Fatto sta che questo signore, non avendo avuto dal cliente dell’avvocato Ghedini il premio che si aspettava, decise di rivolgersi all’avvocato Ghedini in persona.
Ed ebbe anche una chiacchierata con un assistente del suo studio.
Il destino poi ha voluto che tutta questa vicenda arrivasse alle orecchie della magistratura di Milano proprio mentre l’avvocato Ghedini era impegnatissimo sul fronte della privacy. Infatti, ha fatto sapere ai magistrati che volevano interrogarlo come testimone di non potersi presentare. Finché i magistrati si sono scocciati e hanno deciso di ordinarne la convocazione coatta. E siamo alle tre notizie.
La prima è che l’avvocato Ghedini ha scritto un’interrogazione parlamentare per denunciare la protervia del pubblico ministero di Milano e per chiedere al suo collega nel collegio di difesa del premier, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, di inviare i suoi ispettori. Evento che renderà l’avvocato Ghedini ancora più invidiato dai colleghi. Se fino ad ora aveva potuto solo cambiare le leggi, adesso potrà dire di poter cambiare anche i giudici. Se per disgrazia gli andasse male, potrà avvalersi del piano b, detto anche “soluzione Brancher”. Ed ecco la seconda notizia: Aldo Brancher è il nuovo ministro del nuovo ministero “per il federalismo” e questo gli consentirà di essere “legittimamente impedito” a presenziare alla prossima udienza del processo nel quale è accusato di appropriazione indebita.
La terza notizia, che scaturisce dal combinato disposto delle prime due, è che l’avvocato Ghedini, se non riuscirà a cambiare il giudice, sarà presto il ministro del nuovo ministero «per la Privacy».
Forza italia!

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