Quella dei pm di sinistra che per boicottare il centrodestra ne impugnano le leggi rinviandole alla Consulta che le boccia essendo di sinistra, la spara a tormentone: comiziando al vertice del Ppe a Bonn, tuonando all’assise di Federalberghi, sparlando sul web, imbonendo (ieri) all’assemblea di Confcommercio. La tecnica è la reiterazione ossessiva di un’affermazione, parole standard scandite con esibito trasporto, così da colorarle di autenticità e inevitabilità: della serie “Quando ci vuole, ci vuole”. Più le ripete con quella studiata esasperazione (è un maestro del vittimismo feroce), più suonano vere ficcandosi nella testa della “ggente”, facilmente penetrabile dai megafoni catodici. Una tesi opinabile, per usare un eufemismo, o ad essere espliciti basata su bugie diffamatorie (pm e Consulta che avversano e cancellano leggi per faziosità politica, e non perché sono leggi incostituzionali), diventa verità per moltissimi cittadini, disinformati dalle tv del Capo, spargitore del refrain. Se questa è la sperimentata tecnica di costruzione di una bufala, perché non opporvi una tecnica di decostruzione? Ci si limita all’automatismo di un generico sdegno per l’attacco alla magistratura, sdegno che, a tanti, inconsapevoli “attori” di un consenso disinformato per il Capo, suona come riprova del ritornello-bufala (“Vedi? La sinistra difende i giudici perché i giudici sono di sinistra!”). Difesa della magistratura che invece, per convincere chi sa poco o nulla, dovrebbe arrivare a conclusione di premesse fondate sui fatti. Un fatto è, per esempio, che durante l’ultimo governo Prodi le leggi rinviate alla Consulta e poi da questa bocciate furono molte. Da qualche parte ho letto che furono più di quelle impugnate dal 2008, da quando governa la destra: non dispongo del dato preciso, ma immagino si possa ritrovare. Un altro fatto, che conosco per motivi di residenza, è che di recente la Regione Liguria, amministrata dal centrosinistra, si è vista annullare due leggi dalla Consulta: una diceva no a Centri di identificazione ed espulsione degli immigrati irregolari in Liguria; l’altra stabilizzava i precari della Regione. In entrambi i casi, la Corte Costituzionale ha annullato le leggi su ricorso del governo Berlusconi (toh!). Governo Prodi e Regione Liguria, al di là del rammarico politico, hanno rispettato le sentenze, com’è tipico del centrosinistra, senza gridare al complotto delle toghe azzurre. Ecco: dire e ribadire dati di fatto simili, non renderebbe un po’ più agevole smontare le bufale del Capo?
L’Unità 17.06.10