Dario Franceschini scrive al presidente della Camera: il Pd non accetterà forzature sui tempi per esaminare il ddl sulle intercettazioni e in base al regolamento non potrà andare in Aula prima di settembre. Fini risponde: “Rispetteremo il regolamento”
Il Pd non accetterà forzature sui tempi per esaminare il ddl sulle intercettazioni e in base al regolamento non potrà andare in Aula prima di settembre. Così il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini ha iniziato la sua lettera indirizzata a Gianfranco Fini con cui, a nome del Pd, ha chiesto il rispetto delle regole e dei tempi per l’approvazione del ddl intercettazioni.
In effetti dopo i diktat del presidente del Consiglio e il conseguente voto di fiducia al Senato, i dubbi su una nuova forzatura fatta dalla maggioranza erano davvero più che evidenti. Ad oggi, non solo si profila la promulgazione di una legge sbagliata, ma si accelera l’iter senza nessuna valida motivazione. Davvero non si capisce come il ddl intercettazioni possa essere una priorità rispetto alla soluzione della crisi economica e la costruzione della manovra finanziaria.
La risposta del Presidente della Camera non si è fatta attendere. Fini ha ribadito il “pieno rispetto del regolamento della Camera” nello svolgimento dei lavori. Verranno dunque garantiti in pieno i Regolamenti parlamentari per consentire un’approfondita discussione del ddl intercettazioni,
Nella replica si legge: “desidero farle presente come da parte di questa presidenza sia stato sempre assicurato, e lo sarà in futuro, il corretto svolgimento dei lavori parlamentari in sede di esercizio della funzione ad essa assegnata dell’articolo 8 del Regolamento nel puntuale rispetto delle norme regolamentari che disciplinano il procedimento legislativo”.
Una voce stonata si è intromessa nel dialogo tra Franceschini e Fini: è stata quella di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati della Pdl che ha ribadito che per lui il ddl sarà legge già ad agosto, magari sotto l’ombrellone! Magari anche in silencio così non se ne accorge nessuno.
“Cicchitto si rimetta alla discussione libera del Parlamento secondo le procedure che Fini vorrà e dovrà garantire. Glielo consiglio vivamente”. Questo è stato il primo commento del segretario Pier Luigi Bersani alle dichiarazioni di Cicchitto.
“Franceschini – ha ricordato Bersani – ha chiesto che non ci siano forzature sui tempi e sul regolamento; Fini ha detto che verranno rispettate le procedure regolamento; Cicchitto dice che sarà legge entro agosto. Secondo lui, quindi, non ci saranno modifiche alla Camera. Cosa intende? che dobbiamo andare la’ ad alzare la mano? Lui non sa a cosa va incontro; su una cosa di questo genere non si sognino neanche di non dare i tempi per la discussione, perché veramente saremo oltre il limite”.
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Questo il testo della lettera di Dario Franceschini
“Il Pd non accetterà nessuna forzatura sui tempi per esaminare il ddl sulle intercettazioni e in base al regolamento non potrà andare in Aula prima di settembre. Il ddl arriva alla Camera per la terza lettura: e’ stato un anno e 15 giorni al Senato e prima ancora 11 mesi a Montecitorio. Essendo per di più peggiorato nei suoi contenuti noi chiediamo che sia discusso approfonditamente come prevede il regolamento”. Secondo gli articoli 24, 49 e 81 del regolamento di Montecitorio, “il provvedimento dovrà stare due mesi in commissione prima di andare in Aula, dovrà essere approvato con voto segreto, come in prima lettura e infine non si potranno contingentare i tempi”.
“Non si pensi di soffocare i tempi di discussione fissando il dibattito generale a giugno in modo da poter contingentare i tempi a luglio”, anche perchè per calendarizzare le intercettazioni a giugno “occorrerebbe una modifica del calendario che richiede una maggioranza qualificata nella conferenza dei capigruppo e, dal momento che senza il nostro consenso non si può fare, l’unica strada sarebbe quella di una decisione monocratica del presidente della Camera”.
“Oggi stesso inviero’ una lettera a Fini che deve distinguere il suo ruolo politico di leader della minoranza del Pdl da quello istituzionale. Mi auguro che Fini, che pure ha condiviso una mediazione sul ddl che per noi e’ inaccettabile, si ricordi che c’e’ una distinzione dei ruoli. Noi non accetteremo forzature sui tempi come è successo per il lodo Alfano, ma sono convinto che così non sarà comunque noi vigileremo perchè sia rispettato il regolamento fino all’ultima virgola, e questo significa che il ddl intercettazioni non potrà andare in Aula prima di settembre”.
A.Dra da www.partitodemocratico.it